L’anno nero del basket italiano e il bilancio della FIP

L’anno nero del basket italiano e il bilancio della FIP in profondo rosso. I numeri non mentono perché la matematica non è l’opinione di IMG Press. I numeri nel basket come nella vita sono tutto e allora becchiamoci questo salasso. Numeri, dichiarazioni, flop. Epperò analizziamolo il contenuto con la solita ironia, quell’irriverenza che ai nostri lettori piace. Via il grigio, via la comunicazione precisa, brillante e autorevole (ma ingessata!)

Gli appassionati di questo sport sono stati presi in giro per tanti anni, da quando quello che è rimasto del basket di una volta si è impantanato prima nei campionati maggiori e poi in quelli minori. La crisi della maglia azzurra è la sintesi perfetta del movimento. I numeri non mentono, dicevamo. Esperti opinionisti hanno sbeffeggiato i federali usciti dalle accademie del lei non sa chi sono io, ridicolizzando la loro fissazione per una guerra ai numeri. Una guerra che qualcuno più bravo di noi la battezzerebbe di fanteria, di carri armati, di trincea e grandi manovre. Accendete Sky, dicevano ai loro detrattori e guardate come si fa la pallacanestro moderna, tutta puntamenti laser e testate intelligenti e dirigenti colti che schiacciano a canestro. Guardate e imparate, voi che sognate ancora i canestri di Antonello Riva e studiate sui quaderni di Dan Peterson.

Sembrava un modello consegnato al passato epperò mai si era arrivato cosi in basso nella pallacanestro italiana e non ci riferiamo ai risultati sportivi bensì alla gestione economica dell’intero movimento. I conti in rosso di Torino sono noti come quelli di Siena, Reggio Calabria e Napoli. Chi controlla chi? Ma potremmo riempire una pagina intera di società che hanno grossissimi problemi economici.  Ma oltre alle società  navigano in profondo rosso anche in conti della federazione italiana pallacanestro presieduta da Gianni Petrucci.

Si avete capito bene la FIP è in piena crisi economica in quanto in appena dodici mesi si è passato dall’utile d’esercizio del 2017 di €.170.389,15 centosettantamilatrecentottantanove alla perdita d’esercizio per il 2018 di ben  €.1.112.058,38  unmilionecentododicimilazerocinquantotto! Ma la cosa più grave e che la perdita d’esercizio è più consistente difatti mentre la sede centrale espone un’utile di €.305.519,22 i comitati territoriali (quelli regionali sono la stragrande maggioranza) presentano una PERDITA DI €.1.415.577,60 si avete capito bene quasi un milioneecinquecentomilaeuro!!!!!!!! (pag 62. relazione al bilancio redatta dal collegio dei revisori dei conti http://www.fip.it/public/documento/1/bilancio%20consuntivo%20d’esercizio%202018.pdf )

Ci manca solo che l’agenzia internazionale di valutazione Standard & Poor’s annunci che potrebbe rivedere al ribasso il rating dell’Italia della pallacanestro. Battutaccia, chiedo scusa presidente Petrucci!

Vien quasi voglia di difenderli, questi dirigenti Fip. Che ne pensa il Coni di Giovanni Malagò? D’accordo i giochi sulla neve hanno la priorità ma lo sport del basket non può essere messo in secondo piano, vero presidente?

Malagò dirà ancora a Petrucci «sono da sempre il migliore amico della Federazione», poi però quando si mette a parlare della gestione non una parola, neanche una, per quei dirigenti, un tempo così amati e fedeli. Cavoli, i numeri non mentono. E dunque: l’avrà fatto apposta?

È malinconico constatare a quale considerazione sia decaduto il leggendario asse del basket. E’ dura doverlo ammettere: questa Fip annaspa anche se non tutto è da gettare. Nel bilancio in rosso c’è del buono, Petrucci prova ancora a convincere il tifoso che, considerando la situazione, considerando quello che è capitato nel mondo, considerando le resistenze e le bizze dei suoi alleati, appunto, fin troppo è stato fatto. Tralasciamo sul fatto che il collegio dei revisori dei conti ha dato il suo parere in data 06-05-2019 e quattro giorni dopo il 10-05-2019, lo stesso del consiglio federale che l’approvato, la società di revisione contabile ha redatto la relazione di revisione contabile sul bilancio d’esercizio specificando che il bilancio nel suo complesso non contenga errori significativi, dovuti a frodi o a comportamenti non intenzionali.

Che resoconto piacevole! Ma gli stress dell’ultima stagione sono stati tanti e, anche a dispetto del movimento non così ostile, si fanno sentire gli anni grigi. Troppi, per passare la cruna dellago.

Noi siamo certi che non ci siano azioni o comportamenti fraudolenti in seno ai massimi vertici federali, in quanto  in caso contrario non era su queste pagine la nostra critica, ma riteniamo che vi sia una forte responsabilità politica che ha portato alla perdita d’esercizio. I numeri della relazione sono impietosi meno tesserati, meno ricavi, nonostante l’aumento del quattro per cento delle tasse gare e del sedici percento delle multe, e non lasciamo scampo alla valutazione negativa del massimo organo di gestione.

Presidente Petrucci e Consiglieri Federali come riporta espressamente la società di revisione siete Voi i responsabili della redazione del Bilancio d’esercizio e quindi della perdita d’esercizio anche se la perdita d’esercizio proviene dai comitati territoriali. Il lavoro di Petrucci non va «buttato alle ortiche» anche perché «abbiamo un’ottima squadra, abbiamo ottimi presidenti regionali». Non tutti, per la verità…

E infatti non lo sono, ma li avete visti in Sicilia quanto sono ingessati? Spesso pare di essere finiti su “Scherzi a parte“, qui siamo passati direttamente dal gioco del basket – campo, regole, etica, autorevolezza, sportività – al gioco delle tre carte: le regole con gli amici si interpretano con i nemici si applicano! Mi spiace, ma è la fine dello sport, la fine del movimento.

E così presidente Petrucci, nemmeno un grammo di interesse, neppure quando finalmente si passa alle cifre? Ah certo, i numeri come il referente siciliano, Riccardo Caruso, non li dà nessuno. È anche l’unico che prima li dice e poi se li scrive, con quel suo bel faccione. Lui è bravissimo in matematica, e mentre non risponde alle domande di chi vuol vedere le carte (trasparenza, legalità, controllo), decide di tutto. Non ha mica tempo da perdere, lui. Ma le soluzioni per fermare l’emorragia di tesserati ed entrate? L’andamento di questa federazione è stato sconfortante non tanto per i toni esasperati, i colpi bassi, la slealtà non solo intellettuale, che l’hanno caratterizzata: chi si aspettava buone maniere e civiltà nella discussione o ha perso la memoria o dispone di un tasso di ingenuità davvero eccessivo. A noi pare che, se va avanti così, la gente finisca per andare a vedere altro. Alla fine del bilancio speravamo di poter esercitare un giudizio; invece, ci dobbiamo accontentare di un pregiudizio.

Ciuff…e…Tino