Scioperi trasporti. Demagogia, allarmismo e inutilità

Ovunque si parla e si scrive della “settimana nera”: oggi trasporti terrestri e marittimi, venerdì 26 quelli aerei. Lo sciopero, programmato da tempo dai sindacati per cercare di val valere le loro rivendicazioni nei confronti di un governo che reputano sordo alle loro richieste. Il tutto inserito nel blocco ferroviario per l’incendio di Firenze dell’altro giorno, presta bene il fianco a chi ha sete di titoli più o meno estremi ed eclatanti. Il risultato è un mix di demagogia, allarmismo e inutilità.

 

Ma gli utenti di questi servizi sono stati avvisati da tempo, come prevede la legge, e se hanno fatto orecchie da mercante non hanno da lamentarsi per i disagi subiti. Certo, in questo periodo soprattutto ci sono molti turisti che non necessariamente sono avvisati… ma quando si va a visitare un Paese non si può pretendere che lo stesso si armonizzi ai propri usi e consumi (inclusi quelli politici), altrimenti che razza di visita sarebbe… tanto vale farsi un giretto in 4D su Internet: quindi, se vado a Berlino o  New York o Sydney o Pechino è bene che mi informi su cosa accade nel periodo che ho scelto per visitare queste città.. non è strano che tedeschi, americani e australiani e cinesi facciano altrettanto quando vengono a visitare il nostro Paese.
Fintanto che – per fortuna – nel nostro Paese vige il diritto di sciopero, situazioni come quelle di questi giorni dobbiamo metterle in conto. Gli utenti ne prendano atto e si organizzino di conseguenza, fa parte del gioco democratico.
Noi ci poniamo sempre alcune domande. I sindacati si rendono conto che, come ricaduta, gli effetti dei loro scioperi sono essenzialmente sull’utenza? E che quest’ultima, per quanto democratica e comprensibile possa essere, è abbastanza contro di loro in questi contesti?
E continuiamo con domane come ipotesi di soluzione: non sarebbe meglio avere l’utenza alleata piuttosto che contro? Non è la propria controparte (dei sindacati) il governo e non i governati? Possibile che non ci siano altre forme di manifestazione del dissenso e della richiesta di soluzioni? Possibile che secoli di azioni di disobbedienza civile e nonviolenza, con episodi che hanno cambiato la faccia del Pianeta, non abbiano insegnato nulla? Si rendono conto che il successo delle iniziative sindacali sarebbe molto, ma proprio molto maggiore se la condivisione delle richieste non fosse limitata alla specifica categoria, ma cercando di coinvolgere tutti rendendo consapevoli questi tutti che il bene dei lavoratori del settore trasporti (nel nostro specifico caso) equivale a maggior bene, sicurezza e certezza per tutti? Quando si vive in una comunità, e non in compartimenti stagni e corporativi, i principi ispiratori dei pensieri e delle azioni, a nostro avviso dovrebbero muovere da questi semplici principi, con alla base la condivisione. Non è mai troppo tardi!

Vincenzo Donvito, presidente Aduc