Balduzzi: Per fare sport basta certificato del medico di base

"La preoccupazione economica non ha fondamento: si tratterebbe al massimo di un aumento di tre centesimi a bottiglietta, il valore importante è far riflettere su necessità di abitudini alimentari migliori specialmente per i più giovani. Se scoraggiare consumi significa promuovere stile di vita piu’ razionale e sobrio non è un risultato malvagio". Lo ha detto il ministro della Salute Renato Balduzzi, intervistato su Rai Radiouno nel corso della trasmissione "Prima di tutto", a proposito della preannunciata tassa sulle bibite gassate e zuccherate. Balduzzi ha aggiunto che il gettito della nuova imposta dovrebbe aggirarsi sui 250 milioni per anno. Ma ha poi smentito che nella bozza definitiva di miniriforma sanitaria (che dovrebbe arrivare in consiglio dei ministri venerdì prossimo) ci sia l’obbligo di ricorrere a un medico sportivo per i certificati di idoneità all’attività fisica. "Basta il via libera del medico di base – ha spiegato -, solo una prima bozza che era circolata aveva fatto pensare alla necessità del medico sportivo, quello che e’ necessario e’ una certificazione analitica, non solo un certificato di sana e robusta costituzione fisica ma qualcosa che dica che in ordine a quella specifica attivita’ sportiva c’e’ una condizione fisica della persona che puo’ giustificare quella attivita’. Non si cambiano le regole sui certificatori, si chiede solo certificazione piu’ puntuale e precisa". Il ministro specifica poi cosa cambia sul divieto di vendere sigarette ai minori. "Sara’ necessario che a fronte di una maggiore eta’ non evidente – spiega – il venditore dovra’ chiedere il documento di identita’. Sono misure che in linea con altri Paesi, sulla base dei dati di cui disponiamo e’ il caso di intervenire anche per quanto riguarda il contrasto del tabagismo. Alcune di queste misure in altri Paesi sono in atto da anni e hanno avuto successo". Balduzzi chiarisce poi il senso autentico delle nuove regole sulla trasparenza nelle nomine dei dirigenti e sulle spese della sanita’ pubblica.
"Il nucleo delle norme – spiega – non sta tanto nell’individuazione di chi deve fare la nomina. Saranno le singole regioni che individueranno l’organo che deve farle.
Il punto importante e’ la trasparenza: requisiti piu’ stringenti sulle nomine dei direttori generale, e anche un procedimento che consenta di valutare maggiormente il merito per quanto riguarda la nomina dei primari. E’ un modo per far entrare la buona politica nella sanita’ tenendone fuori quella meno buona. E’ chiaro che nella nomina sanitarie dei direttori generali c’e’ una componente politica forte ma deve essere la buona politica, trasparente, aperta al confronto e alla verifica da parte dell’opinione pubblica".