RADIO ZANCA: ASSESSORE MASSIMO MINUTOLI CONTRO IL RISCHIO IDROGEOLOGICO IL SILENZIO E’ INUTILE

Messina – Cosa è stato fatto dal disastro di Giampilieri a oggi? Forse ben poco. A Messina ancora non si prende coscienza della pericolosità, del rischio idrogeologico specialmente su quel territorio che è stato abusato in passato. Nella nostra città c’è necessità anche di un maggior coinvolgimento da parte delle istituzioni perché devono mettere mano alla manutenzione ordinaria. La cura del territorio passa per la manutenzione ordinaria dovrebbe saperlo bene l’assessore Massimo Minutoli.

L’alluvione di Messina del 2009 fu una calamità naturale verificatasi in un’area ristretta della Sicilia nord-orientale causata da un violento nubifragio, iniziato nella serata del 1º ottobre 2009 e durato tutta la notte fino al mattino del giorno successivo. Il nubifragio provocò lo straripamento dei corsi d’acqua e diversi eventi franosi cui fece seguito lo scivolamento a valle di colate di fango e detriti.

E chi meglio di lui è consapevole che periodicamente bisogna controllare tutte le aree di deflusso dell’acqua ma anche gli stessi tombini e fare manutenzione degli alvei? E quindi mi chiedo e gli chiedo chi sta controllando cosa accade per esempio in via Leonardo Sciascia, zona San Licandro? Chi ha autorizzato i nuovi lavori vicino i campetti sportivi dell’ex calciatore del Messina, Carmine Coppola? Un luogo ad alto rischio dove si torna quindi a costruire. Siamo sicuri che non accadrà nulla di pericoloso? Ricordiamo che quel territorio ha già subito dei danni magari anche per colpa di un certo appetito da parte di palazzinari, gettatisi a corpo morto nei progetti del piano di zona  – luoghi che prevedevano enormi colate di cemento nella parte alta della via, nella collina che arriva fino a Tremonti -, molti dei quali inattuati, o bocciati, o iniziati da anni e non ancora terminati. Perché l’assessore Minutoli non si reca sul posto a controllare lo stato del territorio? Noi siamo dell’avviso che parlando di protezione del territorio e sicurezza dei luoghi bisogna limitare il consumo di suolo.

E’ bene imparare dalle sventure e dalle tragedie. A esempio per Ischia, dalle immagini osservate  che verosimilmente si tratta di un processo franoso tipo colata detritica che avrebbe attivato un trasporto in massa di dimensioni importanti di terreni sciolti di natura piroclastica. Trattasi di frane ad alto potere distruttivo che mobilitano grossi quantitativi di sedimenti – ha dichiarato Micla Pennetta, Geomorfologa dell’Università Federico II di Napoli -e detriti che possono anche incanalarsi in incisione preesistenti fluendo ad alta velocità verso valle. La causa scatenante è da attribuire alle piogge intense e prolungate. La predisposizione del territorio a tale tipo di dissesto è legata alla pendenza del versante ed dalla presenza di depositi sciolti a tetto fortemente erodibili; versanti incisi da aste fluviali corte e molto acclivi. In tale contesto geologico e geomorfologico si determinano le condizioni per rischi geoidrologici (conosciuti come idrogeologici) che determinano alluvionamenti e invasione di materiale franato dei centri urbani  posti alla base dei versanti e della rete di drenaggio delle acque.

Così, assessore Minutoli ci tuteli per favore: non si giri da un’altra parte solo perché non apparteniamo alla sua cerchia di amici ma valuti con attenzione questa nostra segnalazione affinché non accada nulla di irreparabile. La valutazione dei rischi naturali è importante per qualsiasi programma razionale di pianificazione del territorio. Fermare le ruspe e le colate di cemento è l’unica cosa possibile per prevenire le tragedie ambientali. Poi, quando arriva il disastro, i morti, ecco i soliti bla-bla, su tutto e tutti. Come se fosse possibile uscirne così. Ma che dobbiamo fare, qui si tratta di cercare di salvare la vita delle persone, della gente, lo sviluppo del territorio, l’economia del mattone è un pretesto. Certo, salviamo anche il lavoro. Ma con decenza e tanta legalità. E finiamola di dire, a bare chiuse: la vita continua, no? A questo bisognerà pur continuare a credere. Solo che bisogna vedere come continua.

Forse sarebbe sufficiente trovare un abbozzo di idea, di risposta alla domanda che in mezzo a tutti i bla-bla non ha trovato ancora uno straccio di risposta, perché deturpano le colline, il suolo, perché avvelenano la vita con colate di cemento?