La fabbrica dei Santi: Padre Pio da Pietrelcina

di ANDREA FILLORAMO

Rispondo alla email di un lettore di IMG Press su Padre Pio da Pietrelcina, la cui devozione, a suo parere, è molto esagerata e, quindi, è molto discutibile…

Padre Pio è un “Santo”, venerato dai suoi devoti che sono moltissimi in tutto il mondo, canonizzato dalla Chiesa Cattolica con un processo troppo frettoloso, che non ha dipanato del tutto i dubbi, le incertezze e le accuse fatte al frate di Pietrelcina, che ancor oggi rimangono, per le quali è stato considerato come il protagonista di uno dei gialli più intricanti della Chiesa, a iniziare dall’origine delle sue stigmate.

Accenniamo soltanto alla questione poco o per nulla fatta conoscere e dibattuta nei giornali, nelle televisioni che non hanno mai lesinato e non lesinano i loro spazi al “devozionismo popolare”, dentro cui si muove indisturbato Padre Pio, ma che non è stato così, almeno si spera, nel Dicastero delle Cause dei Santi, il quale ha il compito di vagliare le procedure di Beatificazione e Canonizzazione e che, quindi, ha dato il suo ok per la sua santificazione.

Accenniamo a Padre Agostino Gemelli (1878 – 1959),francescanomedico e psicologo, fondatore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Egli, dopo una prima visita fatta a Padre Pio, per studiare le sue stimmate, avvenuta per incarico della Santa Sede, il 19 aprile 1920, fece recapitare a Roma una lettera con cui liquidò la questione come un inganno, scrivendo appunto, che si trattava di “un bluff… padre Pio – ha affermato – ha tutte le caratteristiche somatiche dell’isterico e dello psicopatico. Quindi, le ferite che ha sul corpo… sono frutto di un’azione patologica morbosa”

La situazione non migliorò nelle relazioni successive, elaborate nel luglio dello stesso anno e, poi, nel 1926.

Il frate, a giudizio di Padre Gemelli, presentava “le note caratteristiche di una deficienza mentale di grado notevole” e lo stesso aggiunge che “la suggestione esercitata (su di lui) dal padre Benedetto ha finito per creare uno stato morboso che fra le sue manifestazioni ha avuto anche le stigmate… Padre Pio a poco a poco è stato vittima e causa della suggestione collettiva che si è andata creando intorno a lui” (Dossier Padre Pio, p. 15).

Dalle indagini archivistiche, comunque, si evince che Padre Gemelli non fu il fautore dei provvedimenti vaticani sul Cappuccino.

Il Sant’Uffizio, oltretutto, preferì non assecondare mai lo scienziato in materia di indagini su fenomeni straordinari di cui egli si interessò.

La tesi sostenuta da Padre Gemelli non fu mai abbandonata.

E’ stato nel 2007 Sergio Luzzatto storico, giornalista e conduttore televisivo in “Padre Pio. Miracoli e politica nell’Italia del Novecento”, che, leggendo alcuni documenti e dei biglietti autografi, ha rivelato – come lui dice – che il frate chiedesse ad una sua devota e farmacista di procurargli in gran segreto flaconi di acido fenico, che causa bruciature alla pelle e, soprattutto, di veratrina, una sostanza fortemente caustica, cioè dei farmaci che, applicati su mani e piedi, avrebbero potuto lacerare i tessuti.

Padre Pio da Pietrelcina, quindi, secondo Luzzatto avrebbe sedotto migliaia di fedeli, attraverso l’inganno delle stimmate.

Sostenitore di questa posizione estremamente negativa nei confronti di Padre Pio che andava anche al di là delle stimmate, è stato Mario Guarino, scrittore e giornalista, autore di un’analisi dettagliata delle vicende terrene del santo, contenuta in “Santo impostore. Controstoria di padre Pio, Kaos Edizioni 2004 p. 149).

Egli ha osservato che la figura di padre Pio sia stata ben lontana dall’immagine fornita in seguito dalla Chiesa e ha scritto: “Da vivo la Chiesa lo definì ufficialmente un impostore. Da morto è stato subito beatificato e a tempo di record santificato, il suo epicentro è a San Giovanni Rotondo e la regia è in Vaticano. Tutt’intorno un corollario di intrighi, maneggi e scandali”.

Nella sua ricostruzione, Guarino ha messo seriamente in dubbio la buona fede del frate, citando diversi casi in cui il Santo si sarebbe reso protagonista di veri e propri raggiri ai danni di fedeli e della stessa Chiesa. Negli ultimi due capitoli, in particolare, l’autore si sofferma sull’enorme giro di soldi che si sarebbe creato intorno alla figura del Cappuccino.

Stando a questa ricostruzione, l’ospedale fondato da padre Pio a San Giovanni Rotondo, noto come Casa Sollievo della Sofferenza, sarebbe stato a lungo al centro di una serie di disavventure finanziarie.

Dopo l’intervento dello Ior, la Banca Vaticana, la struttura si sarebbe trasformata- così scrive l’autore – in un centro di potere politico ed economico, sostenuto dai fondi milionari dello Stato e della Regione Puglia.

Sullo sfondo, quindi, Mario Guarino descrive un’Italia soggiogata dalla figura di un santo-truffatore, piegata dall’ignoranza e dalla superstizione.

Al di là, tuttavia di un ipotetico fango sulla figura e sulla santità di Padre Pio, il culto e la devozione nei confronti del Santo non si sono mai arrestati, anche davanti alla delusione avuta il 2 e 3 marzo 2008, quando i frati di San Giovanni Rotondo, riaprirono la bara per ostendere il suo corpo.

Essi credevano che il corpo del Frate di Pietrelcina fosse incorrotto come avviene per molti Santi, ma per Padre Pio, non è stato come si aspettavano milioni di devoti che erano certi del miracolo.

I Padri Cappuccini immediatamente ricorsero a una maschera di silicone per il volto, ne coprirono lo scheletro con un saio, coprirono quel che rimaneva delle mani con guanti, prima di metterlo in mostra per la venerazione dei fedeli.

Concludendo: ricordiamo che già nel 1960 l’indimenticabile Papa Giovanni XXIII, non era stato tenero nei confronti di Padre Pio che allora era vivente, anzi l’aveva definito un «un idolo di stoppa» che significa un frate mancante di nerbo e di personalità al quale, però, si attribuivano caratteri e poteri soprannaturali.; tuttavia anche nei momenti di massima preoccupazione per le notizie allarmanti sulle vicende che provenivano dalla Puglia e dagli stessi confratelli che riguardavano Padre Pio, il Papa , come in seguito dirà il suo segretario Capovilla, “aveva anzitutto pregato e auspicato nel suo cuore che tutto fosse infondato.”

Sicuramente le notizie sono state totalmente infondate per Giovanni Paolo Secondo, che negli anni del suo pontificato ha istituito una “fabbrica dei Santi” e non ha avuto alcuna difficoltà a canonizzare in breve tempo e a inserire nel calendario liturgico Padre Pio da Pietrelcina.