PER COLPA DEI CATTIVI MAESTRI TROPPI RAGAZZI IN CRISI

di Roberto Gugliotta

In queste ultime settimane sono accadute tante cose poco educative nei palazzetti sportivi – settore basket – della nostra città. Storie poco nobili che purtroppo non hanno trovato spazio nelle cronache del giorno dopo: quasi si avesse paura di raccontarle. Sbagliano, perché spesso lo sport, il basket, in questo caso, ci svela la vera natura delle persone. La verità è che dietro la maschera di educatori, si nascondono purtroppo dei cattivi maestri, bravi solo a fregare i ragazzi. La cosa non mi sorprende: promuovere uno sport dove ci si impegna allo spasimo ma senza trucchi, violenze o menzogne non conviene ai furbi che manipolano le vite degli altri. Scopro che, per esempio, che a Messina, udite, udite, una partita giovanile del campionato under 14 (!) viene sospesa per violenza e tentata aggressione agli arbitri da parte dell’allenatore di una delle due formazioni. Non è una notizia da commentare? Non è un fatto da far conoscere ai lettori? Anche perché il coach in questione verrà poi inibito per un mese dal giudice sportivo – sentenza dura, che non ammette repliche -. E invece, incredibilmente, non leggo nessuna lettera di scuse del presidente della società colpita dal provvedimento alle famiglie presenti alla partita, né sono a conoscenza di provvedimenti adottati dallo stesso massimo dirigente contro colui che si è reso protagonista della tentata violenza. Gesto che di fatto ha macchiato il buon nome della società stessa. Mah, l’etica? le regole? l’esempio? l’educazione? non dovrebbero essere alla base di ogni iniziativa sociale educativa? E che ruolo ha la violenza quando la finalità di una società, di una istituzione dovrebbe essere quella di promuovere lo sport dove ci si impegna allo spasimo ma senza trucchi, violenze o menzogne? Eh, sì dovrebbero essere queste le regole cui dovrebbero attenersi dirigenti e istruttori. Ma a quanto pare al di là dei dibattiti di facciata la filosofia del nostro basket è "povera", di testimoni reali, di dirigenti credibili. Ecco che si può passare indenni anche alla vergogna, alla macchia, di una tentata aggressione durante una gara di under 14, tra ragazzini increduli e genitori sbigottiti. Si può far finta di nulla, facendo calare il complice silenzio, sui comportamenti del proprio allenatore che dovrebbe il primo a dare il buon esempio ai piccoli atleti: "Né dominio né onori"! Se affidiamo i nostri figli a persone simili che cosa dovremo aspettarci? Fuori dai denti: quello che osservo nel mio viaggio nel basket locale, pesando bene le parole è che sono in aumento i casi di giovani borderline, figli di una cattiva educazione allo sport da parte dei cattivi maestri. Un malessere che potrebbe essere definita la malattia della nostra epoca di aspiranti fenomeni. I nostri ragazzi “pompati” da false promesse, “gonfiati” da false aspettative da parte dei loro istruttori che alla fine altro non sono che dei cattivi maestri. Venditori di fumo, bravi solo a intascare le rette delle famiglie in cambio di false illusioni. Ecco perché, alla fine, dalle palestre, da questo sport diversamente educativo, vengono sfornati mediocri giocatori invece di atleti con la A maiuscola, che saranno domani dei bravi cittadini pronti per la vita. Indignamoci invece di far finta che la sospensione di una partita, tra ragazzini, per atti di violenza sia una cosa normale. Indignamoci perché i cattivi maestri creano solo dei ragazzi borderline, definizione psichiatrica che indica chi è sull’orlo della psicosi, con una personalità estremamente fragile. I ragazzi che non hanno valori di riferimento sono facile preda dei messaggi più grossolani che la società gli trasmette. Pensiamoci.