Il Corriere e il golpe di De Benedetti – Prodi – Renzi

 

di Nicola Currò

Il Corriere della Sera la bomba l’ha lanciata. Per mezzo di Alan Friedman – giornalista che qualche copia di “Ammazziamo il gattopardo” deve pur venderla – ha deciso di far sapere agli Italiani che nel novembre 2011 si consumò un golpe operato da Napolitano ai danni di Silvio Berlusconi e dell’Italia. Meno male che il Corriere c’è verrebbe da scrivere! Certo, gli ingredienti e i retroscena per giustificare la tesi golpista, avanzata dal Corriere, ci sono tutti, meno chiaro risulta però quale interesse possa avere il quotidiano di via Solferino a puntare oggi l’attenzione su una delicata faccenda che riguarda uno tra i suoi più acerrimi nemici.
Il sospetto è d’obbligo e il dubbio che dietro le quinte si stia giocando una nuova serrata partita di riposizionamento del potere, questa volta sì ai danni degli Italiani, è più che una certezza. La conferma viene proprio dal Corriere e dal video realizzato per supportare le tesi di Friedman. Nel video vengono intervistati il sempreverde ing. Carlo De Benedetti e il redivivo Romano Prodi, entrambi uomini di potere con pesanti entrature nel mondo economico, che spiegano come Monti abbia chiesto loro consiglio prima di accettare l’incarico di Napolitano. Il timore è che stavolta la lettera scritta da Napolitano, per rispondere al Corriere e per ribadire che nel novembre del 2011 non si consumò nessun golpe, non sarà sufficiente ad evitare che riaccada quanto avvenne con Cossiganel 1992.
A breve dunque avremo le dimissioni di Napolitano, il Quirinale sarà affidato al presidente del Senato Pietro Grasso e in poco tempo assisteremo all’elezione di nuovo presidente della Repubblica che avverrà prima dello scioglimento delle Camere. In tutta sta faccenda il ruolo di kingmaker sarà giocato da Matteo Renzi il quale, non dimentichiamolo, ha come primo sponsor l’ing. De Benedetti e come padrino politico quel Romano Prodi che qualche mese fa, proprio dal sindaco di Firenze, fu proposto per il Quirinale.
Insomma i conti tornano: Renzi ringrazierà Prodi per aver fatto cadere il governo Letta e lo farà eleggere Presidente della Repubblica; Prodi una volta salito al Quirinale scioglierà le Camere facendo in modo che Renzi diventi Presidente del Consiglio. I conti tornano: Prodi gusterà la giusta vendetta nei confronti di D’Alema, che lo impallinò proprio nel momento in cui il Colle sembrava a portata di mano, e De Benedetti avrà salvaguardati i propri interessi economici in Italia. Ancora una volta l’unica variabile indipendente ai poteri precostituiti rimane lui, il Cavaliere.
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