LAVORO & DIRITTI: UNA BUONA NOTIZIA PER TUTTE LE PROFESSIONI MA NON PER I GIORNALISTI

La Camera ha approvato all’unanimità, con 253 si, la proposta di legge in materia di equo compenso delle prestazioni professionali. Il provvedimento, che mira a rafforzare la tutela dei professionisti, ripropone integralmente il testo della proposta di legge A.C. 3179 e abbinate-A della XVIII legislatura, approvata dalla Camera, il cui iter di esame venne interrotto al Senato per il sopravvenuto scioglimento delle Camere.

I giornalisti non possono godere dei benefici di questa norma.

L’equo compenso, per gli iscritti agli ordini professionali, si basa infatti sul rispetto dei parametri dei compensi minimi determinati per decreto ministeriale ai sensi della vigente legge 27/2012, che per i giornalisti dopo più di dieci anni continuano ancora a non venire emanati.

Sul testo del provvedimento resta attuale quanto pubblicato due mesi fa.

https://www.assostampasicilia.it/news/2408-riforma-equo-compenso-decaduto-per-le-elezioni-anticipate-il-ddl-meloni-solo-i-giornalisti-ancora-senza-compensi-minimi.html

Va ricordato che se Assostampa Sicilia e Stampa Romana nel 2019 non avessero presentato parallelamente ricorso contro il ministero di Giustizia (freelance) e il dipartimento dell’Editoria (freelance nelle redazioni), in coerenza con quanto costantemente sostenuto all’interno del sindacato dalla Commissione lavoro autonomo nazionale, in questi anni nessuno avrebbe avuto notizia di vertenze per l’applicazione dell’equo compenso di tutti i giornalisti autonomi.

Una vittoria al Tar nel 2019 e un mancato accoglimento nel 2022 sullo sfruttamento dei giornalisti, unica categoria senza espliciti parametri ministeriali dei compensi, che ora l’approvazione unanime alla Camera del ddl Meloni riporta alla massima attualità e urgenza tra i temi sindacali.

Senza espliciti parametri dei compensi la pubblica amministrazione – che peraltro non può più reclutare co.co.co. ma solo partite Iva – non ha come mettere a bando incarichi negli uffici stampa secondo equo compenso, come previsto dalla legge 172/2017.

La mancata applicazione delle norme di tutela dei giornalisti freelance in vigore dal 2012 (legge 27, legge 233 e la Carta di Firenze dell’Ordine), chiare e ben scritte, consente agli editori di imporre il lavoro sottopagato come prassi e precarizza l’intera categoria, destabilizzando le condizioni del lavoro dipendente.

Parlare di politiche di rilancio dell’informazione senza affrontare e risolvere la sperequazione dei diritti e dei compensi tra giornalisti subordinati e autonomi continuerà a comportare l’erosione dei livelli occupazionali e incrementerà il lavoro povero.

Gli ultimi tre congressi del sindacato dei giornalisti hanno dettato le linee e gli obiettivi di politica sindacale per il lavoro autonomo. Non hanno avuto attuazione.

“Se non ora quando?”

                            Dario Fidora

componente Commissione lavoro autonomo nazionale FNSI