TAORMINA – È l’avvio di un nuovo patto tra noi e la realtà, tra ciò che siamo e ciò che possiamo diventare. È accettare consapevolmente il rischio che comporta intraprendere ogni relazione, ogni progetto, ogni inizio. Questo slancio ancestrale è la fiducia, rigoroso valore etico e sociale che nasce con l’essere umano e lo definisce nella sua stessa umanità. Non assoluta, né cieca e tanto meno incondizionata, la fiducia è dunque la più umana delle posture, quella che tiene insieme individui e popoli: la fragile, potente sostanza di ogni convivenza possibile, “l’unica via che può sottrarre il nostro mondo all’inferno”, avverte Hannah Arendt, l’autrice di “Banalità del male’’.
È in tale accezione – intesa cioè come orizzonte di futuro per contrastare la precarietà e la crisi in atto – che la fiducia sarà il tema cardine della sedicesima edizione di Taobuk–Taormina International Book Festival, fondato e guidato da Antonella Ferrara, che in qualità di direttrice artistica ha individuato ancora una volta un concept plasmato su una linea culturale dalla spiccata vocazione sociale e civile. La manifestazione, si svolgerà dal 18 al 22 giugno 2026 a Taormina, con oltre 200 ospiti da 30 paesi che faranno della città ionica un crocevia di testimoni audaci, al centro del dibattito multidisciplinare artistico-letterario, storico-filosofico, scientifico, politico ed economico. Il Festival è promosso e sostenuto dalla Regione Siciliana, con il contributo di Fondazione Taormina Arte Sicilia, Parco Archeologico Naxos Taormina, Città di Taormina, Università degli Studi di Messina, Università degli Studi di Catania, Teatro Massimo Bellini di Catania e il concorso di prestigiosi partner privati.
Il tema
Com’è ormai consuetudine, Antonella Ferrara annuncia dunque con debito anticipo il concept da lei già identificato lo scorso luglio e compiutamente sviluppato nel secondo semestre dell’anno che sta per chiudersi. E sottolinea: «In un frangente in cui tutto si profila incerto, la fiducia diventa un gesto rivoluzionario. Mai come oggi coltivarla appare necessario in un’epoca segnata da profondi capovolgimenti geopolitici. In questo scenario, attraversato da conflitti laceranti, da instabilità diffusa e da una crescente erosione delle certezze, la fiducia diventa indispensabile per continuare a credere nel futuro. Ed è anche ciò che può rafforzare la nostra capacità di immaginare, costruire e rilanciare una nuova idea di Europa. Un’Europa chiamata a rinnovare il proprio patto fondativo, a ricostruire fiducia tra gli Stati membri, a recuperare credibilità agli occhi dei cittadini, affinché possa tornare a essere progetto politico e culturale, non solo architettura economica. E ciò mentre si sta sviluppando una strategia che prende di mira l’Occidente, con l’obiettivo di erodere i principi su cui si fondano le democrazie, minarne la coesione e spezzare il legame che unisce il futuro delle diverse nazioni. Assumere la fiducia come tema significa dunque riportare al centro la trama invisibile che sostiene ogni legame: la credibilità della scienza, la responsabilità delle tecnologie emergenti, la vitalità del dialogo intellettuale, il valore della parola nella narrazione e nell’arte. È interrogarsi sulla fiducia nell’altro, nella società, nelle istituzioni, nel tempo, nel futuro”.
La radice latina fides richiama proprio l’affidamento reciproco e l’impegno condiviso, ed è ciò che permette alle relazioni autentiche e alle comunità coese di resistere, crescere. Un incrocio tra sentimento e ragione, che richiede continue e reciproche conferme, fino a farsi arbitro del formarsi, evolversi o deperire di ogni legame.
Sottolinea ancora Ferrara: “La fiducia non solo permette di aprirci agli altri, ma trasforma chi sa offrirla. Vogliamo stimolare una riflessione sui modi in cui possa essere coltivato e diffuso tale valore, che cresce e si moltiplica quando viene esercitato con continuità, quando si diventa affidabili per gli altri e quando si riconosce la vulnerabilità come risorsa e non come limite. Implica esposizione, rischio, consapevolezza, ma è anche la sola forza in grado di trasformare l’incertezza in possibilità, la vulnerabilità in relazione, il dubbio in dialogo. Aprirsi senza garanzie, né sapere cosa ci attende: è in questo spazio che si sviluppa una cosciente apertura. È attraverso la fiducia che fin dalla nascita l’essere umano entra nel mondo e lo riconosce come abitabile. Si rafforza nei segnali quotidiani, nelle promesse mantenute, nell’ascolto attento; diventa una forza che moltiplica ciò che tocca. Praticare la fiducia significa riattivare l’osmosi tra individuo e collettività. È la concreta affidabilità a tessere la trama invisibile che tiene insieme individui e culture. Non semplice sentimento, ma architettura del vivere civile, risposta creativa alla complessità del presente».
I percorsi tematici
Taobuk si nutrirà di una lunga scia di pensiero, dalla filosofia greca fino all’esistenzialismo di Hannah Arendt – la politologa tedesca cui si deve la lucida configurazione di fiducia motore di ogni prima volta e fondamento del patto sociale – al nuovo umanesimo di autori come Levinas.
Una riflessione che diviene centrale nella letteratura tra Otto e Novecento. Ne La peste di Camus fidarsi è segno di resistenza civile: credere nella solidarietà quando il mondo vacilla. Nella poesia di Rilke, fiducia è, invece, abbandono al divenire, come nei versi del poeta: “Lascia che tutto ti accada: bellezza e terrore”. Sino ad assumere lo status di condizione stessa del vivere in Italo Calvino, che nelle Lezioni americane, invita a credere nella leggerezza, non come fuga, ma come fiducia nella possibilità di attraversare il mondo senza esserne schiacciati.
Il programma si basa su un approfondimento a 360 gradi di sapere e saperi. Un terreno che il festival esplorerà attraverso gli sguardi di scrittori, maître à penser, artisti e scienziati. Un vivace forum pubblico, dove lettori, scrittori ed esperti possono confrontarsi secondo un approccio plurale e integrato. Fino all’evento clou della serata di gala, ripresa e trasmessa dalla Rai, che si terrà il 20 giugno al Teatro Antico con la consegna dei Taobuk Award.
Molti gli anniversari che saranno al centro del calendario. Il 2026 marca, infatti, l’importante ricorrenza dei 90 anni dalla morte di Luigi Pirandello e il Festival ospiterà una celebrazione corale dell’opera e del pensiero del Premio Nobel, mettendone in luce l’attualità culturale e civile. Scrittori e drammaturghi saranno invitati a dialogare con i testi del grande maestro girgentano attraverso riscritture e nuove messe in scena.
In occasione del 120⁰ anniversario del referendum istituzionale che vide la nascita della Repubblica Italiana il 2 giugno 1946, si promuoverà, inoltre, una riflessione condivisa sui valori fondanti della Repubblica e sulla loro attualità, mentre i 250 anni dalla Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti d’America, saranno l’occasione per interrogare il senso dei valori di libertà e democrazia affermati in quel testo fondante.
Tornano anche i tradizionali approfondimenti tematici di Taobuk.
Specifica attenzione sarà data al dibattito sulla giustizia, coordinato dalla giornalista Elvira Terranova e alle istanze dell’innovazione tecnologica e dell’intelligenza artificiale, nell’approfondimento curato dal giornalista Massimo Sideri. Ampio sarà anche il focus dedicato al dibattito geopolitico, curato dal giornalista Paolo Valentino, che offrirà una lettura degli scenari internazionali, con dialoghi che intrecciano diplomazia, mutamenti globali e prospettive euro-mediterranee.
In partnership con la Fondazione Bellonci, Taobuk ospiterà la seconda edizione del Premio Strega saggistica. Sul fronte educativo torna TaobukTeen, lo spazio dedicato alla letteratura per ragazzi e ai progetti di promozione della lettura realizzati insieme alle scuole del territorio, con incontri, laboratori e attività ludico-didattiche.
Un tale approccio corale, affidato alle più autorevoli voci del nostro tempo, rispecchia lo spirito multidisciplinare e multidimensionale della manifestazione, che da sempre si nutre del connubio tra visione e narrazione, tra etica e estetica, mettendo in relazione ambiti opposti della speculazione umana.
In questo scenario, aver posto la fiducia al centro di Taobuk 2026 risuona sotto diversi aspetti con la scelta di Treccani che l’ha eletta parola dell’anno, capace di orientare la vita quotidiana in un’epoca attraversata da trasformazioni profonde. Una nuova configurazione di cui Taobuk si prepara a raccontare la metamorfosi.
