Sanità. Il fallimento delle Regioni

Fabric mask, black stethoscope and euros banknotes

La maggioranza dei bilanci regionali sono dedicati alla sanità. Figuratamente, si può dire che il ministero della Salute definisce la cornice, ma il quadro da dipingere è di competenza regionale.

E’ passato un anno da quando è stato proclamato lo stato di emergenza sanitaria a causa del Coronavirus.

Secondo il report dell’Istituto superiore di sanità ci sono stati 85 mila morti, dei quali 35 mila nella prima ondata (marzo-maggio 2020) e 50 mila nella seconda ondata (ottobre 2020-gennaio 2021).

Sono gli effetti, tragici, di chi ha voluto aprire la stagione turistica estiva; nonostante ciò, il mese scorso, le Regioni del Nord Italia sollecitavano l’apertura della stagione turistica invernale.

Le Regioni che hanno avuto il maggior numero di decessi sono la Lombardia (31%), l’Emilia Romagna (11%) e il Veneto (10%). Sono proprio quelle che rivendicano l’autonomia federalista.

Il virus ha ignorato l’etichetta partitica delle Giunte regionali ma, la Lombardia, che si riteneva essere il modello sanitario per eccellenza, è quella che ha registrato la maggior percentuale di decessi.

Altro flop regionale è stato quella della somministrazione del vaccino antinfluenzale: la competenza è regionale, così come la disorganizzazione registrata.

Il piano vaccini Covid-19 prevedeva la somministrazione del vaccino per categorie, privilegiando, in primis, il personale sanitario. Ovviamente, le Regioni sono andate in ordine sparso: la Lombardia ha vaccinato il 41% del personale sanitario e il 51% non sanitario; l’Abruzzo, invece, ha vaccinato l’89% del personale sanitario e l’8% non sanitario (dati GIMBE).

E’ di tutta evidenza che una delle riforme, alle quali il prossimo Governo dovrebbe mettere mano, è quella di ridefinire le competenze Stato-Regioni modificate da una deleteria riforma costituzionale del 2001, che ha moltiplicato centri decisionali e di spesa.

Invece di semplificare si è complicato.  Gli effetti si vedono. Tragicamente.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc