DIFFAMAZIONE: VERSO INTESA SU ‘NO’ CARCERE E MULTE PIù BASSE

Si profila un’intesa su un ddl diffamazione più snello che preveda il ‘no’ al carcere per chi diffama, multe più basse e l’abolizione dell’interdizione dalla professione giornalistica. Secondo quanto si apprende, sarebbero questi i punti centrali su cui i gruppi stanno lavorando per arrivare domani in aula al Senato con un testo più "equilibrato" come dice Anna Finocchiaro (Pd) e "più snello e semplice" come aggiunge Maurizio Gasparri. Non ci sarà nessun rinvio in commissione con i gruppi che dovrebbero avere in tasca l’accordo per riuscire così ad approvare il ddl. Pdl e Pd si sono riuniti nella sala del governo al Senato, insieme ai relatori Filippo Berselli (Pdl) e Silvia Della Monica (Pd) e ad alcuni componenti della commissione Giustizia, e secondo quanto viene riferito, l’obiettivo è di arrivare a un testo semplificato attraverso pochi emendamenti, forse soltanto 6, a firma dei relatori. Che tra l’altro poi daranno parere favorevole anche ad alcune proposte di modifica come quelle di Luigi Zanda del Pd.
Le multe previste per chi diffama potrebbero essere dimezzate (nel testo vanno da un minimo di 5mila a un massimo di 100mila euro) e lo sconto per chi rettifica potrebbe essere aumentato, da un terzo a due terzi. Lo scoglio più difficile da superare riguarda i siti internet: nella riunione con i relatori si è ipotizzato di prevedere per i siti un link che porti alla rettifica.