Basket & polemiche: Presidente Stefano Tedeschi che fine ha fatto la questione etica?

L’atmosfera è “fetida”: volano gli stracci tra gli arbitri di basket della Serie A. Da una parte tredici fischietti capeggiati dal siciliano Carmelo Paternicò, dall’altra il presidente dell’Associazione arbitri di pallacanestro, Gianluca Sardella. In mezzo il presidente Cia (Comitato Italiano Arbitri), Stefano Tedeschi.

La querelle tra Paternicò e Sardella resuscita la cara vecchia sudditanza psicologica, la sindrome arbitrale e le accuse trasversali. A dir la verità, non se ne sentiva la mancanza, ma è come ritrovare un amico: il pianeta arbitri, discorsi da bar sport. Bisogna saper camminare a testa alta, invece di cospirare. Hai voglia a dire di confidare nella buona fede arbitrale, anche se la realtà a volte dice l’opposto. Certo, avere un tifoso come il presidente Cia, Tedeschi, non è proprio uno svantaggio. Di antico c’è questa cultura del sospetto, emanazione diretta del rapporto che lega spesso gli arbitri al risultato, al potere, ai soldi. Sì, insomma alle scommesse.  

Epperò, si è preferito dimenticare. Per amor di patria.

Più che un problema di malafede, oggi sembra una questione di qualità delle terne e di caratteristiche globali del gioco del basket: più veloce, meno controllabile. Ma a volte sospetto vuol dire finale scudetto.

Ma veniamo agli ultimi eventi.

Il dubbio sulla regolarità dei campionati, delle promozioni e delle bocciature era stato nascosto per amor di patria o come sostiene qualcuno per mero interesse di parte. Comunque sia il basket del Belpaese aveva preferito non vedere (?): meglio tacere che scoperchiare il vaso di Pandora, il leggendario contenitore di tutti i mali che si riversarono nel mondo dopo la sua apertura.

E’ un bene o un male se di colpo nessuno si lamenta con il Palazzo, se nessuno dice che gli arbitri decidono le partite, che ci sono regali in cambio di favori, che il Sistema gonfia carriere, che sei la squadra, il coach, o il fischietto più amato dalla federazione?

Un paio di lettere tra arbitri, sindacato e Cia hanno riesumato tutto questo: ecco il “vaso di Pandora” del basket italiano. L’improvvisa scoperta di un problema o una serie di problemi che per molto tempo erano rimasti nascosti e che una volta manifestatisi non è più possibile tornare a celare.

Il fatto.

La rivolta dei tredici arbitri contro il loro sindacato”www.claudiopea.it/la-rivolta-dei-tredici-arbitri-contro-il-loro-sindacato  Claudio Pea con il suo articolo dà il fuoco alla miccia. Svela che tra una parte di arbitri e il vertice istituzionale qualcosa si è rotto mentre il presidente della Federazione pallacanestro, Gianni Petrucci non interviene (?). 

I tredici fischietti, in pratica, contestano al presidente dell’Associazione arbitri di pallacanestro, Gianluca Sardella, di non tutelarli. E con lo scontro torna a galla la vicenda baskettopoli: la contesa ha ridato vita alla polemica archeologica, alla dietrologia storica. C’è chi si dice vittima perché la non tutela da parte del sindacato AIAP ha incrinato la sua reputazione.

Sicuro che queste sono conquiste per una Federazione che fa dell’etica la sua bandiera? Rappresentano per Gianni Petrucci passi avanti davvero? Danno prestigio alla corporazione degli arbitri?

Non spetta a IMG Press fare valutazioni in merito alla querelle sorta e che vede contrapposti alcuni dei maggiori arbitri della massima serie, anche se poi sono sempre gli stessi: se è un modo per chiedere più soldi, soprattutto per chi guadagna meno, passi… ma non esistono argomenti più logici? Come che sia, non hanno paura di esporsi al sole. Ma al giudizio degli altri, sì. Quindi ci chiediamo: come ci si comporta da queste parti? Arbitri, gioco, federazione, Procura federale. Ci lascia sgomenti il non decidere dei vertici sia arbitrali che federali. Perchè quando si parla di arbitri, o meglio, di alcuni arbitri si ferma tutto?

Perché il presidente del CIA Tedeschi che per Sua stessa affermazione deve vigilare informa che “qualora continuassero queste comunicazione passerò alla Procura tutta la documentazione”? Non esiste l’obbligatorietà dell’azione penale? Allora ci chiediamo perché se un arbitro regionale appone un “mi piace” sul noto social network viene immediatamente deferito?

Non vogliamo credere che valga il detto: la legge per i nemici si applica, per amici si interpreta.

I cattivi pensieri aumentano se il presidente dell’Aiap Sardella tira in ballo le vicende passate che hanno visto l’associazione perdere dei diritti conquistati, quale l’elezione del presidente CIA e ricorda le vicissitudini di alcuni associati con la storia baskettopoli

Ecco, appunto, la nostra Federazione, il nostro Sistema di far squadra, gli arbitri, il sindacato, una grande famiglia felice. A patto però di rispettare certe regole; che nessuno ha inventato, che tutti osservano. Guai a scoperchiare il vaso di Pandora.

Avv. Marco Lucente e Prefetto Ugo Taucer qui di seguito Vi  mettiamo a disposizione tutte le note pervenuteci nella speranza che una volta per tutti si faccia chiarezza su fatti e accadimenti del mondo arbitrale che sembrano non vogliono mai sparire.

Presidente Gianni Petrucci che intende fare? Presidenti di Serie A avete la forza di ribellarvi visto che gli investimenti economici sono i vostri e queste polemiche lasciano sempre l’amaro in bocca e una macchia sulla credibilità del massimo campionato?

Ciuff…E…Tino