Calcio, una nuova Tangentopoli: cosa rischiano i coinvolti

L’inchiesta della procura di Cremona sul calcioscommese provoca un nuovo terremoto: 19 arresti e quasi 150 indagati. In carcere sono finiti, tra gli altri, Mauri (Lazio), Milanetto (ex Genoa) e Bertani (ex Novara). Tra gli indagati spiccano il tecnico della Juventus Conte (i fatti risalgono a quando allenava il Siena), Sculli (ex Lazio) e Criscito (ex Genoa). Indagato anche l’ex azzurro Bobo Vieri. Quest’ultimo, dopo il blitz delle Forze dell’ordine a Coverciano, ha abbandonato il ritiro della nazionale. Nel mirino 7 partite di sera A e 17 di B. Immediata l’accostamento di quest’ultima inchiesta alla Tangentopoli che investi’ il paese nei primi anni ’90. Il GIORNALE titola in apertura "Piedi (quasi) puliti", mentre Giovanni Bianconi sul CORRIERE DELLA SERA scrive "Se il gioco più amato somiglia a Tangentopoli" e spiega: "Secondo il giudice che ha ordinato i nuovi arresti, il calcio e’ talmente importante sul piano sociale ed economico, per gli entusiasmi che suscita e il giro d’affari che lo circonda, che ‘l’alterazione delle partite e’ percepita, a torto o a ragione, come non meno grave di fenomeni di corruzione che avvengono nel campo politico-amministrativo’. Lo scandalo del calcioscommesse, insomma, vale quanto Tangentopoli. E, come allora, i danneggiati non erano solo le imprese escluse dagli appalti e le casse dello Stato, bensi’ tutti i cittadini che persero fiducia nei partiti tradizionali, anche adesso le conseguenze non sono limitate alle societa’ calcistiche e alla finanza pubblica, ma ricadono ‘su milioni di tifosi che si sentono colpiti da sentimenti di delusione e inganno (à)’".

Oliviero Beha, in un intervento sul FATTO QUOTIDIANO, scrive che adesso il pallone "rischia la fine dell’Impero romano, imbarbarito al punto da non riprendersi piu’. Per scendere un pochino di tono, rischia la polverizzazione dell’ippica, o della boxe (à)". In un’intervista sulla STAMPA, il centrocampista della Roma, Daniele De Rossi, fa un paragone con Calciopoli del 2006, e spiega: "Oggi e’ peggio del 2006. Allora erano i dirigenti al centro dello scandalo e per quanto uno possa affezionarsi a gente che vedi ogni giorno al campo, quando toccano un compagno di squadra e’ un’altra cosa…". Criscito, rivela, "era scosso, ma, allo stesso tempo, vuole al piu’ presto parlare ai magistrati per chiarire la sua posizione. Mimmo e’ un pezzo di pane…". E Mauri? "Un compagno di Nazionale, un avversario in citta’. Un bravissimo ragazzo, spero possa difendersi come gli altri, ma se l’hanno arrestato…".

Ma cosa rischiano le societa’ e le persone coinvolte nell’inchiesta? Lo spiega LA REPUBBLICA, che scrive: "Il Siena rischia la retrocessione – qualora dovesse essere accertato il coinvolgimento del suo presidente – per responsabilita’ diretta. Il 31 maggio, nel primo processo sportivo gia’ fissato, dovra’ solo difendersi da quella oggettiva, colpa del suo ex calciatore, il ‘superpentito’ Carobbio. Si accavallano le inchieste della Federcalcio con i blitz dei pm, e ormai e’ una lotta contro il tempo: a fine luglio va data all’Uefa la lista dei club italiani ammessi alle Coppe, basterebbero i rinvii a giudizio a escluderli.
Sulla base di quanto accaduto a Samp e Spezia, deferite per fatti risalenti alle ex societa’ di Bertani e Carobbio, rischierebbe persino la Juve per Conte. Per fine luglio comunque, al massimo si potra’ slittare di un paio di giorni, non di piu’ (anche perche’ il 2 agosto l’Inter dovra’ giocare i preliminari di Europa League) bisognera’ mettere la parola fine: faranno in tempo Stefano Palazzi e il suo pool a indagare e a completare i processi? Ci sono due mesi: pochissimi vista la mole di carte in arrivo anche da Bari. Soprattutto perche’, almeno a Cremona, le indagini sono ancora in corso: ‘Non escludiamo possa esserci il coinvolgimento delle dirigenze per Lecce-Lazio’, ha tuonato addirittura il pm Di Martino. I salentini – gia’ retrocessi – andrebbero in C, la Lazio non vuole neppure pensare a ipotesi estreme: ‘Ci sono sospetti totalmente infondati’, urla il comunicato del club. Palazzi ha gia’ fatto istanza per avere i nuovi atti e conta di tornare a Cremona proprio per spiegare la sua fretta. In Figc sono abbastanza ottimisti: ‘Dovremo farcela’. E anche il Coni vuole che si chiuda in fretta: ‘Con sdegno, ci auguriamo ci sia la massima severita’, dice Petrucci. Lo scandalo pero’ stavolta ha proporzioni gigantesche e a tremare sono tantissimi tesserati e club. Chi ha scommesso andra’ incontro ad uno stop non inferiore ai due anni e a una multa minima di 25mila euro. In caso di omessa denuncia, la sanzione e’ di otto mesi mentre per l’illecito si parte dai tre anni per arrivare alla radiazione. Previsti sconti di pena: giovedi’ al primo processo ad esempio saranno tantissimi a patteggiare. Nei guai anche i club coinvolti per responsabilita’ oggettiva, presunta e diretta. La diretta comportera’ la retrocessione all’ultimo posto in classifica: e’ quello che rischiano Siena e Lecce. Negli altri casi, responsabilita’ oggettiva o presunta, la condanna dovra’ essere afflittiva: vale a dire la ‘penalizzazione che si appalesi inefficace nella stagione sportiva in corso puo’ essere fatta scontare, in tutto o in arte, nella stagione sportiva seguente’. La Lazio, ad esempio, potrebbe scontare 7 punti nel prossimo campionato.
Ma attenzione alle squadre promosse nelle Coppe europee: l’Uefa, il 27 aprile 2007, ha cambiato il regolamento. Chi viene coinvolto, direttamente e/o indirettamente, in attivita’ volte ad influenzare il risultato di incontri nazionali o internazionali viene escluso. Basta, come detto, il coinvolgimento. Per questo la Lazio potrebbe non partecipare all’Europa League, se le accuse a Mauri fossero confermate anche in sede sportiva".

Il SOLE 24 ORE sottolinea in apertura come il calcio sia "a rischio crack", e spiega: "E’ l’ultima tegola sul calcio professionistico italiano, gia’ gravato da perdite per 428 milioni. Nella classifica costi/risultati sportivi in coda le big Milan e Inter; i migliori Chievo, Catania e Bologna". I "Pil" del Calcio italiano Spa, scrive il SOLE, "e’ stato, nelle ultime tre stagioni, di 7,2 miliardi di euro. Un giro d’affari che ha risentito soltanto in misura minima della crisi che ha travolto l’economia europea. Gli attori del mercato calcistico, variegati per dimensioni e obiettivi, sono pero’ ancora incapaci di tradurre in utili i rilevanti fatturati per colpa di una gestione dei costi – specie quelli per gli ingaggi dei tesserati – non oculata. Il valore della produzione ‘aggregato’ di serie A, serie B e Lega Pro e’ stato di 2.349 milioni nella stagione 2008/09, 2.506 in quella successiva e di 2.477 nell’annata 2010/11. I ricavi medi dei club della massima serie – come certificato nel ‘Report Calcio 2012′, il secondo rapporto sulla situazione economica del calcio tricolore presentato qualche settimana fa da Figc, Arel e PricewaterhouseCoopers – hanno superato i 100 milioni di euro annui, quelli delle societa’ di cadetteria i 15 milioni, mentre quelli delle societa’ della vecchia serie C viaggiano sui 2,5 milioni in prima divisione e sul milione di euro per la seconda divisione. Tuttavia, sempre prendendo in esame le ultime tre stagioni le societa’ professionistiche hanno ‘bruciato’ un miliardo e cento milioni di euro. Soltanto nell’annata 2010-2011 il rosso è stato di 428 milioni. Per quanto riguarda le entrate il valore della produzione si e’ attestato nella stagione 2010-2011 a quota 2.477 milioni (in calo dell’1,2 per cento rispetto alla scorsa stagione). Un valore che depurato dai ricavi legati alle plusvalenze da calciomercato scende poi a 2.033 milioni (-0,8 per cento rispetto al 2009-2010). Nel dettaglio risultano in diminuzione i ricavi medi per societa’ nella Serie A (-3,1 per cento rispetto al 2009-2010), nella Lega Pro Prima Divisione (-7,4 per cento) e Seconda Divisione (-23 per cento), mentre va in controtendenza la Serie B che ha visto un aumento dei ricavi medi del 6,3 per cento (da 14,2 milioni nel 2009-2010 a 15,2 milioni nel 2010-2011)".