W L’ITALIA: I MIEI PRESIDENTI

Sandro Pertini e Sergio Mattarella, due uomini diversi, due storie diverse. Un unico comune denominatore, l’amore degli italiani. Sulla figura del primo non ho mai avuto dubbi, impossibile non rimanerne affascinato fin da subito. Confesso che all’inizio il secondo non mi entusiasmava per nulla. Sbagliando, l’avevo considerato un algido, mi era apparso lontano dai cittadini, forse per colpa della sua riservatezza. Può darsi che con il tempo si sia lasciato andare un po’ di più. Ma quel che è certo che io avevo preso un gran cantonata.

Sbagliai e me ne scuso.

In questo momento non facile per il Paese, con gli italiani sempre più distanti dalla politica e credo non per colpa loro; con un unico partito che stravince a tutte l’elezioni, quello dell’astensione al voto; con gli italiani divisi su tutto, in un eterno derby destra-sinistra che è respingente perché stucchevole e inutile; con un governo che da una parte annaspa perché senza soldi è difficile apparecchiare tavola e far tutti contenti e dall’altra esibisce personaggi non all’altezza del proprio ruolo, quando non sono addirittura imbarazzanti; con una catena di eventi negativi, dal Covid all’invasione dell’Ucraina, dall’inflazione alle alluvioni che si susseguono con una tempistica preoccupante.
In questo momento – dicevo – il nostro presidente della Repubblica è l’unica bussola che tiene tutti uniti. Mattarella sta dimostrando d’essere al di sopra della parti, di non ostacolare – come deve essere – l’operato dei governi, d’essere un granitico difensore del Paese respingendo al mittente le invasioni di campo che arrivano dall’estero ed essere sempre presente dove deve portare la testimonianza dello Stato. I cittadini riconoscono in lui un garante della nostra libertà. E per questo lo amano. E lo amo anch’io.
Nei miei settantuno anni di vita solo Sandro Pertini e Sergio Mattarella mi hanno reso orgoglioso d’essere italiano. E rimarranno due icone per quanto mi resterà da vivere.
Nicola Forcignanò