L’appello: Un Governo che non decide sui migranti

L’Unione Europea ha pubblicato delle linee guida per cui le donne Afghane sono da considerarsi soggetti a rischio di persecuzione e devono avere lo status di rifugiate. Il Governo italiano non ha ancora fatto nulla in tal senso, né rivisto le normative per l’accesso a status di rifugiati. Cosa sta aspettando il Governo?

L’Agenzia per i Rifugiati dell’Unione Europea ha pubblicato nel 2023 nuove linee guida in base alle quali le donne in Afghanistan sono considerate soggetti a rischio di persecuzione e come tali possono avere titolo allo status di rifugiato.
Questo in base alle limitazioni che il regime talebano sta imponendo in termini di libertà di espressione, movimento, autodeterminazione e accesso all’istruzione, alle cure, al lavoro, alla giustizia, semplicemente su base di genere.

Svezia e Finlandia hanno già modificato la loro normativa in tal senso. Secondo questi paesi la condizione femminile in Afghanistan comporta una tale violazione dei diritti umani fondamentali da  dovere essere considerata persecuzione, pertanto alle donne Afghane viene concesso lo status di rifugiate a prescindere da qualsiasi altra circostanza.
Anche la Danimarca ha annunciato di avere modificato le prassi per l’accesso allo stato di rifugiato per le donne afghane abbassando la soglia delle prove normalmente richieste.

Chiediamo al Governo Italiano (ora presieduto da una donna) di rivedere anche nel nostro paese le normative per l’accesso allo status di rifugiato nei confronti delle donne provenienti dall’Afghanistan.

 

Lorena Gilli via Change.org