LA CRISI POLITICA ITALIANA E LA SOLUZIONE DRAGHI

Non intendo entrare nel merito delle alchimie politiche del nuovo governo di Mario Draghi, in questo momento mi interessa fare una riflessione generale, sulla crisi politica del sistema democratico dei partiti che sta attraversando il nostro Occidente e quindi anche il nostro Paese.

«Le crisi sono prodotti dell’uomo stesso: chiudendosi alla retta ragione e alla luce della fede, avanza posizioni ideologiche che vagheggiano una società nuova, ma di fatto – come la storia insegna – producono realtà disumane.» (Daniele Fazio, Avviare processi per superare la crisi, 9.2.21, alleanzacattolica.org)

E per superare le crisi del corpo sociale bisogna analizzare il processo rivoluzionario che lo ha disintegrato nei suoi aspetti fondanti. In particolare si devono conoscere quei movimenti spirituali, culturali e politici che hanno, nel nostro mondo occidentale, destituito il retto rapporto degli uomini con Dio, con gli altri uomini, con le cose e, infine dell’uomo con se stesso.

Tutti abbiamo assistito a quello che è successo negli Stati Uniti il più grande Paese Occidentale, quante polemiche sull’esito del risultato elettorale. Per quanto riguarda l’Italia, non abbiamo fatto una gran figura con i vari giochetti politici per rianimare il morente governo Conte due.

Peraltro alla crisi politica, che stanno attraversando le democrazie occidentali ha accennato anche Papa Francesco nel suo discorso nell’udienza ai membri del Corpo Diplomatico presso la Santa Sede. Lamentando tra l’altro l’approvazione di leggi su aborto ed eutanasia proprio durante il Covid.

Per certi versi sono in crisi i partiti politici di massa, nati nel secolo scorso e che hanno dominato la scena politica, dando vita secondo certi storici, alla “guerra civile europea” che inizia nella I guerra mondiale e finisce nel 1989 con la caduta del Muro di Berlino.

Per capire quello che sta accadendo è necessario ricorrere alla Storia, in particolare alla Rivoluzione Francese, e qui che sono nati i moderni partiti tradizionali.Nel Parlamento francese si inizia a dividere in raggruppamenti parlamentari di destra e di sinistra.

Successivamente nascono anche in Italia i partiti che cercano di fare la Rivoluzione francese sono (quello Liberale moderato che si appoggia alla monarchia sabauda e quello Repubblicano di Giuseppe Mazzini) ognuno con una sua strategia ideologica che mira a costruire una nuova società. Ha la meglio il partito Liberale, che dominerà tutto l’Ottocento. Nel 1892 nasce in Italia il partito Socialista per sostituirsi a quello Liberale. Partito socialista che poi subirà al suo interno, la scissione della frazione comunista, nel 1921 a Livorno a sua volta diventa partito, seguendo la Rivoluzione bolscevica del 1917. Una Rivoluzione che aveva l’ambizione di costruire un uomo nuovo in una società perfetta, per questo scopo ha ucciso in tutto il mondo oltre 100 milioni di persone. Questi partiti di massa, sono falliti. Perché sono falliti? A questa domanda recentemente in un intervento su Youtube  ha risposto Marco Invernizzi, responsabile nazionale di Alleanza Cattolica.

In particolare ha fallito il comunismo, l’ultima grande ideologia, che ha ispirato l’ultimo grande partito ideologico?

Per rispondere a questa domanda occorre risalire a cosa è successo nel 1968.

Le forze rivoluzionarie che operavano per cambiare il mondo, la società, in quel periodo avevano aperte due strade: la 1 era quella del terrorismo, la 2 della corruzione interiore homini (la rivoluzione della droga, della trasgressione, del rifiuto di ogni autorità, del disprezzo della sacralità della vita, il superamento della famiglia).

Entrambe queste prospettive prevedevano il superamento della forma partito come strumento di aggregazione sociale e ideologica. Intanto prevarrà la strada della seconda prospettiva, quella della rivoluzione antropologica e nascerà l’attuale società liquida, una società priva di ogni riferimento autorevole riconosciuto, né Dio, né padre, né padrone. Una società dove l’assenza di una autorità riconosciuta viene colmata da una dittatura del relativismo, come ha ben descritto il cardinale Joseph Ratzinger prima di diventare papa.

A questo punto chiediamoci è un bene che siano scomparsi i partiti moderni di massa? Si perchè con essi sono scomparse le ideologie che hanno avvelenato il Novecento. Però stiamo attenti, al loro posto non si è insediato il regno del bene, bensì una società disarticolata composta sempre più da singoli rancorosi.

In questa società priva di ideali anche negativi, può nascere la duplice tentazione della tecnocrazia, e del populismo. Cioè della della sostituzione della tecnica e dell’uomo forte al posto della politica e del sistema dei partiti.

Entrambi non sono la soluzione di cui il Paese, il mondo Occidentale, in generale, ha bisogno, semmai sono un peggioramento.

DOMENICO BONVEGNA

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