Vita (e business) online e offline: facce “quantistiche” della stessa realtà

Il film campione d’incassi Oppenheimer ha messo il mondo di fronte a un campo di studi che si sta rivelando un prisma per decifrare tutta la realtà: la fisica quantistica.

Il prossimo 19 novembre il CERN di Ginevra ospiterà una grande conferenza sul rapporto tra teoria dei quanti, intelligenza artificiale e machine learning. Mentre Michio Kaku, il più influente divulgatore scientifico vivente, ha da poco mandato alle stampe il libro Quantum Supremacy, che annuncia un futuro rivoluzionato da questa stupefacente frontiera della scienza.

Che non è fatta soltanto di calcolo e formule. Bensì è un paradigma interpretativo che avvalora le grande intuizioni della sapienza antica, orientale in particolare, secondo cui ogni cosa è “uno”, e ciascuna creatura vivente o materia non vivente esiste all’interno di un comune flusso energetico. Espressioni come “olistico”, un tempo dominio della spiritualità, oggi diventano dimostrabili e razionali.

Insegnamenti facilmente traslabili al rapporto tra vita online e offline, due dimensioni dell’esistere contemporaneo che non possono più essere impermeabili l’una all’altra, bensì muoversi nell’ambito dei medesimi principi e valori (in questo senso è stata coniata l’espressione “onlife”).

L’imprenditore digitale e formatore Mik Cosentino, attento ai meccanismi e alle tendenze legate alla traduzione in rete dei business tradizionali, argomenta: “Chi lavora, o agisce socialmente online, percepisce il proprio universo come “parallelo”. Un luogo dove valgono regole diverse, sia verbali che non, sottovalutando tutte le ripercussioni che i propri atteggiamenti “connessi” hanno sulla vita quotidiana, propria e altrui. In realtà le cose non stanno così: tutto ci accompagna. E bisogna ricordarsi che l’online è un’espansione del mondo reale e qualsiasi contenuto condiviso va creato pensando alla mente di chi vive là fuori: perché dietro ogni mail o nickname c’è una persona che ha interazioni sociali, desideri, vite bellissime oppure frustrazioni“.

Anche il galateo, in rete, deve essere il medesimo che si utilizza giorno per giorno, afferma Cosentino, divulgatore da 50 mila iscritti sul proprio canale youtube e mezzo milione di follower sulle piattaforme social: “Perché ogni like fa le veci di una persona che s’è presa tempo per noi e ha espresso un gradimento. Consapevolezza che deve fungere da filtro allo scarso senso di responsabilità dilagante nel processo di content creation: se fossi al centro di uno stadio o di una piazza, con un microfono e centinaia di migliaia di persone intorno, quella cosa la direi? Quel gesto lo farei? Se la risposta è sì, allora è bene andare avanti. Se è no, meglio ricordarsi che il mondo online, è pur sempre mondo”.

Non è un caso che le teorie scientifiche che stanno plasmando il millennio, con propaggini che toccano ambiti cruciali come le comunicazioni criptate e l’intelligenza artificiale, abbiano rappresentato per Cosentino una svolta biografica e professionale: “Uno dei libri che mi ha cambiato profondamente, undici anni fa, è stato proprio un saggio di fisica quantistica. Da cui ho imparato che siamo tutti fatti della stessa energia: le molecole diventano acqua oppure roccia oppure comunicazione, ma pur vibrando con frequenze diverse, siamo interconnessi e simili“.

Una consapevolezza finalmente non relativa, ma avvalorata dalla scienza e in grado di diventare fondamento alla condotta etica professionale: “Il mio lavoro è fatto di scelte. E queste scelte, quando adottate in azienda, hanno un impatto concreto su tantissime persone. Quindi, da tempo, di fronte alle decisioni importanti mi fermo e mi metto in connessione con un “io” superiore, che sia la natura o l’universo, e trovo sempre una sfida, un messaggio o un ostacolo del passato dove sono contenute molte risposte. La spiritualità quantistica è questo. Senza di essa, restiamo aridi”.

E del resto lo stesso Robert Oppenheimer, che pur conoscendo i quanti aveva sottovalutato le conseguenze che si scatenano quando il mondo teorico non tiene conto del mondo reale, lo sosteneva: “Lo stolto cerca la felicità lontano. Il saggio, la fa crescere sotto i propri piedi“.