Rapporto Almalaurea 2023 sul profilo e la condizione occupazionale dei laureati dell’Università di Messina

Messina – Il rapporto AlmaLaurea 2023 sul profilo e sulla condizione occupazione dei laureti dell’Universitá di Messina è stato condotto su un campione di 3530 individui, sostanzialmente in linea con la precedente indagine. Di questi circa 2000 studenti provengono da corsi di laurea triennale, mentre poco più di 1000 sono i laureati magistrali. mentre i rimanenti hanno frequentato corsi di laurea a ciclo unico.

Profilo dei laureati

Rispetto al 2022, si osserva un leggero incremento nel numero di studenti stranieri che hanno scelto di frequentare l’Università di Messina. “Certamente il sostanziale miglioramento del quadro sanitario ha favorito la mobilità e rinvigorito l’interesse per i corsi di studio offerti dall’Ateneo. Tuttavia -come sottolineato dal Prof. Dario Maimone Ansaldo Patti, delegato del Rettore per AlmaLaurea-  la percentuale di studenti stranieri frequentanti, seppur inferiore al dato nazionale rimane ampiamente al di sopra della media regionale, dando dimostrazione del fatto che l’Ateneo peloritano mantiene una certa attrattività presso gli studenti stranieri”.

“In ogni caso, questo dato appare in linea con il significavo aumento di domande di iscrizioni proveniente dall’estero, premiando gli sforzi continui degli Organi di Governo del nostro Ateneo-  commenta il Rettore, Prof. Salvatore Cuzzocrea

Altrettanto ampia è la percentuale di laureati proveniente da fuori regione, presentando un dato in linea con quello nazionale (circa il 22% dei laureati è residente in altra regione, contro il 24% nazionale). Anche in questo caso, il dato appare in linea con quello dello scorso anno e superiore alla media regionale. Rimane sopra la media nazionale, seppur non di molto, il dato relativo all’età media in cui è stato conseguito il titolo. Gli studenti triennali conseguono il titolo mediamente a 24.6 anni (24.4 il dato nazionale), mentre i magistrati biennali a 28.8 (27,2 il dato nazionale). Per quanto la differenza con i valori di riferimento nazionali sino abbastanza modesta, permane il problema di conseguire in corso il titolo di studi. Solo il 55.7% vi riesce (rispetto al 62,5% nazionale).

“ In ogni caso-  puntualizza il Prof. Maimone Ansaldo Patti -sia sul dato locale che su quello nazionale pesa la consuetudine in atto negli ultimi anni da parte dei diplomati di ritardare gli studi universitari. Ne consegue che gli sforzi tesi a diminuire l’età media di conseguimento del titolo da parte degli Organi di Governo vadano rafforzati per far si che il titolo venga conseguito in tempi più vicini a quelli legalmente previsti. E’ auspicabile che la quota dei laureati in corso possa ulteriormente aumentare, chiudendo definitivamente il gap rispetto al dato nazionale”.

Molto alta ed in linea con la precedente rilevazione è la quota di coloro che si dichiarano soddisfatti dell’esperienza maturata presso l’Università di Messina (pari al 91.3%), mentre circa il 73% dei laureati si iscriverebbero nuovamente presso l’Ateneo Peloritano”.

“Questo è un dato che ci rende particolarmente orgogliosi- dichiara il Prof. Cuzzocrea- in quanto è la dimostrazione della bontà delle azioni intraprese da questa Amministrazione. Anche il lieve aumento della percentuale di coloro che si dichiarano soddisfatti della qualità delle aule e delle strutture a disposizione non può che rendere soddisfatti per gli sforzi profusi nell’ammodernamento e nella ristrutturazione dei luoghi quotidianamente frequentati dagli studenti.

Condizione occupazionale

Per quanto riguarda la condizione occupazionale, il Prof. Maimone Ansaldo Patti sottolinea che il dato risente seppur in maniera assai più lieve degli strascichi derivanti dalla pandemia oltre che delle tensioni geo-politiche che hanno caratterizzato l’anno precedente. Il tasso di occupazione dei laureati triennali ad un anno dal conseguimento del titolo è sostanzialmente invariato rispetto allo scorso anno e pari al 62.9%. Si riduce al 71% la quota di coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il conseguimento del titolo, per quanto a distanza di cinque anni quasi l’80% dei laureati ha una occupazione. Si chiude il gap relativo alla retribuzione media mensile che appare nell’ultima rilevazione sostanzialmente uguale a quella media nazionale (circa 1.330 euro). Aumenta invece sino al 76%, la percentuale di coloro che ritiene la laurea un titolo fondamentale per l’ingresso nel mercato del lavoro. Il dato appare superiore di circa 7 punti rispetto a quello nazionale. In ogni caso ogni pretesa comparativa deve necessariamente scontare le differenze nelle caratteristiche del mercato del lavoro nel Nord-Cento Italia ed in quello siciliano e meridionale in genere. E’ invece pari a circa l’80% la percentuale dei laureati magistrali a cinque anni che si sono inseriti nel mercato del lavoro con una retribuzione media inferiore di circa 100 euro al dato nazionale. Dai dati AlmaLaurea, appare nuovamente chiara l’importanza dello studio universitario, rispondendo indirettamente al fenomeno ormai abbastanza comune di studenti che preferiscono trovare una occupazione subito dopo il conseguimento del diploma rispetto ad un percorso universitario. E’ bene allora continuare nell’opera di orientamento in ingresso (oltre che in itinere) in favore degli studenti per far comprendere loro che iscriversi ad un corso universitario è essenzialmente un investimento per il futuro, un investimento che ha una remunerazione superiore a quella media di mercato, ancorché, sovvertendo i principi tipici dei mercati finanziari, con un rischio (comparato) inferiore. In generale, quindi, la rilevazione AlmaLaurea 2023 ci fornisce una fotografia del profilo e della condizione occupazionale dei laureati messinesi sostanzialmente invariata rispetto all’anno precedente, se non con alcuni miglioramenti, premiando gli sforzi sin qui fatti dagli Organi Accademici.

“Essa tuttavia rappresenta- conclude il prof. Cuzzocrea-  un ulteriore stimolo per continuare nel progressivo processo di miglioramento della qualità dei servizi erogati e per fornire dei percorsi di studi sempre più adeguati alla mutevole realtà del mercato del lavoro e alle esigenze dei potenziali studenti. Solo in questo modo gli studenti messinesi potranno avere le necessarie competenze per essere competitivi non solo a livello locale, ma soprattutto a quello nazionale”.