L’esercizio è medicina, prevenzione e cura di molte patologie croniche

Padova – Si è ufficialmente aperto il X Congresso della European Initiative for Exercise in Medicine (EIEIM), partner di Exercise is Medicine (EIM), l’iniziativa sanitaria globale gestita dall’American College of Sports Medicine (ACSM) che si prefigge di rendere la valutazione e la promozione dell’attività fisica uno standard nell’assistenza sanitaria.

Location d’eccezione l’Orto botanico di Padova, da oggi fino a sabato 29 ottobre. “Exercise is Medicine” si impegna a promuovere lo sport per il mantenimento di una salute ottimale, considerandolo parte integrante nella prevenzione e nel trattamento di molte condizioni mediche. L’evento, che si inserisce nelle celebrazioni per l’anniversario degli 800 anni dalla fondazione dell’Università di Padova, è principalmente (ma non esclusivamente) rivolta a medici professionisti dell’ambito sanitario e a chinesiologi. L’evento è organizzato da Exercise is Medicine – EIM®️ Italy, sotto l’egida del Dipartimento di Medicina, in collaborazione con Motore Sanità.

Il congresso si è apre con una prima sessione relativa all’esercizio fisico in Medicina. A presentare questa sessione sono due moderatori di spicco, il Professor Andrea Ermolao dell’Università di Padova, organizzatore del congresso e responsabile putativo di Exercise is Medicine Italy, nonché direttore dell’UOC di Medicina dello Sport e dell’Esercizio, e il Professor Jürgen Steinacker dell’Università di Ulm, Presidente di EIEIM.

“Exercise is Medicine” nasce da una iniziativa istituita nel 2007 negli Stati Uniti, poi si è diffuso in molti paesi, in tutta Europa e in Italia è attiva dal 2019 – spiega il Professor Ermolao -. L’iniziativa vuole sensibilizzare la popolazione ma anche la politica, i medici e tutta la classe sanitaria sull’importanza dell’esercizio come vera e propria medicina. Oggi le evidenze scientifiche sono fortissime, sappiamo che l’esercizio può essere una vera e propria medicina, prevenzione ma anche cura di molte patologie croniche, per questo deve essere diffuso e far parte della pratica clinica quotidiana. Il problema, però, è che oggi l’utilizzo dell’esercizio non è implementato e non è realizzato nella vita reale. Questo congresso intende esaminare questi aspetti di implementazione e di introduzione dell’esercizio nella pratica clinica e i benefici che si possono trarre come vera terapia”.  Il messaggio è dunque: “Non è mai troppo tardi, anche per chi ha una patologia o non è attivo, per iniziare a fare attività fisica – ribadisce Ermolao -. A qualsiasi età e in qualsiasi condizione c’è un’attività fisica che può essere appropriata, coerente e adeguata al livello funzionale e alle problematiche cliniche che la persona ha. L’attività fisica, se una persona inizia a praticarla può dare dei grandissimi benefici non solo psicologici, ma anche clinici migliorando la funzione e lo stato di salute della persona. È provato da un’ampia letteratura, dobbiamo solo metterlo in pratica”.

Apre la sessione la Vicepresidente di EIM, Robyn Stuhr presentando un’importante relazione su come la pandemia del Covid-19 abbia influito sull’aumento di sedentarietà della popolazione mondiale, e concentrandosi sulla “necessità di un’integrazione multidisciplinare per implementare l’esercizio nei sistemi sanitari”. “La possibilità di fare sport è stata ridotta notevolmente a livello statale, con la chiusura di scuole, impianti sportivi, a causa della pandemia Covid. È stato un trend omogeneo in tutto il mondo anche se ci sono state delle differenze da regione a regione, e questo ha avuto un impatto negativo notevole sulla salute a livello globale”.

Poi la Vicepresidente Robyn Stuhr ha presentato il concetto di approccio “whole-of-day” per ridurre la sedentarietà e spostare l’ago verso una popolazione più attiva.  “Per decenni abbiamo provato a far fare esercizio fisico alle persone, ma sfortunatamente l’approccio non era quello corretto. Oggi ci si sta concentrando per fare cambiare le abitudini sbagliate delle persone, facendo leva sulla loro percezione della sedentarietà: gli individui devono rendersi conto di quanto tempo sono stati seduti perché possano fare del movimento per combattere questa sedentarietà. Bastano davvero delle piccole azioni per rompere questo disequilibrio, per esempio prendere le scale invece che l’ascensore o passeggiare nella stanza in cui si lavora di tanto in tanto. Insomma, dobbiamo trovare delle opportunità durante la giornata per muoverci proprio come troviamo il tempo per fare degli spuntini”.

 

Mark Stoutenberg, Professore al Dipartimento di Kinesiologia dell’Università di Temple, approfondisce il tema dell’ ´implementation science´ e mirata all’integrazione efficace dell’attività fisica nei sistemi sanitari. “La valutazione del paziente deve essere fatta in team perché bisogna capire insieme se le caratteristiche fisiche del paziente che entra in ospedale sono compatibili con l’attività fisica propostagli. Bisogna quindi coinvolgere diverse figure, come per esempio il fisioterapista, il clinico e l’infermiere che devono fornire una consulenza, e tutto questo deve essere portato anche al di fuori della struttura ospedaliera perché il paziente deve essere circondato da una comunità che possa supportarlo. Sembra facile, ma quando si passa all’atto pratico è molto complesso coinvolgere tutte queste figure, quando però si riesce a farlo in maniera efficace è molto gratificante sia per i medici sia per i pazienti”. Così ecco le migliori strategie per superare queste difficoltà. “I livelli su cui bisogna lavorare sono molti, a livello individuale il paziente deve essere coinvolto e partecipe, a livello della struttura clinica deve esserci un supporto da un punto di vista dell’amministrazione, della logistica e di personale formato”.

 

Martina Celidoni del Dipartimento di Economia dell’Università di Padova, ha invece affrontato il tema dei costi dell’inattività fisica per i sistemi sanitari e di come l’attività fisica sia un intervento costo-efficace, anche se la quantificazione di tale efficacia possa essere metodologicamente difficoltosa. “Dalle analisi socio-economiche emerge come la sedentarietà rappresenti un costo per i sistemi sanitari, come quello italiano. L’attività fisica può essere un intervento costo-efficace in quanto i benefici più che compensano i costi diretti nel breve periodo. Sicuramente gli interventi di exercising portano a risparmi importanti, in alcuni contesti il medico di base già opera in questo senso, diventando di fatto il canale principale per fare questo tipo di politiche. Nel nostro Paese ci sono delle iniziative di questo tipo ma il sistema sanitario nazionale ne beneficerebbe maggiormente se queste iniziative fossero più diffuse, coordinate e strutturate, in modo tale da fornire anche dati su cui fare delle vere e proprie valutazioni solide”.

 

Questa giornata si concluderà con la corsa/camminata “Aspettando la Corri X Padova”, l’incontro sportivo che dà appuntamento questa sera alle 20,30. La partenza è prevista da Prato della Valle. I cittadini potranno sperimentare i benefici dell’attività fisica della corsa e della camminata attraverso due possibili percorsi in città: uno da 8 chilometri e uno da 5 chilometri. Sempre in Prato della Valle, dalle 19.30, negli stand di “Exercise is Medicine”, sarà possibile ottenere una consulenza personalizzata sull’attività fisica (soprattutto per persone con patologie) e ritirare le magliette ufficiali dell’evento (fino ad esaurimento scorte). Sono previsti assistenza, scorta tecnica e riscaldamento pre-corsa/camminata con personale qualificato. L’appuntamento è gratuito e non è necessaria l’iscrizione.