Nel corso di un’audizione davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, il WWF Italia ha presentato oggi le proprie osservazioni e proposte di emendamento alla legge di bilancio 2026 (AS 1689), chiedendo al Governo un’inversione di rotta per non perdere un’occasione epocale e costruire un’economia della transizione, della sicurezza climatica e della tutela della biodiversità. La manovra continua a ignorare la crisi climatica e ambientale, non investe nella decarbonizzazione, penalizza il trasporto pubblico e taglia fondi per la protezione del territorio e della natura. Appena lo 0,8% della spesa complessiva è destinato a cultura, ambiente e qualità della vita – la quota più bassa tra tutti i comparti aggregati.
Inaccettabile investire miliardi per il Ponte sullo Stretto
Per il WWF Italia è inaccettabile che si continuino a bloccare miliardi di euro per il Ponte sullo Stretto mentre il Paese ha ben altre priorità. Quelle risorse potrebbero finanziare interventi per l’adattamento, la rinaturazione, l’energia pulita e la decarbonizzazione, scelte che sarebbero insieme più utili per l’ambiente e più favorevoli all’economia nazionale. Il futuro dell’Italia non passa da un ponte, ma da un nuovo patto con la natura.
Fondo per il ripristino della natura: creazione di un fondo pubblico per la rinaturazione, la tutela della biodiversità terrestre e marina e il ripristino degli ecosistemi in linea con il Regolamento europeo sul Nature Restoration Law.
- Fondo per l’eliminazione dei combustibili fossili: istituzione di un fondo da 6 miliardi per favorire il phase-out dai combustibili fossili, sostenendo innovazione industriale, efficienza energetica e mobilità a zero emissioni.
 - Fondo nazionale di adattamento climatico: 3 miliardi per mettere in sicurezza il territorio e attuare il Piano nazionale di adattamento, finanziati anche riducendo gli stanziamenti per il Ponte sullo Stretto.
 - Fondo per la riconversione agroecologica della zootecnia: 5 milioni di euro annui per ciascun anno dal 2026 al 2028 destinati alle aziende che riducono l’impatto ambientale degli allevamenti intensivi e adottano pratiche sostenibili.
 - Stop ai sussidi dannosi e alle proroghe ambientali negative: soppressione degli articoli che rinviano la plastic tax e che riducono l’accisa sul gas naturale, piena eliminazione del differenziale fiscale gasolio/benzina.
 - Fiscalità verde in agricoltura: rimodulazione delle aliquote IVA per favorire i prodotti biologici e penalizzare pesticidi e fertilizzanti chimici.
 - Fondo per la riconversione agroecologica della zootecnia intensiva – 5 milioni annui dal 2026 al 2028 per accompagnare la transizione del settore.
 - Detrazioni energetiche progressive: aumento della percentuale di detrazione per gli interventi di riqualificazione energetica delle famiglie a basso reddito.
 - Sostegno al biologico per le donne in gravidanza e i bambini: credito d’imposta fino a 500 euro mensili per nuclei familiari vulnerabili.
 
Per il WWF è anche il momento di dare un segnale di equità sociale e a tal fine si propone un contributo di solidarietà sui titoli di viaggio destinati alla classe business e di prima classe e sui voli aerei privati i cui proventi saranno destinati al Fondo per la Transizione Industriale e al Fondo Italiano per il Clima. Inoltre, sarebbe altamente ingiusto destinare a spese correnti i soldi del Fondo Sociale per il Clima, istituito a livello europeo nel quadro del sistema ETS, dal momento che il fondo nasce proprio per aiutare le fasce vulnerabili nell’accesso alla transizione.
