L’Orlandina Basket è la  vincitrice morale del campionato di Legadue

 L’Orlandina Basket è la  vincitrice morale del campionato di Legadue. Questo concetto espresso in modo pubblico da un dirigente dell’Orlandina noi ci sentiamo di condividerlo…

 

Non è giusto. Ed è sommamente ingiusto che non venga biasimato il verdetto che vuole la Virtus Roma già promossa a danno della formazione di Capo d’Orlando: questo pervicace errore in cui molti autorevoli opinionisti continuano imperterriti a incorrere.

Brevemente desideriamo ripercorrere i fatti. Qualche settimana fa il giudice sportivo nazionale della federbasket con un provvedimento ha escluso dal campionato di Legadue la Mens sana Basket Siena revocando le omologazioni delle gare disputate fino a quella data. Decisione confermata dalla Corte Sportiva d’appello della federazione. Di fatto questa decisione ha rivoluzionato la classifica del campionato di Legadue assegnando al primo posto (per differenza canestri) alla Virtus Roma in virtù dell’annullamento della sconfitta subita sul campo di Siena.

Ovviamente la cosa ha provocato qualche polemica tranne che a Palermo e soprattutto a Roma. Riccardo Caruso, presidente del Comitato siciliano ha preferito il silenzio. Gianni Petrucci, presidente Fip ha fatto spallucce. Il resto della compagnia di giro invece si tiene troppo sul vago e sul generico. Non sono stati capaci di formulare un progetto serio per mettere una toppa alla vicenda: hanno solo la faccia tosta di rimproverarsi reciprocamente di non averne colpa. Non è esatto. Punto primo. Meno parole, più fatti. Anzi, niente parole, solo fatti: ovviamente hanno di che recriminare i dirigenti orlandini, in quanto, lo scorso anno la vicenda della fideiussione non conforme presentata dalla Viola Reggio Calabria, all’atto dell’iscrizione, non portò allo stravolgimento della classifica, ma alla penalizzazione della sola Viola.

Ma ancora non è tutto perduto perché resta una giornata da giocare e una sconfitta della Virtus Roma a Legnano permetterebbe all’Orlandina di essere artefice del proprio destino.

Per dire: lasciate stare le motivazioni personali. Profonde o superficiali, vere o presunte che siano. Giudicate invece i fatti, le “prove”, per quel che sono. Il destino ha voluto che la Virtus Roma giochi proprio contro la società di cui è presidente il consigliere Federale Marco Tajana. Del resto siamo in Italia anzi in Sicilia e per noi siciliani l’ingiustizia, l’iniquità, la prepotenza, la sopraffazione, la prevaricazione, l’illegalità,  i soprusi e le  angherie sono all’ordine del giorno per cui la corazza degli orlandini neanche viene scalfita.

Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi e questo antichissimo proverbio di saggezza popolare dalla valenza un po’ criptica ci insegna che le astuzie e le malvagità non troveranno nessun coperchio per tenerle nascoste e che tutto viene a galla. Per cui aspettiamo con fiducia queste gare del sabato Pasquale dove magari i Knights di Legnano non faranno trovare una amara sorpresa ai tanti tifosi romani anche quelli di via Vitorchiano.

Riassumendo, si potrebbe sintetizzare così: Presidente Petrucci, in nome dello sport, una nuova cultura del basket (la qualità per ora la lasciamo perdere), nell’interesse dei campionati per rafforzarne la credibilità. Con esclusione degli interessi settoriali, egoistici, personali.

Perché i nostri federali non vogliono confrontarsi con esso: coraggiosamente, doverosamente? Viene un sospetto. Che non lo facciano non già perché non sanno o non vogliono. Semplicemente, perché lo hanno già fatto. Non solo l’hanno osservato, e studiato. L’hanno fatto loro. L’hanno assunto, l’hanno assimilato. Devono essere loro – i federali – a orientare le pulsioni, confuse e contraddittorie quanto si vuole, degli appassionati, dei tesserati, verso soluzioni pratiche e praticabili. A loro piace parlare, eccome basta sentirli una volta sola in televisione – ispirandosi a quella stessa vacuità euforica: tanto generosa (vogliamo il bene del basket, noi, vogliamo dare luce al movimento, vogliamo aiutare i ragazzi a credere nelle sport, nelle sue regole, il merito, l’etica, l’onestà, la trasparenza) quanto generica e fatua. Si sono fatti padroni pure della critica, della polemica, dell’indignazione. Hanno fatto proprio il “libro dei sogni“. 

Viene il sospetto che la nostra federazione – con tutti i suoi difetti – abbia confuso torti e ragioni. Che non riesce più nemmeno a intravedere il fumo dal fuoco, come nel caso di Siena: la promozione della Virtus Roma di oggi, la maledizione della condanna della Viola Reggio Calabria di ieri. Una strizzata d’occhio alla giustizia che non è uguale per tutti. Per capire come funzionano le cose nel mondo italico del basket talvolta non è nemmeno necessario entrare in quel maestoso edificio di via Vitorchiano

Ciuff…e…Tino