Date a Nino Sidoti quel che è di Nino Sidoti

E’ un bel problema essere figlio d’arte nella vita, figurarsi nello sport. Ne sa qualcosa Nino “John” Sidoti, play – classe 1993 – giocatore di basket di belle speranze che ha la “fortuna” di avere come padre, quel Pippo Sidoti che vanta una filza di campionati vinti in carriera oltre a essere uno degli allenatori più preparati della pallacanestro siciliana. Nino però vola alto, sul parquet e fuori. Come dimostra l’esordio vittorioso di ieri a Cefalù (C regionale Sicilia) dove ha preso le misure dell’avversario (Cocuzza San Filippo) e lo ha cucinato a puntino realizzando 19 punti. Nino corre e salta gli ostacoli perchè rompe sentirsi chiedere dappertutto se giochi a pallacanestro e che magari sei uno di quei bamboccioni raccomandati da papà. Figurarsi: coach Pippo non è tenero con nessuno in palestra, mai e poi mai lo sarebbe con i suoi figli. Chi solo pensa il contrario è un cretino patentato! Ma non dev’essere bello neppure giocarci, a basket, misurando come un essere normale. Ci sono frasi da dover ripetere mille volte anche così. Nino in questi anni di allenamenti, cazziatoni, belle partite e altre meno belle è cresciuto tantissimo diventando soprattutto atleta con la A maiuscola. Non agonia, non apatia, non praticante, non amatoriale, non raccomandato, non fenomeno da circo, ma atleta! Si diventa veri giocatori di basket non solo portando il borsone degli indumenti di gioco dentro un palasport, a esempio ma soprattutto facendo tesoro degli insegnamenti quotidiani che la vita ti regala: determinazione, serietà, impegno, grinta, passione, sacrificio, umiltà, gioia di sudare fino all’ultima azione di gioco. Nessun problema, basta abituarsi. Nino è un toro come nessuno, sotto i canestri deve solo convivere, pazientemente, con la sua storia personale: figlio di coach Pippo. Nel circo dei canestri i cortigiani sono la regola e i fenomeni spesso son dei veri “cessi”, di quelli che si misurano come gira il vento del potere. Ma si fa il callo a tutto: anche a essere bollato come figlio di coach Sidoti, quasi fosse un peccato mortale, piuttosto che un marchio di fabbrica. Magari perché a far girare il circo dei canestri sono dei palloni gonfiati di… urina. Nino nasce sportivamente a Patti, cresce a Messina e Cefalù è l’ultimo approdo, la gente gli vuole bene: lui ricambia sul parquet con giocate spettacolari e canestri. Perché si può essere figli di qualcuno ma non si diventa numeri uno solo con il cognome: è solo un vizio lessicale. Trovare un’espressione originale costa fatica, come diventare atleta in palestra. Non è vero che il basket è per tutti: ci sono veri giocatori e poi ci sono le schiappe che si fan preparare le borse dai padri. Questo sì che è un problema!