Petrachi completa la Roma per una buona stagione

Roma: si riparte. Gli esuberi erano tanti, complice la scellerata campagna acquisti di Monchi della scorsa estate, il lavoro in entrata doveva essere abbondante per ricostruire una squadra che la passata stagione aveva mostrato grosse lacune in tutti i reparti.

 

Petrachi ha lavorato come la formichina operosa delle favole di Esopo: nessun grande annuncio, prima ha pensato a vendere chi per motivazioni tecniche, ambientali o progettuali non poteva più far parte del mondo Roma, poi ha potuto fare una campagna acquisti abbondante che regala a Fonseca numerose alternative.

Fonseca potrà infatti contare su un parco giocatori abbondante, che gli consentirà una rotazione di uomini in ottica europea e una varietà di moduli a seconda del piano tattico.

Ma a dispetto degli acquisti, roboanti o meno, il capolavoro di Petrachi, è stato riuscire a trattenere un Dzeko che già vestiva a tinte nerazzurre.

Il bosniaco, vero leader e trascinatore della Roma, è un top player, sempre troppo criticato per l’apporto che dà alla squadra, oltre che in termini di gol, per l’aiuto che fornisce nella costruzione del gioco.

In un momento storico e calcistico, in cui 50 milioni sono la valutazione minima per qualunque pseudo fenomeno reduce da una buona stagione, avere un usato sicuro, goleador sia in Germania che in Inghilterra, oltre che in Italia, con ancora davanti almeno 2 stagioni ad alto livello, è una manna dal cielo da difendere con unghie e denti.

ACQUISTI
SPINAZZOLA 29
DIAWARA 21
PAU LOPEZ 23
MANCINI 2+13+(8) OBBLIGO DI RISCATTO
VERETOUT 1+6+(2) OBBLIGO DI RISCATTO
CETIN 3
ZAPPACOSTA PRESTITO
SMALLING 3  PRESTITO
KALINIC 2+9 DIRITTO DI RISCATTO
MKHITARYAN 3 PRESTITO

 

 

TRASFERIMENTI
MANOLAS 36
PELLEGRINI 22
EL SHAARAWY 16
MARCANO 3
GERSON 12
VERDE 1
KARSDORP PRESTITO
NZONZI 0+16
OLSEN PRESTITO
DEFREL 3+9+(2)
SCHICK 3+22 DIRITTO DI RISCATTO

Tra parentesi i bonus

L’amore con lo svedese non è mai sbocciato, a ben vedere considerate le prestazioni disastrose.

Pau Lopez non è un portiere straordinario, ma fa il suo sporco lavoro.  Ha lo scotto da pagare di essere il portiere più caro della storia della Roma, ma complice il suo predecessore, i tifosi saranno più benevoli con lo spagnolo, come lo sono stati nella seconda parte di stagione con Mirante.

Olsen, a causa dell’infortunio di Cragno, avrà modo di rilanciare la sua carriera in terra sarda.

Per quanto dolorosa dal punto di vista tecnico, quantitativo e per l’equilibrio dello spogliatoio, la cessione di Manolas è stata ben remunerata, e sostituita con Mancini, un ottimo prospetto, nel giro della nazionale e reduce da un’ottima stagione nell’Atalanta, culminata con il terzo posto, e da Smalling, un titolarissimo nello United, bisognerà vedere l’adattamento in Italia, con una mentalità di difesa impregnata di tatticismi.

Zappacosta e Spinazzola possono essere considerati, non solo valide alternative, ma possibili titolari in caso di avanzamento di ruolo per Florenzi e Kolarov.

Pellegrini è stato sacrificato nell’operazione con la Juventus, per portare l’ex atalantino nella capitale.

È stata preferita l’esperienza alla freschezza, complice un ginocchio che nella scorsa stagione ha dato non pochi problemi all’esterno difensivo, ora titolare del Cagliari.

Veretout e Diawara regalano a Fonseca la possibilità di una varietà tattica di cui i suoi predecessori non disponevano. Vittima sacrificale Nzonzi, fresco campione del mondo, con cui non era mai scoppiato l’amore, complice un modulo non ideale per le sue caratteristiche.

La qualità c’è sempre stata, se si chiede agli addetti ai lavori il più forte in allenamento era sempre lui: Patrick Schick.

Ma Roma è una piazza troppo calda, passionale, forse pesante per un giocatore con le spalle non sufficientemente larghe, come si è dimostrato il ceco.

A Lipsia, una realtà che da qualche anno valorizza numerosi giovani, potrà fare bene, e il riscatto, fissato a 22 milioni, deve far sperare i tifosi giallorossi nella definitiva esplosione di quello che sembrava uno dei più cristallini talenti del nostro campionato.

A sostituirlo Kalinic, una buona riserva che già conosce il nostro campionato, e che difficilmente troverà spazio come titolare.

La nota dolente è la partenza di El Sharaawy, che per qualità guidava l’attacco giallorosso.

Ma i soldi dell’Oriente erano tanti, e nonostante gli iniziali rifiuti, è comprensibile l’approdo in Cina del Faraone.

A sostituirlo, sul gong, ci penserà Mkhitaryan: armeno dai colpi importanti e con un curriculum sempre al top ( Dormunt, United e Arsenal).

 

A differenza delle scorse campagne acquisti si tratta di una squadra rinnovata e non smobilitata e ridimensionata, completa in ogni reparto, con un’abbondanza mirata che offre al portoghese soluzioni tattiche importanti.

Petrachi merita un 7 pieno, non era facile prima vendere e con i soldi ricavati fare mercato. Lui c’è riuscito grazie ad un lavoro oculato

Ora toccherà al campo dare le risposte.

 

Claudio Andò