Noi stiamo con il Coni: che furbetti questi della Lega

Coni – Il Senato della Repubblica  con 154 sì, 54 no e 52 astenuti. ha approvato in via definitiva Legge delega sullo sport voluta dal sottosegretario il leghista Giancarlo Giorgetti (http://www.senato.it/leg/18/BGT/Schede/Ddliter/51970.htm) .

 

Non è servito neanche l’appello del Comitato olimpico internazionale, presieduto da Thomas Bach, che con una lettera ufficiale ha scritto che il Governo non può avere “un ‘controllo’ specifico” sugli enti che compongono il Comitato olimpico nazionale. La legge “intaccherebbe chiaramente l’autonomia del Coni” in sei punti, scrive il Cio, minacciando di poter adottare “la sospensione o il ritiro del riconoscimento del comitato olimpico”.

Ma il Governo, e per esso la Lega,  non ha battuto ciglio, come annunciato dal capogruppo Massimiliano Romeo: si è andato avanti  lo stesso con l’approvazione “a prescindere da lettere e letterine varie”.

La nostra è una preoccupazione legittima, ma che ha un aspetto sconsolante: neppure un illustre gestore della materia, come il presidente Giovanni Malagò, ce la fa da solo. Ecco perché chi ama lo sport lo deve sostenere in questa battaglia. Bisogna associarsi.  L’intransigenza, la rigidezza, ci sono oppure no?

Il confronto al quale abbiamo assistito da qualche mese a questa parte, tra Governo e Coni e di recente il Comitato Internazionale Olimpico (CIO), è stato molto aspro e sembra un teatrino già visto più volte, anzi tra quello che ha registrato i maggiori ritorni economici nel  politico del nostro paese. – Cioè, quando si annuncia un cambiamento c’è chi si difende strenuamente e chi lo difende con con vigore forte delle necessita del cambiamento. Possiamo affermare Orazi e Curiazi, guelfi e ghibellini, siamo sempre lì. E lo siamo ancora di più quando si tocca l’ordinamento sportivo italiano, il Comitato Olimpico. In questa competizione, è evidente che si tratta di capire chi vince e chi perde.

Di sicuro ci perde lo SPORT con la S maiuscola,  quello dei quartieri, quello delle borgate, quello fatto di tanti sacrifici, da giovani e meno giovani, che si illudono per un goal fatto o per una stoccata portata a segno o semplicemente per un set vinto a tennis.

Forse è colpa del sistema politico, forse della miseria umana. Su un binario morto sono finiti alcuni presidenti di federazione, ma si ha l’impressione che le responsabilità siano tante. Governo, Lega, Salvini, Giorgetti… problemi di bilancio, recupero crediti, cambiali da pagare, poltrone da assegnare. Addio sport, addio etica, tutela della salute nessuno, alla fine, si sorprende, a tutto si fa l’abitudine, anche ai salti della quaglia e agli sprechi, e la parola vergogna entra nei nostri discorsi senza emozione. Perché tutti i protagonisti dello scippo al Coni hanno sempre una accorata spiegazione. Non piace, questa strada.

Tra i principi fondamentali – scrive il Cio al Coni – che “le organizzazioni sportive aderenti al movimento olimpico devono essere politicamente neutrali.

Hanno il diritto e l’obbligo di autonomia, comprese la libera determinazione e il controllo delle regole dello sport, la definizione della struttura e della governance delle loro organizzazioni, il diritto di elezioni libere da qualsiasi influenza esterna e la responsabilità di assicurare che siano applicati i principi di buona governance”.

Inoltre, per restare all’interno del movimento è necessario “il rispetto della carta olimpica e il riconoscimento da parte del Cio”. “Per adempiere alla propria missione, i comitati olimpici possono cooperare con i governi, tuttavia, essi non devono intraprendere azioni contrarie alla carta olimpica”. Il Coni deve “preservare la propria autonomia e resistere a pressioni di qualsiasi tipo, incluse, quelle politiche, giuridiche, religiose o economiche che potrebbero impedire loro di adempiere alla carta olimpica”.

La cui violazione fa scattare sanzioni “compresa la sospensione o il ritiro del riconoscimento di tale comitato olimpico nazionale se la costituzione, la legge o altre norme in vigore nella nazione in questione, o qualsiasi atto da parte di organi di governo o altri organismi, sia di ostacolo all’attività o alla libera espressione dello stesso comitato. Premesse, commenti e saluti.

Dalla pubblicazione sulla gazzetta lo sport italiano avrà nuove regole. Il Coni non sarà più la cabina di regia dello sport nazionale ma sopratutto la cassaforte: con la gestione, oltre 400 milioni che ogni anno la legge di bilancio assegna alle federazioni sportive tramite, appunto, il Coni.

Il Coni resterà la casa solo delle competizioni olimpiche con un budget ridotto. Il rischio più alto è «la sospensione o il ritiro del riconoscimento del comitato olimpico». Significa che a Tokyo 2020 gli atleti italiani potrebbero andare senza bandiera: squadre fuori e atleti in gara come indipendenti”.

L’altro punto incriminato  e quello del controllo specifico del governo sulle federazioni e non dal Coni  è in quest’ottica il passo in avanti dei  cinque «grandi» presidenti federali  (Calcio, Pallavolo, Nuoto, Basket, Tennis) ha fatto storcere il naso al mondo sportivo che potrebbero entrare nelle grazie della nuova governance del sport nazionale e ricevere in dono qualche extra finanziamento utile a risollevare i bilanci delle rispettive federazioni. Ma è una notizia già rivelata da molto tempo. D’altra parte cos’è il teatrino all’italiana nella sua migliore espressione se non una recita al limite dell’avanspettacolo?  Un vuoto di memoria? Consisteva nell’esibizione di comici, ballerine, cantanti, illusionisti ecc… Direi che ci siamo.

Ciuff…e…Tino