Giovanni Spinella ci spiega la filosofia vincente della Rainbow Viagrande: avere chiaro dove si può arrivare

Capita nella vita di ognuno un momento, forse anche più di uno, in cui bisogna pagare dazio per le scelte fatte. E quando arriva il conto, nel mio caso, essere finito in coda nal campionato di B femminile, necessita intervistare, chi questo girone ha vinto. Di più, dominato, con un percorso netto, senza ostacoli. Sto parlando della Rainbow Viagrande.

In questo viaggio nel tempo con Giovanni Spinella, general manager della Rainbow Viagrande, ripercorriamo la sua stagione con l’abbraccio, ancora impresso nella mia mente, della serata di Messina che ha sancito l’apoteosi. Abbraccio delle ragazze con il loro coach, Ninni Gebbia e poi, con tutto lo staff, dimostrazione di sostegno e amicizia che la società ha saputo trasmettere allenamento dopo allenamento. Insomma, lo scopo di questa storia si concentra su un aspetto che è sempre stato il segno distintivo di IMG Press, ossia la capacità di dare vita ai sogni. E con il faccia a faccia con Giovanni vogliamo sostenere le persone che realizzano i loro sogni e più in generale, essere rilevanti come attori nel movimento siciliano del basket.

Giovanni Spinella hai contribuito al successo della Rainbow Viagrande che ha concluso la fase regionale della stagione conquistando, per la seconda volta consecutiva, il titolo siciliano della Serie B. Svelaci il vostro segreto…

Non abbiamo segreti alla Rainbow, ma abbiamo basato il tutto sul lavoro costante delle persone che collaborano con noi. Penso che il lavoro fatto in modo serio sia alla base di ogni successo sportivo. Chi non lavora o pensa di farlo in modo superficiale non può restare da noi. Quest’ultima regola in particolare vale per tutti, anche per le atlete che si approcciano alla nostra realtà.

Chi ben comincia… Adesso la serie A è a un passo. E’ volare troppo in alto?

Sarò estremamente sincero. Ci sono troppe incognite che frenano ogni tipo di investimento che porti alla A2. Dalla riforma dello Sport che ha gettato tante nubi sul futuro di molte società, all’innalzamenti dei parametri NAS. Penso che il processo di crescita ci porterà tra qualche anno a fare ulteriori salti di qualità. Se si va in A2 ci si deve restare a lungo e non retrocedere dopo una stagione, quindi ogni passo richiede un lavoro di anni e una struttura solida. Siamo fiduciosi che tutto questo possa accadere un giorno.

Qual é stata la cosa più difficile nella stagione?

Sicuramente gestire un gruppo squadra formato da atlete e staff di diverse nazionalità. Però col passare dei mesi siamo riusciti ad ingranare e portare avanti una cavalcata senza sbavature. Non so se fosse mai accaduto in Sicilia.

La fotografia sportiva da appendere sul cuore?

Ne ho due in particolare di foto da appendere sul cuore: la prima riguarda la stagione 2021/2022 ultimo atto della finale a Ragusa. Ho impresso l’abbraccio liberatorio delle nostre ragazze al suono della sirena che ci ha incoronato campioni regionali. Quella si che è stata una bella battaglia. La seconda foto è l’immagine delle nostre tribune strapiene durante la stagione in corso, frutto del radicamento straordinario che abbiamo avuto col territorio. Due anni addietro non esisteva pallacanestro a Viagrande

Costruire un gruppo che diventa squadra vincente: coraggio, amicizia, talento?

Quando parti da zero ci vuole sicuramente del coraggio e tanta passione… Il gruppo si costruisce giorno dopo giorno attraverso la selezione di persone che portano un qualcosa in più al club. Se poi diventa vincente è perché c’è passione e dedizione al sacrificio da parte di tutti. E un pizzico di fortuna non guasta mai.

Avere in panchina uno come Ninni Gebbia quanto è stato importante?

Ninni è stato un valore aggiunto sia nella prima squadra che nel settore giovanile. È una persona che dedica anima e corpo alla causa senza mai fermarsi, seria e affidabile. È stato importante averlo a Viagrande, senza ombra di dubbio.

Quando gira tutto bene, come adesso, ti vieni mai da pensare quando tutto iniziò…magari tra difficoltà e paure di non farcela?

Penso sempre quando tutto iniziò, partire da zero sicuramente non è stato facile. A distanza di due anni però preferisco non voltarmi più indietro, piuttosto penso insieme agli altri come migliorare la nostra azienda… Perché adesso di questo si parla… Di vere e proprie aziende. Presto intraprenderemo un nuovo assetto societario frutto della riforma. È il caso di concentrarsi decisamente sul futuro facendo scelte oculate ed economicamente sostenibili.

Perché in Sicilia spesso è difficile progettare una scalata sportiva?

In Sicilia non è facile progettare una scalata sportiva perché è difficile trovare Presidenti che siano, prima di tutto, appassionati e tifosi. Di conseguenza, l’unica alternativa è saper creare rete, intraprendere collaborazioni e avere  empatia col territorio. Noi ci stiamo provando con passione, dedizione e lavoro.

Senza ipocrisia: il nostro movimento sportivo da qualche anno ha ripreso un percorso virtuoso con la presidenza di Cristina Correnti (lo so sono di parte, lo ammetto!) non hai timore che la scarsa capacità di giudizio di qualche dirigente possa far sì che si torni nelle ombre del passato?

Sono al fianco di Cristina Correnti da diversi anni ormai e so quanto sia limpida e cristallina nel modo di agire e di vedere la Pallacanestro in Sicilia. Penso che la nostra Regione avesse estremamente bisogno di una ventata di aria nuova e pulita… È stata la persona giusta nel momento giusto. La discontinuità con la litigiosità del passato è stata evidente e se qualche società o presidente sente nostalgia del passato può tranquillamente in democrazia esprimere il proprio pensiero. L’importante che tutti comprendano che se si vuole restare al passo coi tempi la SICILIA non va gestita bensì governata e la differenza tra i due aggettivi è tanta.

Progetti per il futuro?

Sto sicuramente pensando alle vacanze estive… nient’altro.

Chiudiamo in bellezza: con questa intervista abbiamo celebrato il successo (strameritato) della Rainbow… Io, purtroppo, con la mia squadra, sono arrivato in coda. Se fossi nei panni del presidente mi darei il benservito. Credi che sia meglio interrompere questo percorso o posso – ciononostante – aspirare a una nuova opportunità? 

Se ami  veramente questo sport non chiuderai mai… Anche quest’anno, nonostante i risultati (frutto della giovane età delle tue ragazze), hai dato, ma anche ricevuto, tanto. Ogni stagione ci arricchisce sicuramente… Quindi, perché non continuare o attendere altra chiamata? Magari verrai con noi a Viagrande.