LO SPIRITO VINCENTE DEL CAVALIERE

In un post su facebook, l’amico Attilio Negrini, mette in evidenza lo spirito vincente del presidente Silvio Berlusconi, che è riuscito addirittura a portare per la prima volta nella storia calcistica, la squadra del Monza in serie A.

Lo confesso, da interista, ho sempre ammirato l’operato di Silvio Berlusconi nella creazione della super squadra del Milan, che partendo dalla serie B, è riuscito a raggiungere le più alte vette europee e mondiali. Ricordo che il Milan sotto la presidenza Berlusconi ha conquistato la bellezza di 29 trofei: 8 Scudetti, 1 Coppa Italia, 6 Supercoppe italiane, 7 Champions League o Coppe dei Campioni, 5 Supercoppe europee, 2 Supercoppe Intercontinentali e un Mondiale per club. Assieme a Santiago Bernabeu, Berlusconi è il presidente più vincente della storia del calcio. E poi si potrebbe continuare con i trofei conquistati dai singoli calciatori, ben sette i Palloni d’oro conquistati dai calciatori rossoneri. Il primo fu di Ruud Gullit nel 1987, poi Marco van Basten nel 1988, 1989 e 1992, George Weah nel 1995, Andriy Shevchenko nel 2003 e il brasiliano Kakà nel 2007.

“Al di là dei suoi difetti, delle sue esagerazioni, del suo modo di fare che non lascia alternativa, o lo ami o lo detesti, anche chi l’ha odiato visceralmente non può non prendere atto del fatto che l’uomo ci sa fare, non perché abbia comprato qualcuno, non perché abbia frodato il fisco, non perché il suo stalliere avesse rapporti con la mafia, non per tutti i motivi per i quali una certa magistratura ideologizzata ha cercato per anni di bloccarne l’azione. Berlusconi per l’Italia ha rappresentato qualcosa che assomigliava al clima post bellico, la voglia di fare, di creare, di crescere. In più occasioni ha spiegato quale sia il suo modello dal quale ha attinto, ovvero l’Elogio della Follia di Erasmo. Quel testo andrebbe studiato a scuola per accendere nei ragazzi la miccia che fa esplodere la voglia di osare. Osare anche laddove un’impresa sembra folle, crederci, fare la figura dei pazzi ma non stare a guardare e ad aspettare la manna dal cielo”.

Per il futuro, almeno dalle dichiarazioni a caldo, sembra che il presidente non intende fermarsi a un campionato tranquillo in serie A, ma vuole osare e raggiungere altre mete significative. Ce la farà? Quello che conta è lo spirito vincente. L’amico di fb evidenzia come altre squadre di provincia non hanno mai avuto questo atteggiamento di sfida che ora sta mettendo il cavaliere con il suo Monza. Tutti i dirigenti delle squadre promosse nella massima serie, proclamano sempre di raggiungere una salvezza “tranquilla”, cioè “speriamo di salvarci qualche giornata prima della fine del campionato”. Praticamente con questi presupposti, quasi sempre si finisce di nuovo in serie B.

Secondo l’amico, la voglia di fare del cavaliere e di cercare di arrivare a tutti i costi a un risultato deriva  “dalla concezione positiva della vita, dalla speranza di fare del bene per sé e per gli altri. Se tratti bene i tuoi dipendenti il successo è assicurato”. Negrini nel suo post, racconta: “Negli anni ’90 conobbi una persona che lavorava per il gruppo Fininvest. Raccontava, e la cosa mi è rimasta impressa nella memoria, come Berlusconi organizzasse feste, viaggi, crociere per i suoi dipendenti, come spesso partecipassero i suoi figli che erano amici dei dipendenti. Se fai del bene per chi lavora per te, avrai il doppio degli utili. Se incoraggi chi lavora per te, la vittoria è assicurata”.

Il post dell’amico racconta altri particolari interessanti del campionato altalenante del Monza, ma non si sono abbattuti, hanno lottato fino alla fine.

E’ interessante l’ultima riflessione che ci offre Negrini, che condivido in pieno:

“Alla base del modo di fare di Berlusconi, piaccia o non piaccia, a parte gli eccessi, lo sbracare che spesso trasforma il bello in kitsch, c’è un’impostazione cattolica, l’unica visione positiva possibile del mondo che permette di affrontare le vicende della vita con l’ottimismo derivante dalla speranza che è certezza della vittoria finale promessa dal Vangelo […] Il ventennio berlusconiano ha visto confrontarsi due visioni della vita, quella dell’uomo che osa contro quella dell’uomo che invidia e non sorride mai, avendo come unico obiettivo politico quello di demolire il nemico. Le due facce della politica italiana degli ultimi decenni sono quella di Berlusconi e quella triste e sempre arrabbiata di Laura Boldrini, l’elogio della mestizia, la lontananza abissale dal “non abbiate paura”. Altri leader mondiali come lui vengono osteggiati con gli stessi metodi, dileggiati, insultati, calunniati. Poi arrivano i Biden e scoppia la guerra”.

Certo le riflessioni di Negrini possono essere anche delle forzature, anche perché non dobbiamo dimenticare che il cavaliere con le sue televisioni, con certi suoi programmi “spazzatura”, ha contribuito massicciamente all’imbarbarimento e al rimbambimento degli italiani. Tuttavia l’ottimismo del cavaliere, il suo fare sempre, il suo osare, infarinarsi, non aspettare alla “finestra”, essere fiduciosi, avere anche un pizzico di pazzia, essere sempre sul pezzo, creare opere, sono elementi positivi. Non vorrei apparire blasfemo, ma tutti questi atteggiamenti, mi ricordano molto l’operare dei Santi della Chiesa, che hanno fatto, si sono messi in gioco, che non hanno aspettato, sono partiti, sono usciti dalla sacrestia per andare incontro ai bisogni…credendoci fino alla fine. Così hanno fatto i cosiddetti “SANTI SOCIALI” torinesi, per quello che hanno prodotto, a volte sono stati considerati dei veri pazzi, a cominciare da don Bosco al Cottolengo, dal Murialdo al beato Faa di Bruno, da Giulia di Barolo a Domenica Mazzarello e tanti altri uomini e donne che nell’Ottocento hanno operato ognuno con il  proprio carisma, trasformando la società di allora. Al contrario dei tanti utopisti di tutte le risme, socialisti, liberali, marxisti, che inseguivano e inseguono ancora oggi progetti ideologici fallimentari.

DOMENICO BONVEGNA

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