VOGLIAMO VIVERE NON DIVENTARE “EROI” SUL DIVANO

Spero di non essere annoverato ai complottisti, ma in tanti si stanno interrogando se per caso qualcuno vuole farci diventare degli zombie. Da un finto documentario prodotto dal governo tedesco sembra di si. Accenna a questo documentario un editoriale di Francesco Borgonovo su La Verità del 17 novembre scorso, viene descritto come una “geniale campagna contro il Covid19”: “diventa anche tu un eroe e resta a casa”.

In questa campagna, che sta facendo discutere, il protagonista è un signore anziano, intervistato come se fosse un reduce di guerra. Egli ricorda i gesti eroici compiuti nel 2020 dalla sua generazione per vivere il virus. ‘L’unica cosa giusta da fare’ dice, noi l’abbiamo fatta, “Cioè assolutamente niente. Siamo stati pigri come procioni”. Mentre l’uomo pronuncia questa parole, vediamo immagini che lo ritraggono giovane, con gli occhi a mezz’asta, impegnato a rimbambirsi di Tv. «A prima vista – scrive Borgonovo – questo spot può anche sembrare simpatico, ma riflettendoci bene è spaventoso». L’”eroe” che ci propone è un ragazzetto che si rincoglionisce sul divano e s’ingozza di cibo consegnato dai rider: uno zombie appunto. Borgonovo conclude che probabilmente non esiste il “grande complotto”, ma l’idea che sia opportuno ridurci ad amebe recluse (ricordate Slimer il cartone di Ghost Basters) in salotto circola eccome, e di certo non dispiace a molte imprese digitali.

Certamente quello di non ridurre i giovani ad amebe recluse è papa Francesco che in occasione della solennità di Cristo Re, durante la Messa in S. Pietro con i giovani di Panama che consegnano ai coetanei portoghesi di Lisbona la croce delle GMG e l’icona della Salus Populi Romani. Papa Francesco rivolgendosi ai giovani ha commentato la pagina del Vangelo dove Gesù ci indica di donarci ai suoi fratelli più piccoli. Il papa poi ricorda san Martino di Tours che divise il suo mantello per vestire il povero. Il pontefice parlando della giovinezza, ha invitato i giovani a fare delle scelte grandi. Scegliere, soprattutto oggi, è, «non farsi addomesticare dall’omologazione» al “pensiero unico”. «Questo lo ha detto» anche «un giovane come voi [il Beato Pier Giorgio Frassati]: “Io voglio vivere, non vivacchiare”».

E’ un fatto, la pandemia sta colpendo i nostri anziani, i nostri nonni, ma sta colpendo anche i nostri giovani, che già erano penalizzati perché non trovavano lavoro. Allora quali messaggi dobbiamo comunicare per non diventare equivoci. Il mondo sta cambiando e quasi sicuramente non sarà un mondo migliore.

Ci sarà chi porterà i segni drammatici di questo cambiamento, ma anche chi se ne approfitterà per aumentare il proprio guadagno e il proprio potere. E’ un complotto? Non credo proprio, ma certo una radicale trasformazione delle società, soprattutto di quelle occidentali.

Per verificare i cambiamenti in atto, basta girare per le nostre città, con le serrande abbassate dei negozi, sembra di vivere in una società morta. Stanno scomparendo tutte quelle occasioni di relazione fra le persone. Relazioni che saranno destinate a scomparire, perchè probabilmente, quei piccoli negozi presenti nelle vie delle città saranno costretti a chiudere per sempre.

Rimarranno solo grandi magazzini dove si compra tutto nel più rigoroso anonimato, mentre la vita relazionale verrà progressivamente abolita. Se poi a questo aggiungete la chiusura delle chiese (grazie a Dio non in Italia, in questa seconda ondata del virus, ma in Francia sì, per esempio), degli stadi, dei cinema e dei teatri, per quanto temporanea, non possiamo non renderci conto che siamo di fronte a un cambiamento radicale del nostro modo di vivere.

È un complotto?  «Spesso ho l’impressione – scrive Invernizzi – che la retorica del complotto sia stata inventata da chi ha qualcosa da nascondere e non vuole che si mostrino le opere di coloro che attentano alla libertà e alla dignità degli uomini, inventando strane teorie complottiste per screditare chi denuncia il male che opera veramente nella storia». (Marco Invernizzi, Ancora due parole sul “complotto”, 20.11.20, alleanzacattolica.org)

Tuttavia se non siamo di fronte a un complotto, quasi certamente siamo di fronte «a una rivoluzione ambientale, nel senso che un ambiente, cioè un modo di vivere, verrà sostituito con un altro modo di vivere, all’insegna di quell’individualismo che il Pontefice condanna nell’enciclica Fratelli tutti. E cambiare ambiente significa cambiare modo di vivere, cosa che ha un’influenza importante sulla vita degli uomini, perché «dalla forma data alla società può dipendere la salvezza delle anime», come diceva molti anni fa Papa Pio XII (1 giugno 1941)».

DOMENICO BONVEGNA

domenico_bonvegna@libero.it