Il pungolo: La libertà di stampa in Italia

“Quattro cazzabubboli” che si definiscono anarchici hanno inviato messaggi ai direttori di un paio di quotidiani che si dice siano “di destra”, Il Tempo e Libero: “servi del potere, morirete” (1). La vicenda ha stimolato quasi tutti i politici e associazioni di vario tipo, a solidarizzare coi giornalisti. Ovviamente, a parte i soliti liberali non di governo che hanno anch’essi solidarizzato, i messaggi sono quasi tutti di esponenti del governo. Rarità “da lanternino” i messaggi di politici di cosiddetta sinistra e opposizione. “C’est la vie”!

Niente di nuovo o strano. In una sonnecchiante fine di agosto, dove l’informazione è ripetitiva con Gaza, Ucraina, Trump, qualche femminicidio, quale suicidio in carcere, Leoncavallo, vaccini, maltempo e code di rientri dalle vacanze, la vicenda assume quasi dimensione di “un fulmine a ciel sereno”. Anche se, per l’appunto, “quattro cazzabubboli” ma, siccome “è meglio prevenire che combattere”, ognuno usa i propri mezzi per farlo, quindi anche la “dichiarazionite”, tutta basata – giustamente – sull’attacco alla libertà di stampa.

Questa è la fotografia della libertà di stampa. Immagine predominante, secondo la vulgata politico-ideologia che va ora per la maggiora, è la cosiddetta destra ad esprimersi in modo “liberal” che non la cosiddetta sinistra. Ok, il termine “liberal” è un po’ strano e quasi sempre dipende da chi lo usa, essendo come un elastico che va in direzione di chi ha il lato stretto in mano (rari quelli come Orban l’ungherese che, senza mezzi termini, si dice illiberale)… ma prendiamo atto: la destra – sempre cosiddetta – difende la libertà di stampa.

Noi crediamo che sia essenzialmente perché è una destra che è al potere e perché la vicenda riguarda persone e media della sua fazione…. ma – sia chiaro – siamo così disincantati che crederemmo lo stesso se, invece di destra, fosse la sinistra al loro posto.

Prevenuti? No. Semplici lettori della realtà. Quando, da informazione privata (come nel caso dei due giornali in questione) si passa a informazione di Stato. Che è la cartina al tornasole per capire.

E’ forse la Rai impostata e gestita in ambito “libera informazione”? No. E’ spartizione, dove chi ha la maggioranza in Parlamento conta più di quelli che sono minoranza. Lo faceva a suo tempo la cosiddetta sinistra quando era la potere, lo fa la cosiddetta destra oggi. Niente di strano e illegale, è la legge sull’informazione di Stato che dice debba essere così.

Insomma, “la Rai non è la BBC”. Chiaro il concetto?

Ed è lo stesso concetto della levata di scudi pro-libertà di stampa di oggi: la libertà è tale e inviolabile quando sembra che la sua assenza mi faccia male, altrimenti è solo “piagnisteo” delle solite vittime.

Oggi crediamo che così pensi la cosiddetta sinistra della cosiddetta destra.. e viceversa a ruoli scambiati.

Forse, non è un caso, che nelle indagini internazionali sulla libertà di stampa (2), l’Italia è al 49mo posto, dopo il Belize e sopra la Mauritania.

 

Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc

 

 

 

1 – https://www.lapresse.it/editoria/2025/08/22/lettera-di-minacce-alla-redazione-de-il-tempo-servi-del-potere-morirete/

2 – https://rsf.org/en/index?intcmp=skytg24_foglia+articolo_interlink_text