L’appello: la violenza di Cateno De Luca non deve passare

Messina – Cateno De Luca si sente il padrone della città e lo dimostra giornalmente con comportamenti gravissimi sul piano umano, democratico e istituzionale. Anche in queste ore si sono raggiunti picchi intollerabili di indecenza politica…

L’aumento TARI è stato bocciato dal consiglio per la terza volta consecutiva in pochi giorni. A fronte delle prime due bocciature e malgrado queste, il 3 agosto il Sindaco ha presentato in aula una bizzarra decretazione sindacale, ignorando con prepotenza le due bocciature del civico consesso, chiamato quindi per la terza volta a pronunciarsi sempre sul medesimo ordine del giorno.

Successivamente  alla seconda bocciatura della “Super TARI” messinese, con il solito piglio parafascista, con  violenza e insofferenza verso la democrazia, De Luca,  servendosi di un post su Facebook, ha dapprima minacciato di avviare la cassa integrazione a rotazione per circa 120 dipendenti della Messina Servizi Bene Comune; di non poter assumere dipendenti per il servizio spazzamento; di non poter rinnovare il contratto per i 32 lavoratori a tempo determinato,  salvo poi ritrattare e firmare miracolosamente, il giorno successivo,  il rinnovo del contratto per i 32 lavoratori e lavoratrici.

No, non è la sceneggiatura di uno psico thriller, ma è la triste realtà vissuta in queste ore dai cittadini messinesi, oramai tristemente abituati a queste sceneggiate.

A differenza dei 32 lavoratori ripescati “in extremis” da De Luca, per i 120 dipendenti si avvieranno invece le procedure per la cassa integrazione!

Riteniamo che questo sindaco, incapace di confrontarsi democraticamente e dispensatore di insulti e minacce, abbia superato ogni limite e mortificato un’intera città. Siamo terribilmente stanchi dei suoi metodi e dei suoi modi: una mistura di arroganza, senso di impunità, narcisismo e paura.

Capace solo di offrire alla città le sue rappresentazioni seducenti, le sue regole, la sua verità, questo sindaco ha trasformato il potere nel luogo e nello spazio in cui tutto è possibile; in cui i ruoli di boia, salvatore, giudice, persecutore, giustiziere si sovrappongono, fondendosi, agilmente, nella sua figura e, cioè, nella stessa figura che quel potere lo incarna e lo esercita.

Ma noi non staremo a guardare mentre pezzi di democrazia e di città vengono lentamente sequestrate. De Luca non ha mai accettato sconfitte: la bocciatura, l’ennesima sull’aumento delle tasse per i cittadini con la Tari, è stata per lui dura quanto intollerabile, perché ha mandato in frantumi i suoi calcoli, la sua gestione privatista dell’Azienda.

Ma questo personaggio non è una sciagura improvvisa come qualcuno afferma, ma è figlio dei tempi e ricopre il suo ruolo con strumenti già visti. La farsa del Masaniello anti-governista e dell’uomo solo contro i “fantomatici poteri forti messinesi” si è sgretolata, e da un pezzo!

I messinesi pagano la Tari che è tra le più salate d’Italia: se consideriamo le Città metropolitane, ogni famiglia messinese deve sborsare 450€ l’anno, con un aumento rispetto all’anno precedente del 2,9%. Pagano più di noi solo i cittadini di Reggio Calabria e di Cagliari. Questo ulteriore salasso diventerebbe ancora più insostenibile nella città, ricordiamolo, più disoccupata d’Italia.

Esternalizzazioni, subappalti hanno pesato sul bilancio della partecipata per circa 4 milioni di euro e i cittadini, a cui si chiedono grossi sforzi per pagare le tasse, però, non sono ripagati da una città dignitosamente pulita e vivibile.

Tutto questo è inaccettabile: la furia antidemocratica del sindaco deve essere arrestata con estrema decisione. I precedenti analoghi sono innumerevoli. Dopo tre anni di sceriffate, odio e violenza verso le fasce più deboli, di sessismo, di intolleranza e di spudorata volgarità verso i consiglieri di opposizione, sindacati non compiacenti e verso i lavoratori e le lavoratrici, e dopo aver inteso il ruolo del sindaco come capo e padrone aziendale indiscusso, rifiutando il dialogo e la critica politica, pensiamo sia giunto il momento di una risposta immediata e collettiva.

Chiediamo alle lavoratrici e ai lavoratori, a disoccupate/i e precari/e, a chi ha subito la brutalità causata da questa politica scellerata, a chi vive uno stato di sofferenza abitativa e sociale, alle forze progressiste, democratiche e radicali, a chi ama veramente la città, di mobilitarci davvero affinché la violenza non passi!

Non lasciamoci più ingannare da parolai, odiatori e avidi mestieranti.

Messina deve uscire dalle sue contraddizioni e sanare le sue ferite per tornare a splendere!

Antonio Currò – Segretario Partito Rifondazione Comunista Circ. Peppino Impastato

Ivan Calì – Coordinatore Potere al Popolo Messina