Quando il capo del governo, Giorgia Meloni, dice (oggi alla festa del suo partito – Ansa) che per l’educazione sulla sessualità a scuola “educare i figli su materie così delicate è compito dei genitori”, “lo Stato che pretende di sostituirsi ha dimenticato i suoi limiti”, serve a capire dov’è la differenza tra sessuofobia e sessualità.
Dove la prima – sessuofobia – considera il sesso come qualcosa di estraneo all’individuo in quanto tale, qualcosa al di fuori della consuetudine, della vita e della socialità. Argomento/materia da trattare con delicatezza legata alla cultura di chi viene considerato padrone dei bambini/adolescenti, piuttosto che naturalezza come quelle di tutti gli aspetti della vita degli individui.
Non a caso, infatti, per l’insegnamento della religione cattolica si deve chiedere l’esenzione, dando per scontato che sia materia della didattica. Mentre per la sessualità si deve chiedere il consenso ad insegnarla, non dando per scontato che sia materia della didattica.
Non solo, ma forse si chiede l’autorizzazione ai genitori per l’insegnamento delle scienze (essendoci per questa materia diverse possibilità di approccio, dal creazionismo all’evoluzionismo, e non solo)? Certo che no. Ma visto quanto si decide in materia di sessualità, visto l’avanzamento istituzionale e culturale di approcci creazionisti a diversi aspetti della vita, non ci sarebbe da stupirsi che in un domani prossimo anche le scienze subissero lo stesso trattamento della sessualità.
Infine, siccome la nostra primo ministro usa la propaganda politica e culturale invece della razionalità, quando dice che “I figli non sono dello Stato o dell’ideologia, ma delle mamme e dei papà”, cerca solo, creando confusione, di mimetizzare il proprio statalismo ideologico, cambiando le carte in tavola della nostra democrazia: lo Stato, come nel caso della “famiglia nel bosco”, non è estraneo alla famiglia. Lo Stato ha il dovere di tutelare i bambini dalle inadempienze civiche e sociali dei genitori. E – lo ribadiamo – lo Stato che non insegna sessualità a scuola crediamo non tutelerebbe i bambini dal loro diritto ad essere informati/educati su chi e cosa sono a partire dal proprio corpo.
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc
