BASKET SICILIA: TANTI AUGURI CARUSO MA STIA ATTENTO AI BILANCI

In pratica, tutti hanno già deciso che Riccardo Caruso non farà rimpiangere Antonio Rescifina come presidente del Comitato siciliano della pallacanestro: vedremo!

Per ragionarci sopra parto da lontano: la politica, il potere, la gestione, l’intelligenza di fare la cosa giusta. Il fantasma torna sempre sul luogo del misfatto? Vi sono momenti e situazioni in cui la reazione normale al richiamo verso i doveri, all’appello verso principi generali e astratti non può che essere il guardare altrove. E’ si il guardare altrove nel basket siciliano vuol significare comprendere quanto indietro siamo rispetto alle altre regioni. Ma siamo la Sicilia per cui non possiamo lamentarci anzi dobbiamo solo ringraziare che c’è il sole, il mare, epperò mancano i collegamenti tra un luogo e l’altro.

Poi, per fortuna, il ministro Toninelli, in pompa magna, annuncia che nel 2025 sarà pronta la tratta ferroviaria Catania – Palermo: in 115 minuti collegherà le due città metropolitane cosa volete che sia se una società di basket isolana – per fare i campionati d’eccellenza giovanili – deve andare a giocare con  le squadre laziali.

Si, avete capito bene, cosa volete che sia non avere campionati d’eccellenza o non battersi politicamente per garantire i diritti dell’Orlandina in competizione con la Virtus Roma per la vittoria del campionato di A2 che vale la massima serie? Il nulla in confronto alle tante emergenze  che quotidianamente questa terra subisce in tutte le sue attività, dalla sanità ai trasporti all’occupazione.

Meno male che non ci ho creduto che il presidente del Comitato siciliano, Riccardo Caruso avrebbe fatto il diavolo a quattro per salvaguardare i diritti di Capo d’Orlando. Me l’avevano detto, me l’avevano assicurato, quelli che lo avevano votato. Ho fatto bene a non crederci, perché non è vero.

Questo passa il convento per gli appassionati siciliani e questo dobbiamo tenerci: è inutile piangere sul latte versato! Per cui va bene così.

Va bene che il nostro Caruso, insieme ai suoi fedeli consiglieri, domenica scorsa si rechi a Capo d’Orlando per la finale regionale del Join the game, sfoggiando sorrisi e pose per i genitori/fotografi di giornata. C’erano molte cose che avrebbe potuto fare, ma la storia migliore era quella di testimonial della manifestazione. Pazienza se l’Orlandina si gioca la massima serie: presidente Caruso cosa ci può fare Lei? Mica può essere Lei o Curella o Terrasi a salvare la nostra terra da questo declino generalizzato? Per cui vanno benissimo le foto con i mini arbitri e giovani atleti, scatti che custodiranno emozioni eterne. Geniale intuizione, bisogna dirlo!

E molto curioso, persino preoccupante. Quel fenomeno di impetuosa, travolgente crescita della pallacanestro che si è potuto registrare ultimamente in Sicilia. Preoccupante la pallacanestro? Preoccupante la sua crescita? E come mai? Già, è che questa espansione del movimento sportivo non si realizza esponendo o vantando le cose che si fanno. Al contrario: esponendo e soprattutto vantando le cose che non si fanno.

E noi, poveri illusi, che aspettavamo il comunicato d’assalto, quel comunicato che c’informava della convocazione urgente e straordinaria del Consiglio direttivo regionale, magari invitando il primo cittadino di Capo d’Orlando, per trattare e affrontare le problematiche delle società siciliane e supportare, nelle sedi romane, le ragioni dell’Orlandina Basket.

Ed è qui che il nostro Caruso, il presidente con la P minuscola, comincia a sbagliare, pesantemente. Ritiene che per esser fatto di tagli e di ritagli messi capricciosamente insieme, il bilancio finale di una federazione, di un Comitato regionale, sia un oggetto futile, non degno della nostra attenzione. Tant’è vero che li butta, via tutti insieme, i ritagli delle occasioni che ha per dimostrare di essere un presidente con la P maiuscola, alla fine, è giusto così. Avesse continuato a pensare, a cercare, avrebbe probabilmente incontrato sul suo cammino un cazzutissimo colpo di coda.

Ma siamo in Sicilia per cui bastano una decina di foto con dei ragazzini e con dei mini arbitri per guadagnarsi la pagnotta. Alla fine della giornata i vari eventi di questo piccolo mondo – quelli seri, quelli futili – che il nostro Caruso ha sistemato a suo modo, in un collage-fotografico, se ne vanno via. Restano però i problemi, quelli sì reali. Peccato che Caruso, dopo aver intuito la natura vera del basket giovanile non abbia fatto l’ulteriore passo avanti per metterne a fuoco anche la funzione, il valore. Peccato. Sarà per il prossimo Join the game.

Passi che l’Orlandina dovrà lottare da sola per veder riconosciute le sue ragioni, passi che la festa del 3 contro 3 è qualcosa che va oltre la sua gestione ma in tempi in cui le risorse economiche scarseggiano, a leggere qualche nota stampa, ci pare di capire, i giovani atleti non avrebbero gradito di più un sacchettino di paste di mandorla anziché un cappellino? Noi siamo troppo discreti per indagare, ci illumini Lei.

Ciuff…e…Tino