Non si può obbligare a essere d’accordo per regolamento

di Roberto Gugliotta

Si vende fumo disquisendo su un falso dilemma: meglio giocare a uomo o a zona? Parliamone pure, ma intanto lanciamo altri interrogativi: sono più bravi i giocatori cresciuti con le "raccomandazioni" o quelli mai ritenuti futuribili? Sui campionati giovanili vige la regola che chi non è con me è contro di me o il "fischio" è uguale per tutti? La cosa migliore per una squadra giovanile sarebbe quella di avere un suo gioco, che funzioni. Zona o uomo poco importa. Non che questo basti a garantire spettacolo, ma una buona applicazione tecnico-tattico-agonistica sì, e non è roba da buttar via. Non si può obbligare a essere d’accordo per regolamento. A essere corretti sì, ma nient’altro. Si parla tanto di crescita, fondamentali, regole, educatori per riformare il movimento giovanile siciliano… per la verità più che di rinnovamento negli ultimi anni s’è molto badato all’occupazione degli spazi e a mettere fuori gioco quelli con dignità. E quanto più ci si riempiva la bocca con la parola fondamentali (per esigenze di budget economico, suppongo, perché chi va in palestra un po’ di movimento lo trova sempre e comunque anche nell’alzarsi e sedersi da terra), tanto più si studiavano argini, opposizioni, cospirazioni affinchè nulla cambiasse. Grande terra la Sicilia, luogo di talenti e fenomeni, peccato che quando giochiamo contro Lombardia ed Emilia ne becchiamo cinquanta (se siamo in giornata!). Vien voglia di chiedere scusa, a nome e per conto dei troppo furbi che ci gestiscono anche prendendoci in giro. Vien voglia di chiedere scusa per il rinnovamento annunciato e poi sparito, sempre per mano delle istituzioni competenti. Merita le scuse chi ha avuto il coraggio di dire io non ci sto, chi è stato indotto per un attimo a ripensare la sua scelta di voto, chi ha ascoltato cercando di capire e chi ha scrollato le spalle non fidandosi di niente e nessuno. Dovrebbero essere scuse di "Comitato", ma loro non le faranno. Adesso viviamo i giorni dell’ottimismo, tutti sono bravi, dicono, e non è vero. Dovrebbero essere scuse recitate in coro ma al massimo assisteremo alla quadriglia delle responsabilità e alla caccia del colpevole più debole da eventualmente sacrificare per il nuovo Comitato regionale.