LA PROMOZIONE SCOLASTICA AL TEMPO DEL COVID 19

di ANDREA FILLORAMO

L’abbiamo sempre pensato e molti l’hanno potuto sperimentare: la scuola da tanto tempo è ammalata, colpita da virus molto più pericolosi del Conad 19, sui quali pochi hanno riflettuto e pochi o nessuno è intervenuto per restituirle quelle che dovrebbero essere le sue finalità, cioè lo “sviluppo armonico e integrale della persona e la promozione della conoscenza, nel rispetto e nella valorizzazione degli studenti.

”Per il raggiungimento di tali finalità, lo Stato, che dovrebbe essere il garante dei diritti all’apprendimento degli studenti nonché il diritto degli insegnanti, che, nella libertà dell’insegnamento, secondo i principi della Costituzione, esprimono tutta la loro potenzialità didattico- educativa in un equilibrato rapporto con il discente, non può considerare la scuola una semplice azienda da far gestire – si dice in autonomia ma non è così – a Dirigenti e docenti mal pagati, spesso demotivati per l’abbandono al quale si sentono costretti, per la funzione “ burocratica “. “ cartacea”, loro imposta, per le interferenze di molti genitori, che “ scaricano” sui Presidi e sugli insegnanti dei loro figli le “ deficienze” del sistema.

Per un radicale cambiamento della scuola occorre al più presto intervenire con validi dirigenti e docenti, che abbiano un determinato curriculum culturale, capacità di rapportarsi con gli alunni, attitudine empatica e conoscenza non superficiale delle metodologie didattiche.  Non può, inoltre, un Dirigente Scolastico o un insegnante non conoscere, e non in modo astratto, la psicologia dell’età evolutiva; non può non conoscere le tecniche della comunicazione, che vengono utilizzate soltanto in una didattica “ vis a vis” e non una una didattica a distanza, utilizzata nella contingenza attuale, causata da coronavirus che mai può e non deve più sostituire la lezione “ frontale”. Occorre che il governo superi il vecchio “ vezzo” di tutti i governi di questi ultimi anni, quello di “ tagliare” le risorse necessarie ed urgenti alla scuola per trasferirle ad altre voci di bilancio. Se ciò avverrà saranno assunti, così, tanti docenti quanto sono necessari in una scuola davvero nuova e rinnovata e sarà definitivamente risolto il problema del precariato.

Non vedo, però, all’orizzonte, al di là del virus che ha creato tanti problemi che fino a poco tempo fa non erano pensabili e che per tre mesi ha costretto i ragazzi a stare in casa con conseguenze inenarrabili per la loro psicologia, una schiarita che mi fa pensare, anche al prossimo futuro. Tutti i governi degli ultimi decenni hanno sottovalutato e non hanno tenuto conto che la Scuola deve essere al primo posto del loro impegno politico; ma è il Governo attuale che ha mostrato la sua insipienza, raggiungendo l’acme della superficialità, del pressapochismo, dell’incapacità di reggere le sorti di un paese, che deve necessariamente puntare sui giovani e sulla loro capacità di affrontare il futuro. La scelta, infatti, del Ministro dell’istruzione la dice lunga su questo “ vulnus” culturale, le cui conseguenze rimarranno non sappiamo per quanto tempo.

Oggi, infatti, ministro è una trentottenne, Lucia Azzolina, fino a qualche anno fa supplente e sindacalista, deputata “ nelle liste di Cinque Stelle, poi investita della carica di membro della Commissione parlamentare istruzione della Camera. Ha partecipato, nel 2017, al Concorso di Dirigente Scolastico, classificandosi al 2542simi posto su un totale di 2900 posti. Diciamo pure: bocciata. Ciò indubbiamente è stato un conflitto d’interesse, essendo lei membro del parlamento. Alle critiche su tale conflitto Azzolina, non potendosi difendersi altrimenti, ha risposto affermando che si trattava di un concorso al quale si stava preparando dal 2017. Indubbiamente viene da ridere.

Il 27 dicembre 2019 Massimo Arcangeli, il Presidente della Commissione per l’accesso al ruolo di dirigente scolastico, che giudicò la prova orale della deputata messo in dubbio la capacità della stessa nel poter svolgere l’incarico di Ministro dell’Istruzione, sulla base dei risultati ottenuti nelle prove. La Commissione presieduta dallo stesso Arcangeli, infatti, ha attribuito punti 80.5/100 alla prova scritta e punti 75/100 alla prova orale. L’11 gennaio 2020 sempre Massimo Arcangeli, sul quotidiano “La Repubblica”, sostenne che alcuni paragrafi della tesi da lei a suo tempo presentata per l’abilitazione all’insegnamento sarebbero stati copiati da testi specialistici.

Dopo la pubblicazione della notizia, i partiti d’opposizione, ne hanno chiesto le dimissioni dalla carica governativa. Lucia Azzolina ha replicato alle accuse rilevando che non si tratta né di una tesi di laurea né di un plagio, essendo lo scritto una semplice relazione di fine tirocinio. A questo punto non ci resta che dire: “ povera scuola e poveri studenti “.