LA CLASSE DEL SUCCEDANEO DEGLI AGNELLI

di Nicola Forcignanò

Il 23 aprile 2020, è un giorno che Carlo Verdelli non dimenticherà mai. Da tempo vittima di intimidazioni, che il ministero dell’Interno ha giudicato concrete, ieri il direttore di Repubblica avrebbe dovuto morire, questa la data fissata dai suoi persecutori per porre fine alla sua vita. E ieri era anche la giornata fissata dai giornalisti del quotidiano romano e da tutti i giornalisti democratici italiani per manifestare la loro vicinanza e il loro sostegno a Verdelli.

Ieri è stata anche la giornata del cambio di proprietà del giornale fondato da Eugenio Scalfari che è passato dalle mani di Carlo De Benedetti a quelle di John Elkann, nipote dell’Avvocato, figlio di Margherita Agnelli e di Alain Elkann, il giornalista e scrittore più inutile nella storia di questo mestiere.
E’ cosa fisiologica e anche ineccepibile che il nuovo editore scelga il direttore al quale affidare il proprio giornale. Ma la classe e l’eleganza avrebbero suggerito a chiunque di scegliere una data diversa per sostituire Verdelli con Maurizio Molinari, vecchio e caro collega che ha fatto un grande Lavoro alla guida de La Stampa e al quale auguro tanta fortuna per il nuovo incarico.
Ma John Elkann, succedaneo del nonno e dello stile che l’Avvocato ha sempre avuto come dote innata, s’è completamente disinteressato di che cosa significasse per Verdelli, la sua redazione, il mondo del giornalismo, il 23 aprile. E ha proceduto cinicamente al cambio di direttori. Cambio che avrebbe potuto fare tranquillamente tra una settimana senza per questo complicare i programmi che s’è prefissato.
Morale: le uova di lompo non hanno nulla a che vedere con il caviale.