Italia – Spagna? vincere o morire: E morte è stata!

Italia – Spagna? vincere o morire: e morte è stata! Adesso non ci resta che assistere al funerale della pallacanestro Italiana. Be’ , cosa c’è di strano? Con i nostri eroi che lottano per 40 minuti, ma perdono al termine di una partita complicata in un finale in cui l’Italia non riesce mai a fare canestro. Una sconfitta pesante, che condanna i ragazzi di coach Meo Sacchetti ad abbandonare il mondiale con una gara d’anticipo. Inutile il match di domenica contro il Porto Rico. Qualificate ai quarti di finale Spagna e Serbia…

 

Per quel che mi consente il mio ottimo umore, segnalo lo stile-Petrucci, Come? Voi dite che conoscevate lo stile – demofederale? Non pervenuto. C’è chi passa e chiude, chi passa e chiede aiuto alla Sport & Salute per abbattere il nemico Giovanni Malagò (ciclismo, nuoto, PALLACANESTRO, atletica, tennis, pallavolo), chi è di passaggio e dice che qualcosa abbiamo pur lasciato (Rocco Sabelli, n.1 di Sport e Salute).

C’è qualcosa di grande e di destabilizzante per me nella sua vicenda che non riesco a mettere a fuoco. A volte ho l’impressione che i giornalisti sportivi sono bravissimi sull’ovvio. Come in questa vicenda Petrucci – Malagò.

Credo di essere stato in buona fede quando ho manifestato più di un dubbio sulla coppia Petrucci – Sacchetti. La Fip demo – federale nel promettere lo spettacolo, i diritti, i privilegi. In questi ultimi tempi Petrucci ha clamorosamente alzato la posta e le regole del gioco. Ma così facendo ha aumentato anche le dimensioni delle perdite, ma chi guarda mai in retrovia? Eravamo lanciati nel miracolo, sulla testa della battaglia. Fateci caso.

Sarebbe semplice riportare delle infauste  scelte di tiro o delle infauste scelte dei dodici atleti o dell’infausta gestione della gara o degli assenti illustri, ma ciò a nostro parer non porta da nessuna parte se non ingigantire il partito di quelli io l’avevo detto…!!!!!

Dalle pagine di questo irriverente foglio elettronico molte problematiche sono state fatte emergere e sarebbe troppo semplice rileggetele, ma riteniamo di non sottrarci al confronto e siamo qui a spenderci per dire la nostra per cercare di potar un contributo per il rilancio della pallacanestro.

Ci spiace carissimi Presidente Petrucci e componenti del Consiglio Federali ma le Vostre scelte hanno portato alla morte del nostra pallacanestro.

Dal bilancio in rosso alle scommesse, fino agli stessi modesti risultati della nazionale negli ultimi anni documentano la crisi con certezza difficilmente confutabile. Ma alla nostra federazione poco importa: eravamo in mezzo alla festa, come potevamo interrompere il brindisi?

Vede esimio Presidente Petrucci solo uno è stato l’italiano che ieri festeggiava e si chiama Sergio Scariolo che nonostante allenava il roster iberico meno talentuoso degli ultimi quindici anni, ha dato una lezione tecnico-tattica alla nostra nazionale. L’ovvio è la nostra fortezza. Così, scoperto l’inganno, siamo allenatissimi a cercare generazioni di responsabili. Per quelli come Lei è Malagò.

Serve poco buttare il cuore oltre l’ostacolo o dichiarare che il Presidente Federale  non scende in campo, ma Lei, Presidente Petrucci  è quello che ha portato il basket nel professionismo e da questa scelta non intende tornare indietro, inoltre  è quello che ha chiuso il bilancio federale con un’importante perdita d’esercizio peraltro generata dai Comitati regionali che non sono altro che il Suo bacino elettorale, oppure e quello che ha deciso di togliere la visione della nazionale dalle reti televisive di Stato, senza dimenticare che sceglie gli organi tecnici dei settori vitali per lo sviluppo del movimento e cioè il minibasket e gli allenatori e vista la penuria di giocatori di livello queste scelte non sono state le migliori.

Tralasciamo sulle scelte economiche amministrative che Lei e i suoi consiglieri hanno intrapreso che per l’esosità dei costi e per la complessità della gestione ha consegnato una gran fetta di praticanti (società, atleti, tecnici) agli enti di promozione sportiva che in moltissime provincie hanno superato l’attività federale.

Persino Daniele Dallera dalle pagine del Corriere ha scritto “il buon Petrucci, deve rendersi conto che così non si può andare avanti, magari si sbatta e si batta di meno nella guerra a Malagò, presidente del Coni, e si impegni di più nella crescita tecnica del suo mondo, appunto la pallacanestro italiana” ma le dichiarazioni del Presidente Petrucci non sembrano andare in questa direzione e anzi hanno aizzato i tifosi e gli addetti ai lavori che sui social si stanno scatenando con commenti anche di cattivo gusto che però sono il termometro della situazione.

Necessita una svolta rapida e decisiva che tagli con il passato e la gestione degli ultimi quindici anni e riparta con pochissimi obbiettivi ma funzionali a riavvicinare tanti praticanti al basket nella speranza che possa ricrearsi un nuovo ciclo che porta sia il campionato che la nazionale ai fasti di un tempo. Le minestre riscaldate che si stanno proponendo non credo possono essere la soluzione degli atavici problemi bensì acuire le frizioni tra le varie regioni. Ma questo è secondario. C’è un momento per dire basta, ho sbagliato. Forse è arrivato il momento di togliere il disturbo. Meno parole, più fatti. Anzi, niente parole, solo fatti.

 

Ciuff…e…Tino