L’Istat ha reso noti i dati territoriali dell’inflazione di novembre, in base ai quali l’Unione Nazionale Consumatori ha stilato la classifica delle città più care d’Italia, in termini di aumento del costo della vita. Non solo, quindi, delle città capoluoghi di regione o dei comuni con più di 150 mila abitanti.
Vince ancora una volta Siena dove l’inflazione tendenziale pari a +2,9%, la più alta d’Italia, si traduce anche nella maggior spesa aggiuntiva su base annua, equivalente a 784 euro per una famiglia media. Medaglia d’argento per Bolzano che con +2% su novembre 2024, la terza inflazione più elevata del Paese, ha un incremento di spesa annuo pari a 664 euro a famiglia. Sul gradino più basso del podio Pistoia, quarta per inflazione ex aequo con Napoli (+1,9%), che ha una spesa supplementare pari a 514 euro annui per una famiglia tipo.
Appena fuori dal podio Cosenza che, con la seconda maggiore inflazione, +2,6%, registra una stangata pari a 506 euro. Al quinto posto Udine che con +1,6% ha una variazione annua della spesa pari a 449 euro. Seguono Rimini (+1,6%, +440 euro), Grosseto (+1,6% e +433 euro), all’ottavo posto Napoli (+1,9%, +429 euro), poi Belluno (+1,6%, +417 euro). Chiudono la top ten delle peggiori città, con +386 euro, Padova e Rovigo (+1,4% per entrambe).
Sull’altro fronte della classifica, la città più virtuosa d’Italia è ancora una volta Campobasso, l’unica ad avere un’inflazione pari a zero e, quindi, nessun aumento di spesa. Al secondo posto sia per inflazione bassa che per spesa, Brindisi, +0,2% e +39 euro. Medaglia di bronzo per Sassari (+0,4%, +80 euro). Al quarto posto della classifica delle città più risparmiose, Benevento (+0,4%, +88 euro), seguita da Trapani (0,4%, +93 euro), Lodi (+0,4% e +115 euro), al settimo posto Vercelli (+0,5%, +118 euro), poi Cuneo (+0,5%, +126 euro) e Potenza (+0,6%, +132 euro). Chiude la top ten delle migliori città, Caserta (+0,6%, +133 euro).
In testa alla classifica delle regioni più “costose” (Tabella n. 2), con un’inflazione annua a +1,4%, l’immancabile Trentino Alto Adige che registra a famiglia un aggravio medio pari a 433 euro su base annua. Segue il Veneto (+1,3%, +349 euro). Al terzo posto, con +343 euro, la Puglia che ha l’inflazione regionale più alta, +1,8%.
La regione più risparmiosa è il Molise che segna una variazione nulla. In seconda posizione la Basilicata (+0,6%, +128 euro), in terza la Sardegna (+0,7%, +134 euro).
