Trasporti e mercato costoso alterato. Come venirne fuori

I rincari dei trasporti, soprattutto aerei, nei periodi di punta come quello di fine anno sono “ordinaria amministrazione”. Abbiamo letto anche il 900% in più. Sia per il mercato interno che quello esterno: chi va a trovare i propri cari o turismo.

Mercato predatorio. I fornitori di questi servizi in periodo di punta, con domanda maggiore, dovrebbero già guadagnare di più. Ma non gli basta. I periodi  di punta non vengono considerati sufficienti ad ammortizzare quelli di scarsa domanda, ma utilizzati per un’armonizzazione verso l’alto di tutto l’anno. Questa è l’offerta.

Per la domanda (gli utenti), la situazione è capovolta. Chi viaggia non solo paga di più nei periodi di punta, ma deve anche avere un servizio peggiore (maggiore affollamento, alte possibilità di ritardi e overbooking).

Siccome, quelli di alta e bassa stagione, sono costi che ogni fornitore pratica a sua discrezione (non si può escludere – fantascienza, al momento – che qualcuno faccia il contrario), significa che il mercato c’è ma, invece di essere un vantaggio per tutti gli attori, lo è solo per chi offre (le aziende).

Per riequilibrare qualcuno ha pensato a un intervento dello Stato per calmierare i prezzi. Come accade,  per esempio, in Sicilia: nei periodi di punta per studenti e migranti “che tornano a casa”, ci sono treni a prezzi calmierati organizzati dalla Regione, che paga coi soldi dei contribuenti, soldi che non solo non vanno agli altri treni, ma che privano questi ultimi di clienti. Distorsione della concorrenza? Possibile. Sarebbe interessante un’opinione Antitrust.

Abbiamo quindi un mercato che non è tale con, quando c’è un intervento pubblico, la possibile distorsione dello stesso.

Scartata l’ipotesi dell’abolizione del mercato (salterebbe tutta l’economia, per quanto già sia poco libera), occorre un ampio ripensamento dello stesso. A partire proprio dove il mercato non è più un vantaggio per tutti gli attori e stimola l’intervento presunto abusivo dello Stato, le altre e basse stagioni.

L’ipotesi non è bislacca e potrebbe essere “dietro l’angolo”. Si pensi, per esempio, a quando volare costava molto… ma un giorno arrivò un signore irlandese che scombussolò tutto il mercato, ed oggi tutti lo seguono.

Questo anche per dire che in un contesto di mercato sempre meno mercato, le soluzioni sarebbero possibili facendo crescere ulteriormente il mercato.

 

Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc