Vincenzo Garraffa completa la squadra di Michelangelo Sangiorgio

Vincenzo Garraffa completa la squadra del candidato alla presidenza della FIP Sicilia Michelangelo Sangiorgio, medico ex senatore della repubblica nella XI legislatura, è stato il primo presidente a portare la serie A in Sicilia, a Trapani, nel 1991. Una competenza cestistica riconosciuta nell’ambiente a 360 gradi che può essere considerata come la “ciliegina sulla torta” per il nuovo progetto di rilancio del movimento cestistico siciliano che vede Michelangelo Sangiorgio candidato a presidente del comitato regionale della Fip.

Queste le parole del presidente Garaffa.
«Mi auguro di potere dare, per l’amore che ho sempre avuto per il basket, quello che ritengo possa essere utile per invertire una rotta che vede una riduzione delle società e dei tesserati, una situazione penosa per quanto riguarda la formazione di nuove forze non soltanto dirigenziali ma anche arbitrali. Mi pare che la Sicilia al momento non sforni tanti nuovi arbitri. C’è da lavorare su tutte le componenti per cercare di invertire questa rotta. Alla fine del prossimo quadriennio olimpico, sempre che le società diano fiducia ad un nuovo gruppo dirigente, spero che siano investite risorse, anche economiche, per poter fare riavvicinare alla FIP tutte quelle società che in questi anni si sono tesserate con gli enti di promozione sportiva. Io sono contrario al mantenimento dei NAS perché chi ha speculato nel passato,e che continua a speculare, perpetra la realizzazione di interessi privati.
Se invertiremo questa rotta sarò felice di aver dato il mio piccolo contributo. Quando io ero presidente della Pallacanestro Trapani noi avevamo centri di avviamento allo sport non soltanto in ogni scuola, a partire dalla scuola elementare, ma avevamo anche una serie di centri minibasket nei paesi di tutta la provincia. Noi siamo arrivati a gestire qualcosa come 1200 bambini nei centri di avviamento allo sport e minibasket. Dobbiamo cominciare investendo dai primi momenti di aggregazione perché i bambini possano trovare nel basket il primo momento di socializzazione. Questo determina la formazione di tante squadre giovanili. Per prima cosa bisogna sedersi attorno ad un tavolo con tutti gli operatori di tutti i settori del mondo del basket per cercare di invertire la rotta. Partendo dai ragazzi, come spiegavo prima. Io mi auguro di dare questo contributo al progetto a cui ho aderito. Deve essere un lavoro fatto molto sulla scuola e poi all’interno della palestre dove gli istruttori devono essere maestri di vita prima e di basket poi».