Anniversario Protocollo di Kyoto – GREEN ECONOMY: WWF, PIù POSTI DI LAVORO CON MENO SOLDI

“Se l’Unione Europea investisse nei settori della green economy, produrrebbe più posti di lavori ad un costo inferiore rispetto a quelli previsti dalle attuali Politiche di Coesione e dalla Politica Agricola Comune (PAC). Finanziando infatti con un miliardo di euro infrastrutture sostenibili e programmi ambientali in agricoltura si possono creare 29mila posti di lavoro. Con un investimento più mirato della stessa cifra, i posti di lavori diventerebbero circa 52.700, nel settore delle energie rinnovabili, o 25.900 nei settori del risparmio energetico (soprattutto in quello edilizio). E’ questa la vera ricetta per uscire dalla crisi ed offrire un lavoro stabile anche per molti giovani”. Così il WWF Italia, alla vigilia dell’anniversario del Protocollo di Kyoto che ricorre domani giovedì 16 febbraio, commenta i dati dello studio “Investire sul futuro: Più posti di lavoro con un bilancio dell’Unione Europea più verde”, curato insieme con altre ONG ambientaliste internazionali[1].

Il report, basato su precedenti lavori dell’UNEP, mostra il potenziale occupazionale nei settori della green economy nel prossimo bilancio 2014- 2020 dell’UE. Non solo. Lo studio evidenzia anche l’assenza di una valutazione degli investimenti fatti finora dall’Unione Europea: nonostante la spesa di circa mille miliardi nel suo ultimo bilancio (2007-2013), l’UE non ha mai intrapreso un lavoro di analisi costi-benefici. Anche a livello degli Stati membri l’impatto sull’occupazione non è considerato.
Mentre il bilancio dell’UE rappresenta meno dell’1% del PIL europeo, orientando i fondi nazionali e privati esso potrebbe avere un impatto considerevole. E’ alla portata dell’Unione Europea fornire ciò che è meglio per l’ambiente e affrontare la disoccupazione durante la preparazione del prossimo bilancio UE.
BILANCI UE A CONFRONTO: VINCE QUELLO ‘GREEN’. Nello studio vengono riportate le stime degli investimenti e dei rispettivi posti di lavori creati, confrontando il bilancio UE 2007-2013 con quello 2014-2020 e mostrando come con investimenti inferiori, e mirati, nei settori della green economy si ottengono, in proporzione, più posti di lavori.
Se fosse realizzato un ‘budget verde’ dal prossimo quadro finanziario pluriennale 2014-2020, con solo il 14% del bilancio totale dell’UE (un investimento annuale di 14,75 miliardi di euro, sulla base dell’attuale proposta della Commissione), i quattro settori considerati (Energie Rinnovabili, gestione dei siti Natura 2000, Efficienza Energetica negli edifici e Trasporti Sostenibili) potrebbero creare / mantenere più di mezzo milione di posti di lavoro. I dati suggeriscono che gli investimenti, passando dagli attuali modelli di investimento all’interno della Politica di Coesione e della PAC alle azioni e misure verdi, aumenterebbero la creazione di posti di lavoro per ogni euro di un fattore tre (320%).

“I politici devono rendersi conto che, integrando gli investimenti verdi nel prossimo bilancio UE, possiamo creare più posti di lavoro e raggiungere anche i nostri obiettivi strategici. In questo periodo di austerità, i cittadini chiedono che ogni centesimo con cui essi contribuiscono al bilancio dell’UE, frutti di più per l’Europa. Il bilancio attuale sta sostenendo attività contrarie ai nostri obiettivi di politica ambientale. Dov’è la logica in tutto questo?”, dice Mariagrazia Midulla, responsabile Policy Clima ed Energia del WWF Italia.

“La PAC attuale mantiene sul mercato oltre 12 milioni di aziende agricole in europa, di cui 1,6 milioni in Italia, impegnando oltre il 41% del bilancio UE. E’ un investimento che per il futuro si giustifica solo valorizzando il ruolo ambientale dell’agricoltura europea attraverso il greening proposto nella riforma in discussione al Parlamento europeo”, sottolinea Franco Ferroni, responsabile policy biodiversità e agricoltura del WWF Italia.

“Analoghe sclte vanno compite in Italia. Occorre che la prospettiva di sviluppo offerta dalla Green Economy pervada e integri tutte le politiche del Governo. L’operatività del Fondo Rotativo per Kyoto è un primo, piccolo passo che colma solo un enorme ritardo (era stato istituito nel 2008) . C’è bisogno di una strategia nazionale di decarbonizzazione che non sia solo una petizione di principi, ma un vero programma economico, energetico e industriale che prepari il Paese ai vantaggi dell’economia verde. Va anche affrontata la delicata fase della transizione, in modo da attenuare ogni impatto sociale e favorire il passaggio diretto dei lavoratori dai settori obsoleti all’economia del futuro. Nella settimana in cui festeggiamo il settimo anniversario dell’entrata in vigore del protocollo di Kyoto (16 febbraio) questa è la vera svolta di cui abbiamo bisogno per uscire dalla crisi e, per richiamare una campagna del WWF Italia di sette anni fa, non restare indietro”, conclude Midulla.

Nel frattempo è iniziato il conto alla rovescia per l’Ora della Terra WWF, il più grande evento globale di lotta al cambiamento climatico che il 31 marzo spegnerà simbolicamente le luci di monumenti e luoghi simbolo in tutto il pianeta per coinvolgere cittadini, istituzioni e imprese nella svolta che può dare al mondo un futuro sostenibile. Quest’anno l’evento si inserisce nella “road map” WWF di avvicinamento alla Conferenza di Rio+20 sullo sviluppo sostenibile, sotto il claim “Food, Water and Energy for all. For ever” (Cibo, acqua e energia per tutti. Per sempre). Tutti gli aggiornamenti su www.wwf.it/oradellaterra.