Unime: Proiettato in Aula Magna il docufilm “Falcone e Borsellino – Il fuoco della memoria”

Messina – In occasione del 33° anniversario della strage di Capaci, è stato proiettato – nell’Aula Magna del Rettorato – il docufilm “Falcone e Borsellino, il fuoco della memoria”.
Presentato per la prima volta a Palermo lo scorso 19 luglio, in occasione dell’anniversario dell’altra strage mafiosa, quella di via d’Amelio,  ha  ricevuto numerosi premi e apprezzamenti, tra cui quelli del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella;  il docufilm (realizzato dal regista Ambrogio Crespi per l’Università di Palermo) sta compiendo un tour itinerante in vari Atenei italiani per far conoscere ai giovani, che non possono avere la memoria diretta delle stragi degli anni ‘90, quanto accaduto.
L’evento è stato promosso da Centro Sudi sulle Mafie e dai Dipartimenti di Giurisprudenza e di Scienze politiche e giuridiche dell’Università peloritana, con il patrocinio dell’ANM, dell’Ordine degli Avvocati e del Provveditorato agli Studi di Messina.
Dopo i saluti della Rettrice,  prof.ssa Giovanna Spatari, del Presidente dell’ANM di Messina, il giudice Andrea La Spada, del Consigliere segretario dell’Ordine degli Avvocati di Messina, avv. Aurelio e del Provveditore agli Studi, prof.  Leon Zingales, la proiezione è stata preceduta da una breve riflessione, con i contributi del prof. Costantino Visconti, dell’Università di Palermo, del dott. Antonino Amato, Procuratore della Repubblica di Messina,  e del dott. Nino Rizzo Nervo,  Direttore della Gazzetta del Sud, coordinati dalla prof.ssa Maria Teresa Collica, Direttrice del Centro Studi sulle Mafie.
“Quando prendo parte ad eventi come questo – ha detto la Rettrice – penso subito agli studenti, a cui l’iniziativa odierna si rivolge. Trentatrè anni fa, anche io ero studentessa e ricordo esattamente dove mi trovavo quando sono stata raggiunta dalla notizia della strage di Capaci, in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la giudice e moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Mi trovavo con un gruppo di colleghi, a Piazza Antonello, intenta a programmare alcune attività ed a sognare, come voi ragazzi qui presenti, un futuro migliore. Ogni anno, ricordiamo ciò che avvenne in quel periodo per non abbassare mai i riflettori sui temi legati alle mafie, neppure adesso che sono mutate, e sull’opera dei magistrati che hanno dato la vita per contrastarle. La memoria di quanto è avvenuto si è trasformata in responsabilità civile e, per una istituzione come l’Università, anche culturale”.
“Ringrazio l’Ateneo di Messina ed il Centro Studi sulle Mafie per l’invito rivolto – ha aggiunto il Presidente ANM, La Spada – e saluto calorosamente tutti i giovani presenti in Aula Magna. Un grazie va anche all’Università di Palermo per aver realizzato il docufilm di cui, stamane, abbiamo proiettato il trailer presso l’Atrio del Tribunale. Quando avvenne la strage di Capaci io avevo solamente 10 anni, ma ricordo perfettamente il clima dell’epoca. L’afflato sociale generato da quanto avvenuto a Giovanni Falcone, e poi anche a Paolo Borsellino, fu enorme e rimane tale anche oggi per due principali motivazioni. Nella storia della Magistratura vi è un prima e un dopo Giovanni Falcone. Egli fu il primo a comprendere che per ostacolare la criminalità organizzata era di primaria importanza seguire il flusso di denaro, compiere indagini bancarie e patrimoniali. Inoltre, intuì l’importanza dei collaboratori di giustizia, mutuando questa pratica dallo stile investigativo americano e traendone beneficio con il successo del maxiprocesso, il primo momento in cui la mafia si sentì realmente braccata. Per la sua opera fu osteggiato all’interno della Magistratura, che gli preferì Antonio Meli – per il criterio dell’età – al vertice dell’Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo, ma è rimasto nel cuore degli italiani che ne tramandano il ricordo”.
Alla proiezione erano presenti studenti universitari ed alunni degli istituti scolastici cittadini.