AVVENIRE, I CAMPIONI SONO MENO GRANDI QUANDO BESTEMMIANO

"Il giudice ha preso una decisione per nulla apprezzabile: ha lasciato perdere, non ha voluto nemmeno guardare la prova tv. Ha fatto per viltà il gran rifiuto". Il quotidiano cattolico Avvenire commenta così la rinuncia della Giustizia sportiva a perseguire le bestemmie in campo di due grandi campioni. "Maicon – scrive – era nella stessa situazione di Ibrahimovic due settimane fa: stessa imprecazione blasfema, stessa ripresa tv. Ma è un campione, e la sentenza è stata: non ammessa la prova tv. Che significa, se vali 30 milioni (Maicon) o 70 (Ibrahimovic) puoi bestemmiare? Oltre una certa soglia, la legge non vale più?". Nell’articolo, a firma dello scrittore Fernando Camon, il giornale della Cei contrappone alle parole blasfeme dei due campioni altri calciatori, più o meno famosi, che prima di scendere in campo, in "un numero inaspettatamente alto, si fanno il segno della croce: con un gesto rapido e furtivo, mettono il piede oltre la linea bianca di bordo campo, si chinano a toccare l’erba con la mano destra, poi si drizzano e con la stessa mano si fanno il segno della croce". Ma, conclude l’articolo, "se farsi il segno della croce entrando in campo è forse, forse, e non per tutti, ‘nominare invano’ il nome di Dio, bestemmiare è certamente insultare Chi non t’ha fatto nessun male e l’immensa fetta di umanita’ che crede in Lui. Se sei un grande atleta, da quel momento – dunque – sei meno grande".