Radicali: morte detenuta a Torino per fame e sete è punta di un gigantesco iceberg

“Inutile cercare singoli responsabili in quel che sta accadendo da tempo nelle carceri italiane. È l’intero sistema che è corrotto, nel senso di guasto per putrefazione, decomposto. Un sistema che porta dietro le sbarre soprattutto persone con problemi psichiatrici, poveri allo stremo, immigrati senza fissa dimora, tossicodipendenti di varie sostanze, per un terzo del totale detenuti in attesa di giudizio definitivo. Ogni storia è diversa tra i detenuti come è diversa per ciascuno di noi che vive fuori.

 

Ma nella sostanza il degrado delle strutture, il sovraffollamento, la commistione di decine e decine di nazionalità ed etnie, la carenza di organici tra la polizia penitenziaria e gli amministrativi, la mancanza di direttori, la carenza di educatori e mediatori culturali, l’assistenza sanitaria in alcuni casi insufficiente, la presenza di un terzo dei detenuti per violazione della legge criminogena sulla droga, rende questi luoghi delle vere e proprie discariche umane. Luoghi dove una donna può non assumere liquidi e cibo fino a morire senza che nessuno se ne accorga, senza che nessuno lanci un allarme.

Siamo tutti responsabili e dovremmo tutti occuparcene. Per questo da mesi con l’iniziativa di Radicali Italiani DEVI VEDERE stiamo aprendo le celle delle carceri italiane a semplici cittadini che vogliano vedere e toccare con mano, annusare il carcere, sentirne i rumori. Capire. Questa donna nigeriana è la punta di un enorme iceberg invisibile che vogliamo vedere e far vedere. Perché si smetta una buona volta di usare la carcerizzazione come unica risposta, si smetta di dire ‘buttate le chiavi’, si smetta di speculare sulla pelle di poveracci per ottenere qualche voto. Si smetta di essere disumani.”

Lo dichiara in una nota Igor Boni-Presidente di Radicali Italiani