SPIAGGE: INDAGINE SU PREZZO, CAPARRA E ACCOGLIENZA DELLE PERSONE CON DISABILITÀ NEGLI STABILIMENTI

È arrivata ormai la stagione estiva, quest’anno più desiderata che mai, e gli italiani iniziano a programmare o a partire per le prime settimane di vacanza, che in molti passeranno sulle spiagge della Penisola. Altroconsumo tra il 20 aprile e il 5 maggio ha realizzato un’inchiesta sui lidi balneari per guidare gli italiani nella scelta delle proprie mete estive. In primis, l’Organizzazione ha analizzato il cambiamento dei prezzi degli stabilimenti che negli ultimi anni, anche a causa dell’emergenza sanitaria, hanno subito un aumento degno di nota.

In secondo luogo, l’indagine si è focalizzata sulla necessità di pagare una caparra per la prenotazione degli ombrelloni, richiesta da quasi 1 stabilimento su 3. L’accesso a queste strutture non è però soltanto una questione di tipo economico. Le persone con disabilità e le loro famiglie, infatti, nella scelta della destinazione marittima in cui passare le proprie vacanze devono tenere conto anche della presenza o assenza di attrezzature volte all’accoglienza di questa tipologia di clienti. Altroconsumo, ha quindi anche analizzato il livello di preparazione dei lidi a ricevere persone con disabilità.
COSTI DI ABBONAMENTO E CAPARRE: L’AUMENTO DEI PREZZI SETTIMANALI IN ALCUNI LOCALITÀ ARRIVA ANCHE A TOCCARE IL +34%
Altroconsumo ha voluto analizzare quale è stata la variazione di prezzo delle prenotazioni degli ombrelloni nelle strutture balneari italiane negli ultimi anni. Per farlo, ha messo a confronto i prezzi dei lidi durante la prima settimana di agosto e ha tenuto in considerazione la media di costo per un ombrellone e due lettini nelle prime 4 file. Rispetto a 3 anni fa, il costo degli ombrelloni è aumentato in media del 17%, fino a toccare picchi del +34% a Gallipoli e +32% ad Alghero. Senigallia e Taormina, le località che hanno subito variazioni più lievi, rispettivamente del 2% e dell’1%. Ma oggi quindi quanto costa andare al mare? Dall’analisi emerge che la media di costo è 182€ per la settimana, le città con gli stabilimenti più costosi sono Alassio con 287€ a settimana, seguita da Gallipoli (267€) e da Viareggio (256€), mentre quelle con i prezzi più bassi sono Rimini (115€) e Senigallia (122€).
Al fine di non trovarsi sprovvisti di ombrellone all’arrivo delle vacanze, sono molti gli italiani che decidono di prenotare anticipatamente. Molti lidi stabiliscono una caparra da chiedere ai consumatori, nello specifico lo fa il 31%. Ma cosa succede se poi il cliente è impossibilitato ad andare al mare per motivi legati alla pandemia? Il 77% delle strutture è disposto a restituire la caparra (lo prevedono tutti gli intervistati di Alassio, Alghero, Lignano, Senigallia) ma il restante 23% o non lo è (per lo più i bagni di Anzio – 33%) o deve decidere (tutti gli stabilimenti di Palinuro, il 47% di quelli di Gallipoli, il 29% di quelli di Viareggio e il 9% di quelli di Rimini). Risulta quindi fondamentale informarsi sul tema al momento della prenotazione per non rischiare brutte sorprese in caso di disdetta.

ACCESSIBILITÀ ALLE PERSONE CON DISABILITÀ: PRONTO IL 91% DEI LIDI, SUSSITONO PERPLESSITÀ PER IL 9%
Altroconsumo è anche andato ad indagare il livello di preparazione degli stabilimenti per l’accoglienza di persone con disabilità che vogliono passare le proprie vacanze estive al mare. Sul totale dei bagni intervistati il 9% ha sconsigliato la struttura: problematiche come la presenza di scalini, strade scoscese, assenza di rampe, rendono, infatti, davvero difficile l’accesso di una persona con disabilità a questi stabilimenti. Al 91% che si dichiara pronto a ricevere questo tipo di clienti Altroconsumo ha posto alcune domande sull’ampiezza degli accessi alla struttura, sull’adeguatezza dei sanitari e sulla disponibilità di strutture che permettano di muoversi sulla sabbia e di entrare in acqua: ben il 95% ha un bagno ad hoc per persone con disabilità e il 59% mette a disposizione la carrozzina apposita per aiutare il cliente ad entrare in acqua o è pronto a recuperarne una. Il 41% non ne è provvisto, tuttavia, molti degli stabilimenti si dichiarano pronti a trovare soluzioni alternative per favorire l’accesso al mare.