Per il 68% dei medici la cultura della prevenzione in Italia è ancora scarsa

La prevenzione è uno dei temi più caldi in ambito sanitario, ma quanto sono attenti i pazienti italiani secondo i medici specialisti che li visitano? Ancora troppo poco, almeno da quanto emerge da un’indagine condotta su oltre 1.000 medici da Dottori.it (https://www.dottori.it), sito e App leader in Italia per la prenotazione di visite specialistiche.

 

 

Secondo il 68% del campione intervistato, infatti, c’è ancora tra i pazienti poca consapevolezza sull’importanza della prevenzione. Le più virtuose? Indubbiamente le donne, considerate per il 97% le pazienti più scrupolose, contro appena il 3% dei pazienti di sesso maschile.

 

Si diventa più attenti con l’età e spesso dopo una malattia che si vive sulla propria pelle o che colpisce una persona cara: a detta dei medici italiani la consapevolezza dell’importanza della prevenzione si sviluppa perlopiù tra i 35 e i 50 anni (58%). Colpisce la bassissima percentuale degli specialisti che reputa consapevoli i giovani tra i 25 e i 35 anni (10%), età in cui la prevenzione dovrebbe essere già consuetudine.

 

Secondo i medici intervistati l’85% dei pazienti che fanno prevenzione effettuano i controlli solo dopo aver contratto una malattia o dopo aver visto ammalarsi qualcuno a loro caro. Questo spiega il perché ben il 94% dei dottori ritenga che l’approccio alla prevenzione non sia sereno, ma mosso da paura.

 

Dall’indagine emerge inoltre un’ulteriore caratteristica che i medici italiani attribuiscono ai loro pazienti: quella della poca attenzione al rispetto delle terapie prescritte. La cosiddetta aderenza terapeutica è definita scarsa da parte del 70% del campione degli specialisti intervistati.

 

I pazienti più indisciplinati sono i giovani, indicati come tali nel 62% dei casi. Ma in cosa si traduce la disattenzione verso le cure somministrate? Per il 53% dei medici gli italiani non sono costanti nell’assumere i farmaci prescritti; il 41% riscontra una conclusione anticipata della cura, mentre il 6% rileva addirittura un rifiuto da parte dei pazienti nell’acquisto delle medicine.

 

Nel caso in cui poi si presenti una ricaduta o nuovi problemi che obbligano a un’altra visita, il 62% degli specialisti si trova di fronte a un’ammissione di colpa da parte dei pazienti che confessano di non aver aderito alla terapia. Il restante 38%, invece, nega la disattenzione adducendo scuse.

 

Questa indagine dimostra come nel nostro Paese ci sia ancora molto da lavorare sul tema della prevenzione – racconta Angela Maria Avino, Direttore Operativo di Dottori.it Siamo estremamente consapevoli del contributo fondamentale che in questo percorso può dare il web, tanto che da sempre il nostro portale lavora con specialisti e associazioni proprio sulla diffusione di una corretta educazione sanitaria in cui l’online non si sostituisce al consulto di un dottore, ma semplifica e agevola i processi di scelta e prenotazione di visite mediche”.