Teatro, due appuntamenti con Si dubita sempre

Lo spettacolo, tratto dal regista Giovanni Anfuso dal carteggio d’amore tra Federico De Roberto ed Ernesta Valle Ribera, è interpretato da Liliana Randi e Angelo D’Agosta e andrà in scena mercoledì 11 nel Parco di Sant’Agata Li Battiati l’indomani nel Castello Ursino di Catania. È firmato da Buongiorno Sicilia e Vision Sicily con produzioni Raffaello  

 “Non abbiamo fatto in tempo a godere del successo de Le allegre comari di Windsor, che subito ci tuffiamo in una nuova avventura”.

Lo ha detto il regista Giovanni Anfuso nel presentare i due appuntamenti, nel Catanese, con Si dubita sempre, spettacolo da lui stesso adattato e tratto dal carteggio d’amore tra Federico De Roberto ed Ernesta Valle Ribera.

Il lavoro, interpretato da Liliana Randi e Angelo D’Agosta e firmato da Buongiorno Sicilia e Vision Sicily con produzioni Raffaello, andrà in scena mercoledì 11 agosto alle 21 nel Parco comunale di Sant’Agata Li Battiati e giovedì 12, allo stesso orario, nella splendida cornice del Castello Ursino, nell’ambito di Catania Summer Fest.

 

Lo spettacolo, del quale si stanno ultimando le prove, si avvale delle scenografia e dei costumi di Riccardo Cappello, delle musiche di Nello Toscano, dei movimenti coreografici di Fia Di Stefano e delle luci di Santi Rapisarda. Aiuto regista è Agnese Failla.

 

“Il mio personaggio – ha spiegato Liliana Randi – è quello di una nobildonna milanese, Ernesta Valle Ribera, appunto, sposata e con un figlio, la quale si innamora di questo giovane scrittore siciliano e con lui scopre l’amore vero. E scopre il sesso, perdendo la testa per De Roberto”.

Si dubita sempre – ha aggiunto Angelo D’Agosta, che sulla scena interpreta lo scrittore catanese – ci dà l’occasione di conoscere un’altra sfaccettatura della complessa figura dell’autore de I Vicerè e de L’Imperio, uno dei grandi padri della Letteratura italiana. E si tratta dell’aspetto personale, intimo. Attraverso la narrazione della sua storia d’amore con una donna sposata, Ernesta. Dalle sue lettere emergono la passione e la gelosia di De Roberto. E tanti aspetti che ritroviamo anche in molti suoi scritti”.

 

“Ci si chiede spesso – ha sottolineato Giovanni Anfusoperché Federico De Roberto, tra i più originali e genuini autori etnei, non sia diventato il nostro Fëdor Dostoevskij. Tanti fattori concorrono alla fortuna di un autore: la casa editrice, la fortuna, il caso, e talvolta anche il rapporto con la famiglia. Con i genitori e in particolare con la madre, come in questo caso”.

“Attraverso l’epistolario tra De Roberto ed Ernesta Valle Ribera – ha concluso il regista -, ricostruiamo anche questo rapporto tra Federico e donna Marianna Asmundo, l’ingombrante madre dello scrittore”.