
Siccome non mi devo candidare a nessuna competizione elettorale, scrivo quello che mi sento di scrivere. Trovo l’idea di inviare una fregata della Marina Militare per assistere la Global Sumud Flotilla (la ridicula armada, l’ho chiamata in un precedente intervento) una grossa bischerata del nostro Governo. Anche se comprendo che la nostra Premier in certe situazioni forse, deve seguire un comportamento istituzionale. Alcuni autorevoli giornalisti hanno criticato questa sciagurata mossa, definendola un premio alla violenza delle manifestazioni pro-Hamas di lunedì scorso e alla strategia del “blocchiamo tutto”. Se dichiari che il riconoscimento di uno Stato di Palestina è un premio al terrorismo di Hamas, è un controsenso ora “premiare” la pagliacciata o, meglio, l’accozzaglia di barchini che dovrebbero portare aiuti ai palestinesi.
“La decisione del ministro della difesa Guido Crosetto, evidentemente condivisa dalla premier Giorgia Meloni e dal suo governo, rischia ora di trasformarsi in un pericoloso boomerang e, Dio non voglia, persino in un imbarazzo politico e militare”. (Federico Punzi, L’invio della Marina un regalo alla Flotilla: il rischio di infilarsi in un pasticcio, 25.9.25, atlanticoquotidiano.it). Questa mossa probabilmente ha vanificato quello che in precedenza la stessa Premier aveva dichiarato: riconosco lo Stato di Palestina quando Hamas libera gli ostaggi e quando abbandona le mire politiche da Gaza. Il nostro governo forse, si è messo in una situazione pericolosa senza conseguire alcun risultato politico, secondo Nicola Porro. Anche perché, difficilmente si spengono le polemiche delle opposizioni, com’era prevedibile vista la totale strumentalità degli attacchi e dell’operazione Flotilla.
Inoltre, l’invio della fregata Fasan “a soccorrere e scortare la Flotilla avvalora implicitamente la versione dell’attacco che è invece tutta da verificare visti i fake precedenti”. Inoltre, per Punzi, ma anche per Porro, appare sconcertante la superficialità con cui il ministro Crosetto ha gestito questa situazione della flotilla. Insomma, ci sono tuti gli ingredienti per una debacle politico-diplomatica senza precedenti, soprattutto se Flotilla forzerà il blocco navale di Israele. Non c’è bisogno di essere degli analisti eccelsi per comprendere che flotilla è solo una provocazione politica strumentale e per mettere in difficoltà il governo italiano. Del resto, la Meloni sembra abbastanza consapevole. “Non sono stupida”, ha detto, “l’obiettivo non è alleviare la sofferenza della popolazione di Gaza ma creare problemi al governo “.
“Non c’è bisogno di rischiare la propria incolumità, non c’è bisogno di infilarsi in un teatro di guerra per consegnare degli aiuti a Gaza, che il governo italiano e le autorità preposte avrebbero potuto consegnare in poche ore. Quindi penso anche che vada fatto un richiamo a tutti alla responsabilità, particolarmente quando si tratta di parlamentari”. Quello degli aiuti poi è una boiata, gli esperti dicono che il totale di alimentari si riduce a 21 grammi per ogni palestinese.
Dunque, Meloni sa benissimo che l’obiettivo non è consegnare aiuti umanitari ma forzare il blocco, provocare l’incidente con Israele per alimentare la propaganda di Hamas. Comunque sia, per il direttore di atlantico questa mossa della nave militare con tutte le spese che comporta, è un errore politico, da matita blu, mentre “l’opposizione sta annaspando, non le rimane che aggrapparsi a Gaza per fare un po’ di casino in piazza e aizzare i suoi. E che fa il governo Meloni? Invece di snobbarla e dettare l’agenda, rincorre la sinistra sul suo campo, accetta di giocare con le sue regole, correndo il rischio di bruciarsi”. Soprattutto dopo la violenza gratuita delle manifestazioni di lunedì scorso degenerati in rabbia cieca e nella glorificazione di chi predica violenza. Del resto, non c’è da meravigliarsi della violenza di questi gruppi che auspicano una Palestina libera dal fiume al mare, diventa moralmente tutto accettabile, anche la violenza. È da respingere risolutamente “la comoda e falsamente equanime narrazione che sembra prevalere in queste ore, purtroppo anche a destra, da ministri e commentatori, secondo cui si sarebbe trattato di frange di estremisti, pochi delinquenti che avrebbero “sporcato” una manifestazione pacifica e pacifista”. Eh no, non ce la si può cavare replicando che la stragrande maggioranza dei manifestanti era pacifica”. (Federico Punzi, Violenza inevitabile se si porta in piazza la causa di Hamas, 23.9.25, atlanticoquotidiano.it) Attenzione a non lasciare campo libero alla narrazione propal e mi rivolgo sempre al centrodestra, che in certi momenti sembra tenere una posizione ambigua, debole, incomprensibile agli stessi suoi elettori, che si sentono spaesati in questo dibattito a senso unico. L’analisi di Punzi mi sembra convincente. A volte sembra che i leader politici, sono esposti ad una enorme e univoca pressione sociale, pendono verso posizioni moderatamente propal: “sì ma Israele sta esagerando” e via di questo passo. In poche parole, il governo Meloni ha le sue responsabilità nell’accettare una posizione cerchiobottista, apparentemente senza costi politici oggi, rischia di trasformarsi domani in una debacle geopolitica e anche in uno smottamento di consensi.
DOMENICO BONVEGNA