Musumeci rinvia al 14 giugno le amministrative. Basterà a Ilenia Torre per ricompattare il centrodestra?

Le elezioni per il rinnovo dei consigli comunali in Sicilia, programmate per il 24 maggio, sono rinviate al 14 giugno, con eventuale ballottaggio il 28 giugno, a causa di doverose misure di protezione della salute pubblica. Lo ha deciso il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, d’intesa con l’assessore alle Autonomie locali Bernardette Grasso. 

Il rinvio del voto, per motivi di salute, come cambierà l’esito delle amministrative a Barcellona P.G.? Vorrei dire la mia sulla questione: non c’è dubbio che le urne rappresentano – sullo stato di salute di una comunità – una sintesi perfetta; che una volta date le “marcature sul campo” e le preferenze al programma dei candidati, sarebbe quasi inutile raccontare la disputa. Ma credo ci siano anche pochi dubbi sul fatto che rappresentino uno dei più clamorosi atti di presunzione della nostra democrazia. O se preferite, un colossale, sproporzionato investimento sulla buona fede e l’intelligenza di chi compila la scheda. Dunque, stavamo riflettendo sul centrodestra barcellonese. Se Atene piange, Sparta non ride. Se il fronte dell’On. Calderone continua a vivere momenti di fibrillazione di oscura provenienza, di certo la sponda dell’On. Galluzzo, dell’On. Bucalo e dell’On. Genovese continua a rimanere preda di veti e interdizioni che non favoriscono la coesione del raggruppamento.

Così da questo tipo di dinamiche è venuta fuori la designazione dell’Avv. Ilenia Torre, quale espressione carina di discussioni infinite sottobanco, soprabanco, misteriose, piene di humor, sarcastiche, ma che hanno mostrato poca qualità politico. L’ex assessore del Sindaco Materia è stata una scelta ragionata da pochi intimi, che hanno ricevuto negli anni, attraversando la prima repubblica per approdare alla terza sotto mentite spoglie, solo qualche piccolo riconoscimento in ambito locale, senza vincere mai una guerra fino in fondo.

Se di volta in volta questi personaggi si sono sostenuti e confortati con un lessico finto-democratico e finto-moderato, tuttavia il ritratto che ne esce fuori, impietosamente obiettivo, richiama una rediviva Democrazia Cristiana, non quella dei Santalco e Gullotti, ma quella di bassissimo profilo e di quart’ordine. Oggi tra coloro che stanno nella cabina di regia di questo raggruppamento solo uno, in questa commedia in cerca d’autore, ha vissuto la DC con fortune politiche minime, dato che con gli insuccessi elettorali riusciva a ritagliarsi uno spazio nel sottobosco istituzionale, certamente non dando una grande e memorabile prova di sé.

Oggi la sua interpretazione passerebbe in versione femminile nelle vesti di una parente prossima, che rispecchia la solita analisi di un’antropologia, non più di un partito-stato, qual’era la DC, che ha governato la Repubblica per un ininterrotto cinquantennio, bensì come specchio/riflesso di un frammento di sopravvivenza domestica. Certo la giovane designata non ha vissuto l’esperienza del padre, e pure come componente dell’Amministrazione Materia non ha volato alto se non per aver presenziato dignitosamente in convegni e iniziative pubbliche mettendosi in evidenza con saluti di circostanza e in rappresentanza della giunta municipale e non certo per aver amministrato con piglio autorevole e con esiti brillanti.

La sua carineria merita rispetto ma non certo riconoscimenti da standing ovation. In questo contesto và detto che la città di Barcellona P.G., come correttamente diceva un maturo saggio della politica locale, non è una città che ha mai avuto la puzza sotto il naso, né è una città che possa essere ritenuta classista, ma è una cittadina che aspira, in quanto comunità vivente, ad essere rappresentata dignitosamente e non ammette nel suo immaginario visioni domestiche e ruoli aviti ed avuti per trasmissione ereditaria.

Così anche questa scelta appare più dettata dal caso, che dalla consapevole valutazione dei meriti del prescelto: carina si lo è, ma, allo stato attuale, appare solo come soggetto volenteroso nell’imparare a recitare la parte che le è stata assegnata. Purtroppo per il ruolo di Sindaco non basta, che possa operare sotto dettatura o con il suggeritore come si fa a teatro, a maggior ragione quando il suggeritore abbia dato una insufficiente prova di sé.

Questo è l’altro candidato sul fronte di centro/destra opposto al designato candidato sindaco, Avv. Pinuccio Calabrò, che si ritrova nel dibattito cittadino con lo stesso percorso vissuto e attraversato dagli altri assessori che hanno contribuito a rendere peggiore la Città di Barcellona Pozzo di Gotto con l’ultima gestione amministrativa. Così balzano alla mente quesiti elementari: in cosa si distinguerebbe rispetto alla continuità vissuta nella Giunta Materia? In quale proposta si caratterizzerebbe rispetto alla pessima gestione dei servizi, come quella dei rifiuti dai costi altissimi e dai risultati pietosi? Secondo quale indirizzo metterebbe mano al deficit di bilancio? Ascoltare le risposte sarà un’occasione da non perdere.

Luciano Genovese