Olimpiadi, Alemanno: Partiti deboli

"La Capitale andrà avanti, anche senza Olimpiadi. Ma si è persa una grande occasione di sviluppo: si sarebbero accelerati progetti indispensabili per la città, dice il sindaco di Roma Gianni Alemanno in una intervista al MESSAGGERO. II sindaco accusa il colpo, duro, contro un pilastro fondamentale del suo piano per il futuro della città. ‘Rinunciare a una candidatura vincente, sostenuta da un progetto di ottimo livello tecnico e di grande sobrietà economica, significa non scommettere sul futuro dell’Italia’. sindaco Alemanno, lo stop del governo è un colpo contro Roma? ‘Secondo me è una lettura fuorviante, che al limite può riguardare la Lega e alcuni ambienti nordisti. Ma non è questo che ha condizionato la decisione di Monti’. Allora la bocciatura è una sua sconfitta personale? ‘No, il problema che si è posto il premier riguarda la situazione economica del Paese. Il governo ha preferito non esporsi sul piano finanziario, invece di investire su un grande progetto di sviluppo per Roma e per l’Italia. La vera questione, a questo punto, è quale idea abbia l’esecutivo per lo sviluppo e il futuro di questo Paese’. Il Pdl parla senza mezzi termini di scelta antinazionale e di cedimento ai diktat della Merkel. La pensa anche lei cosi’? ‘Monti ci ha detto proprio questo: non poteva garantire la copertura del nostro progetto, perche’ questo poteva apparire un segnale sbagliato ai mercati finanziari’.

C’è stata però anche una sfiducia sul merito del progetto? In passato non sono mancate Olimpiadi che si sono rivelate un flop economico, e c’era chi temeva fortemente che questo rischio avrebbe riguardato anche Roma. Perchè? ‘Tutti gli investimenti possono avere un esito positivo o negativo, ma è un atteggiamento perdente pensare di non essere in grado di evitare fallimenti. Peraltro il nostro progetto era il meno dispendioso tra quelli messi in campo: i costi erano un terzo di quelli di Baku e la metà di Istanbul e Tokyo’. Si trattava comunque di un impegno economico forte. Era soste’nibile, in questo momento? ‘La commissione Fortis, insediata dal precedente governo per studiare l’impatto economico delle Olimpiadi a Roma, aveva stimato un ritorno fiscale di 4,6 miliardi di euro nelle casse dello Stato. A fronte di investimenti per 4,7 miliardi, scesi a 4,3 con il project finan- cing per la Citta’ dello sport di Tor Vergata. E i privati avrebbero partecipato con 5,4 miliardi di euro di investimenti, pari al 56 per cento della spesa complessiva. Insomma, un progetto che non pesava sulle spalle del contribuente e che avrebbe promosso l’economia, il turismo e l’immagine del nostro Paese’. Avra’ pesato una certa sfiducia antiromana nella gestione dell’evento, visti anche alcuni precedenti, da Italia ’90 ai Mondiali di nuoto? ‘Contro questo rischio avevamo proposto a Monti eNapolir tano la creazione di una commissione di controllo, di nomina governativa, con procedure blindate.
C’erano tutte le condizioni per fare le cose presto e per bene’.

Ha pensato di dimettersi dopo la fumata nera da palazzo Chigi? ‘Assolutamente no. La scelta di Monti e’ una bocciatura per commissione di controllo e procedure blindate non c’erano rischi l’Italia non per Roma. E infatti significa non ritenere l’economia italiana in grado di sostenere quello che lo stesso Monti ha definito un buon progetto di Roma e del Coni’. Ma e’ deluso dall’appoggio offerto dai partiti politici? ‘L’appoggio della politica c’e’ stato, sia da destra che da sinistra. Sono state presentate mozioni parlamentare di sostegno della candidatura da parte di Pdl, Pd e Terzo Polo. Purtroppo non sono state sufficienti a influire sull’orientamento del governo’. Ma il premier non aveva dichiarato di non voler prendere decisioni contro la maggioranza parlamentare? ‘Monti fa leva sulla sua credibilita’ personale e tecnica per portare avanti progetti controversi: dalle pensioni alle liberalizzazioni, fino all’articolo 18. I partiti fino ad ora sono riusciti solo a fare qualche interdizione su questi progetti, senza pero’ essere realmente propositivi e condizionanti’. Ma per Roma questa rinuncia e’ una grave battuta d’arresto? ‘Il premier mi ha garantito che le grandi opere andranno avanti con altri strumenti. Mi chiedo, allora, perche’ fermare la candidatura, visto che gli investimenti per le strutture sportive erano di appena 783 milioni, mentre tutto il resto serviva per infrastrutture indispensabili per la capitale. Comunque andremo avanti lo stesso con la massima determinazione. Il progetto di Roma Capitale non si ferma qui’".