IL PONTE DEL SISTEMA MESSINA E IL GOVERNO MELONI

di Andrea Filloramo 

Come tutti sanno, la Corte dei Conti, nella seduta del 29ottobre2025, ha deciso di non ammettere al visto di legittimità la delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS)n.41/2025 che dava il via ufficiale al progetto del ponte tra Sicilia e Calabria 

Da un punto di vista giuridico-amministrativo, il mancato visto significa che l’atto non può essere registrato e quindi l’iter previsto risulta sospeso. I motivi del rinvio, da quel che si presume o che sappiamo, sono numerosi e indicherebbero che non si tratta di un mero passaggio formale  

La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha subito parlato di “invasione della giurisdizione” da parte della Corte sulle scelte del Governo e del Parlamento”. “I ministeri interessati e la Presidenza del Consiglio – ha aggiunto – hanno fornito puntuale risposta a tutti i rilievi formulati. Il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini deus di tutto l’iter ha parlato di “grave danno al Paese” e di una decisione “più politica che tecnica”.  

Dopo qualche giorno da queste immediate prese di posizioni della Meloni e di Salvini che potevano fare pensare che volessero ignorare la delibera della Corte, si è assistito ad una solenne marcia indietro.  

I motivi dell’abbandono di quelle dichiarazioni sono facilmente individuabili. In sintesi posiamo affermare che il governo ha compreso che se,  avesse  deciso di ignorare la delibera della Corte, non si sarebbe accelerato il tempo per la costruzione del ponte in quanto sarebbero aumentati  i rischi legali, finanziari e politici;  le associazioni ambientaliste e le opposizioni avrebbero potuto  fare ricorso, rallentando ulteriormente l’opera; ci sarebbero stati  delle responsabilità politiche e penali;  i dirigenti pubblici e i ministri avrebbero potuto essere chiamati a rispondere per eventuali danni alla finanza pubblica; sarebbero infine, sorti problemi con l’UE, in quanto le opere finanziate in parte con fondi europei richiedono trasparenza e legalità completa;  

Per il governo, quindi, non restava altro da fare se non dire di voler rispettare le osservazioni della Corte dei Conti e, quindi, di volere, integrare i documenti, aggiornare gli studi ambientali e geologici. Ma si tratta solo di integrazione di documenti e di aggiornamento o di altro?  

Cosà fra qualche tempo avverrà? Stiamo ad aspettare. 

Diciamo soltanto che, se dovesse avvenire quanto il governo promette di fare, significa che si dovrà fare un nuovo progetto in sostituzione di quello precedente, ritenuto molto vecchio e superato; fare nuove gare e nuove contrattazioni; presentare, infine, una nuova delibera conforme.  

Per tutte queste operazioni, occorreranno- così si pensa – almeno due o tre anni, necessari per la registrazione del CIPESS approvata, per le gare e gli affidamenti legalmente sicuri e per un minore rischio di contenziosi. Saranno, quindi, prevedibili ritardi significativi rispetto alle dichiarazioni politiche; possibili aumenti dei costi per aggiornamenti tecnici e nuovi studi ambientali.  

Una domanda: in attesa che questa matassa giuridico- amministrativa si snodi, è indubbiamente lecita e forse è anche necessaria e cioè: data la problematicità dell’operazione Ponte e l’accertata mancanza di unanimità, in questi ultimi giorni notevolmente aumentata,  per la sua realizzazione degli abitanti di Messina, Villa e Reggio Calabria, città coinvolte nel progetto, che prevedono un grave  stravolgimento del loro territorio, non è opportuno fare un confronto sereno e decidere assieme a loro sugli orizzonti e le implicazioni che la scelta comporta, che può avvenire solo attraverso un referendum da svolgere nelle tre città?