Sanità: Pazienti sempre più fragili e penuria di medici di famiglia

“L’unione fa la forza, solo insieme possiamo pensare a nuovi modelli organizzativi e assistenziali per garantire il migliore iter distributivo del farmaco al paziente cronico, ma ci sono urgenze da considerare: pazienti sempre più fragili e con molte patologie e scarsità di medici di famiglia”. Queste le parole degli attori della filiera nelle regioni del Nord-Est, benchmark in sanità, che si sono riuniti al terzo tavolo di lavoro organizzato a Padova, da Motore Sanità, dal titolo “INNOVAZIONE FARMACEUTICA CHE SPINGE ALL’INNOVAZIONE ORGANIZZATIVA NUOVI MODELLI DI DISTRIBUZIONE DELLE TERAPIE.

 

Triveneto” per promuovere azioni di cambiamento e nuovi modelli organizzativi sulla dispensazione delle cure sempre più sicura, razionale e vicina ai bisogni del cittadino. Da una parte il paziente chiede di poter accedere al servizio sanitario nel modo più vicino alle sue esigenze, dall’altra deve essere messo a terra un modello che sia sostenibile economicamente per il sistema sanitario. In che modo?

Matteo Paolo Bonvicini, Presidente di Federfarma Bolzano, ha sottolineato che “dobbiamo pensare a nuovi modelli organizzativi e assistenziali che nascono dalla condivisione e confronto diretto tra professionisti sanitari”.

Marta Raffaelli, Dirigente farmacista presso l’UOC HTA e Direttore dell’Esecuzione del Contratto DEC per gli approvvigionamenti di farmaci e dispositivi per la DPC, ha sottolineato la necessità di mantenere una multicanalità del servizio per venire incontro al paziente, ma questo può essere fatto solo con un sistema informatico di fondo che consenta di condividere tutte le informazioni relative al paziente, ai canali distributivi e, soprattutto, alle modalità prescrittive. “È importante – ha detto Raffaelli – partire da un supporto informativo che ci consenta di agire in rete e di mettere in comunicazione tutti i diversi professionisti implicati nel processo di distribuzione del farmaco. Condividere le informazioni deve essere l’obiettivo comune perché la prescrizione deve essere a disposizione dei diversi medici e operatori sanitari che prendono in carico il paziente, spesso affetto da diverse patologie. Inoltre, bisogna mettere in rete anche i farmacisti che si occupano dell’atto distributivo del farmaco, un atto che può migliorare e può acquisire un valore aggiunto di supporto al paziente e di controllo allo stesso sistema sanitario”.

Nel nuovo modello dobbiamo tenere conto dei pazienti con più patologie e dei pazienti fragili che saranno sempre più numerosi data l’evoluzione demografica e le transizioni sociali, e saranno sempre di più le difficoltà dei medici di famiglia nel gestire tutto questo, perché c’è bisogno di più strumenti, di più tempo di cura che in questo momento non ci sono” ha spiegato Bianca Fraccaro, Medico di medicina generale ULSS 6 Euganea. “Da questo tavolo emerge inoltre la necessità delle varie figure coinvolte di avere la possibilità reale di comunicare e di poter attingere tutti a un fascicolo sanitario adeguato che riporti le informazioni del paziente in modo tale che il suo stato di salute sia conosciuto non tanto per una violazione della privacy, quanto piuttosto perché sia possibile individuare, da parte di tutti, alcuni alert per il bene del cittadino”.  

E’ ora di cambiare marcia e di spingere sull’automazione dei processi se vogliamo che il sistema sanitario sopravviva così come lo conosciamo oggi e, soprattutto, di fronte al fatto che noi medici di medicina generale saremo sempre di meno nei prossimi anni” ha spiegato Roberto Adami, Presidente SNAMI – Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani di Trento “Per questo siamo tutti d’accordo che la prima cosa da fare è governare i dati, siano essi prescrizioni o interazioni farmaceutiche, avere quindi un sistema che raccolga la terapia del paziente, perché può aiutare a tutti i livelli, e per la distribuzione del farmaco per conto e per la distribuzione del farmaco in generale e, inoltre, potrebbe essere utile anche nel liberare dal lavoro di “segreteria” noi medici di medicina generale; di questo ne beneficerebbe soprattutto il paziente che avrebbe un trattamento più personalizzato”.  

Secondo Giovanni Berti, U.O.S.D. Distribuzione diretta dei farmaci e assistenza farmaceutica ospedale territorio ULSS 2 Marca Trevigiana, dal tavolo di lavoro è emersa una sicura alleanza tra le professioni coinvolte. “Abbiamo la stessa visione di come dovrà essere sviluppata la distribuzione diretta del farmaco da qui in avanti, in particolare ci dovrebbe essere una riappropriazione delle professionalità per ciascuno di noi. Come farmacisti ospedalieri ci siamo posti come obiettivo quello di tornare a essere farmacisti che si occupano di monitoraggio e controllo dell’utilizzo del farmaco, vale a dire della valutazione dell’appropriatezza dell’uso delle risorse, del farmaco, dell’appropriatezza terapeutica, la valutazione dei rischi e della sicurezza, tutte attività che negli ultimi anni sono state sacrificate. C’è inoltre una stretta collaborazione tra noi e i farmacisti di comunità con l’obbiettivo comune di offrire al paziente il miglior servizio utilizzando al meglio le risorse, e con le nostre conoscenze ed esperienze mettendo il medico nella migliore condizione per prescrivere nella maniera più appropriata”.